31 agosto 2005

Il lato oscuro dell'anima di Joe Lansdale

Lansdale abbandona il suo umorismo tagliente per scrivere questo racconto nero, che esplora gli aspetti più oscuri della mente umana, "Il lato oscuro dell'anima" appunto. Non aspettatevi dunque il solito stile, con dialoghi taglienti, ai limiti della decenza: in questo giallo psicologico c'è spazio solo per la pazzia dei protagonisti e tanta violenza.
Non a caso, è presente, come introduzione alla prima parte, un discorso di Hitler, nel quale rivendica per se e per i suoi seguaci il ruolo di barbari, barbari destinati a distruggere e saccheggiare il mondo. Barbari come i ragazzi di Galverston: cresciuti ai margini della società che riconoscono solo le regole tribali del gruppo.

Protagonisti sono un gruppo di ragazzi, degli sbandati senza famiglia, riuniti attorno alla figura del loro capo, Clyde Edson "che aveva raccolto attorno a se, come una vecchia signora che si porta a casa gatti mezzi morti di fame e divorati dalla rogna, i rifiuti umani e i giovani scarti di una società malata". Un giorno, a scuola, Clyde incontra Brian Blackwood: inizia un rapporto inteso e morboso tra i due, che entrano così in simbiosi, che quando muore il primo, suicida in carcere, l'altro ne assume le sembianze, diventando due persone in una.

Il libro inizia con un Impala nera del 66 che "nella notte fonda l'automobile, tutta sola lì fuori, sembrava una macchina del tempo venuta da un futuro malvagio": sta portando il gruppo di ragazzi verso il nord del Texas, verso il cottage dove Becky e Monty, una coppia che sta attraversando un momento di crisi del proprio rapporto, ha deciso di passare l'inverno.
Becky tre mesi prima aveva subito una violenza, da cui non riesce ad uscire; inizia anche ad avere delle visioni, corpi ricoperti di sangue, folletti e una macchina nera; ma non sono i soliti sogni. Sente che sono delle premonizioni di una nuova violenza dovrà affrontare.
Il marito invece, vive nel rimorso di aver lasciato la moglie sola: non è stato in grado di proteggerla, così come, da piccolo, non era stato in grado di proteggere il fratello minore dalle violenze di un bullo, Sylvester.

In un flash back all'indietro nel tempo si scopre, nella seconda parte, la ragione del viaggio della banda: Clyde, uno degli aggressori di Becky, era stato arrestato e riconosciuto. Finito in carcere, si era suicidato e ora, il suo spirito, tramite il Dio del Rasoio, si presenta a Brian, invocandone la vendetta contro la professoressa, Becky. L'invito di Così a Brian, di seguirlo nel Lato Oscuro, è una delle pagine più inquietanti del libro, dove il genere Horror, il fantastico si mescolano in una miscela pesante.

Nel viaggio verso Minnanette, l'Impala si lascia dietro una scia di sangue; come giovani cavalieri dell'apocalisse, la banda di Briane Clyde falcia chiunque si frapponga tra loro e la vendetta che devono compiere. Nello stesso tempo i sogni di Becky, che sono così vividi da terrorizzarla, diventano più intensi, e iniziano a spaventare anche Monty, che era inizialmente scettico.

L'azione diventa frenetica nel finale, letteralmente al cardiopalma, dove Becky e Monty si trovano da soli, nel cottage, a dover fronteggiare Brian/Clyde (divenuti un unico pauroso mostro) e gli altri ragazzi. Possono solo fare affidamento l'uno sull'altro, per cercare di non cedere alla paura e soccombere.

Un libro che fa paura: emerge tutta l'immaginazione dell'autore, capace di rappresentare situazioni di sesso e violenza e degrado, e dove il lettore e costretto ad affondare negli abissi della mente umana, a fronteggiare a viso aperto la pazzia e affrontarla.

I link: il sito di fanucci e di feltrinelli.
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Il grilletto facile

Emerge uno scenario più verosimile, dalle dichiarazioni di alcuni agenti del Sismi, raccolte nel libro di prossima uscita (3 settembre) "Nicola Calipari, ucciso dal fuoco amico" : sarà in vendita con l'Unità sabato prossimo (da l'unità)

la rivelazione, inedita, della litigata al cellulare tra Calipari e un misterioso interlocutore poco prima della liberazione della Sgrena. L’immagine ce l’hanno consegnata loro, i colleghi del Sismi. Nicola Calipari che perde la pazienza e urla al cellulare, Nicola che stacca il telefono e decide che dovrà assumersi tutte le responsabilità, da solo. Erano ore di pressioni enormi - scrivono i colleghi. Chi era questo misterioso interlocutore? Quali erano le pressioni?

Il tutto si riallaccia alle dichiarazioni di Scelli, quando afferma che il governo italiano sapeva delle trattative nascoste per la liberazione delle due Simone; dal racconto di Gabriele Polo emerge anche che lo stesso Scelli volesse assumere un ruolo di primo piano anche per la liberazione di Giuliana Sgrena. E' lui l'interlocutore?

La vicenda Calipari diventa un altro mistero d'Italia, mistero cui ha contribuito anche l'alleato americano, che ha pulito la macchina e la "scena del crimine". E Calipari rimane un altro eroe di giornata (ma solo per noi, perchè per l'inchiesta americano è stato un incompetente), condannato a non avere giustizia. Schiacciato da pressioni esterne e coinvolto in un gioco politico poco pulito, da cui qualcuno cercava di guadagnarsi visibilità, per un futuro incarico politico, magari.

Rosa Calipari, in apertura al libro scritto dai colleghi del marito, scrive: «Non è possibile avere pace se non c'è giustizia».

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30 agosto 2005

Fazio, a casa

Questo blog aderisce (e sostiene anche economicamente) all'iniziativa di Beppe Grillo: Fazio Vattene!

Il blog beppegrillo.it, a nome di migliaia di cittadini, con un atto di democrazia diretta autofinanziato, chiede al governatore Fazio di andarsene a casa. Un uomo del genere non può e non deve più ricoprire un incarico così cruciale. La smetta di screditare, con la sua presenza alla Banca d’Italia, l’Italia e gli italiani.

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Dalla Russia con amore

Se prima di oggi era lui il candidato ufficiale della Casa delle Libertà, ma non lo si poteva dire, ora è finalmente tutto chiaro. Dalla Russia, il premier ha dichiarato: "Per me è un sacrificio ricandidarmi, ma lo farò perché un cambio di governo sarebbe insensato".
E' un gesto d'amore e noi scemi a non capirlo. Noi che lo consideravamo un umorista e basta, invece è anche un passionale. Un gesto che, purtroppo non è stato apprezzato da tutti: Il capo della segreteria dell'Udc Armando Dionisi, replica secco: "Questo sacrificio non glielo sta chiedendo nessuno". (da repubblica)

Il presidente del Consiglio ha poi elencato quello che non avrebbe fatto (per pudore, non poteva elencare, invece, ciò che ha fatto)
  • Noi - ha annunciato - elencheremo ciò che non abbiamo mai fatto. Non abbiamo mai messo le mani nelle tasche degli italiani non abbiamo mai rubato: la depenalizzazione del falso in bilancio permette di rubare senza commettere peccato
  • non abbiamo mai fatto una telefonata per controllare (avendone i mezzi, con i servizi) un uomo dell'opposizione: in america, con il caso Watergate, un presidente dovette dimettersi.
  • non abbiamo mai mandato la Guardia di Finanza da nessuno: infatti era la Guardia di Finanza andava da lui
  • non abbiamo mai usato la magistratura contro un avversario politico: infatti il dossier Mitrockin era una bufala. E i magistrati sono stati tacciati di essere persone deviate ...
  • non abbiamo mai fatto una trasmissione della televisione pubblica, e tantomeno di quelle private, contro un avversario politico: infatti Punto e a capo, Porta a porta, Socci li ho sognati solo io.

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29 agosto 2005

Trasmissione Serie A

Per curiosità e per vedere i gol della giornata, ho guardato parte della trasmissione Serie A, presentata da Bonolis, su Canale 5.
La prima impressione è stata di una trasmissione gradevole, divertente, per nulla noiosa .. peccato che si parlava di calcio e una persona che avesse voluto vedersi SOLO i gol della partita del Milan, abbia dovuto aspettare circa due ore. Nel frattempo si è però visto le interviste, gli interventi dei soliti esperti di calcio, la moviola, citazioni sbagliate, i soliti svarioni di grammatica....
Ma anche, novità della trasmissione, la telecronaca della partita del giorno prima, fatta da due tifosi di parte (Masini e Vergassola per Fiorentina Sampdoria).

Risultato: il calcio giocato rimane un pò annacquato e, è una mia impressione, passa in secondo piano.

Volevo anche segnalare una cosa: mentre la trasmissione Quelli che il calcio ieri ospitava Preziosi e gli dava modo di difendersi attaccando la giustizia, senza alcun contradditorio, a Serie A la Gialappa's lo prendeva in giro, mostrando le sue interviste, dove parlava di onestà etc ...

Il padre e lo straniero di Giancarlo De Cataldo

Due persone si incontrano, in un istituto di cura per bambini con handicap. Li accomuna il fatto di avere entrambi un figlio con dei problemi dalla nascita.Il primo si chiama Diego ed è un impiegato al ministero di Grazia e Giustizia. L'altro si chiama Walid, ha origini mediorientali, ma è sempre stato vago circa il suo lavoro (spia? trafficante?).
La comune condizione di padri di bambini "diversi" porta entrambi a confidarsi, specie Diego, e cercare nell'altro un appoggio per affrontare una vita difficile. Walid porta Diego a viaggiare in una Roma nascosta, tra bagni turchi e locali arabi, poi improvvisamente sparisce.

A questo punto la vita di Diego subisce una svolta: viene avvicinato dai servizi, anch'essi alla ricerca di Walid, che chiedono la collaborazione per la sua cattura.
In nome dell'amicizia tra loro (prima di sparire Walid gli aveva confidato come ciascuno di loro fosse anche padre del figlio dell'altro), Diego inizia una ricerca personale dell'amico. Mette a rischio la propria vita, la tranquillità familiare (alla moglie non ha parlato dell'amico, perchè non capirebbe) in una lotta lotta in cui si immagina solo contro tutti ...

Un libro che, in poche pagine, mostra come il senso di parole come "diverso" e "normale" possa assumere un significato (o non avere significato) che cambia da persona a persona. Mostra come l'amicizia, anche con uno straniero, che in una grande città come Roma è visto come un corpo estraneo che viene a portare delinquenza a rubare lavoro, a turbare il nostro equilibrio, riesca a far superare le difficoltà del vivere.
Una nota negativa che posso fare è che l'idea di fondo del libro doveva essere sviluppata più a lungo, si ha l'impressione che il libro termini troppo presto, dopo un inizio che ha un taglio più profondo, specie quando parla della difficile vita familiare quando si ha un figlio con handicap.

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26 agosto 2005

Il sassolino nella scarpa

Scelli si è tolto il sassolino dalla scarpa. Il trombato di FI, messo come commissario alla Croce Rossa italiana, ha iniziato a vuotare il sacco, parlando dei retroscena dei rapimenti, in cui la Croce Rossa italiana sarebbe intervenuta per mediare.
Da eroe (dopo il rilascio delle guardie del Stefio, Cupertino e Agliana) a uomo scomodo (perchè contraddice la linea governativa): ci sarebbe da chiedersi come mai Scelli parli solo adesso? Sperava di ricevere qualcosa in cambio per il suo operato (la croce rossa italiana è rimasta in Iraq, mentre quella internazionale se ne andava ..). E ora, addoso a Scelli (deeario,robonik)

E ora ci scandalizziamo perchè è stato pagato per il rilascio o sono stati fatti dei favori? O eravamo fessi prima, o siamo ingenui adesso.
Che anche Scelli pensi di cambiare casacca e rivendersi?

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Il campionato più bello del mondo

Domenica inizierà il campionato di calcio di serie A: per la prima volta la trasmissione "Novantesimo minuto" non sarà trasmessa dalla RAI, avendo questa perso i diritti sul campionato.
Infatti mentre la RAI si è svenata per la champions league, competizione più restigiosa, ma di meno impatto sul pubblico nazionale (specia qualora le squadre italiane dovessero uscire dalla competizione presto), i diritti sulla serie A sono stati acquistati da mediaset. Che domenica trasmetterà la trasmissione "Serie A", condotta da Paolo Bonolis e dalla Gialappa's.
Una bella mossa: comprando i diritti per le squadre di serie A, Berlusconi ha rimpinguato le casse di molte squadre piccole. Difficile che i presidenti, e i tifosi, soprattutto, non gli saranno riconoscenti, quando arriverà il momento ...

Quest'anno rischia di non esserci anche il Torino calcio, in questo momento al centro di una vicenda poco chiara, dove c'è un presidente, Giovannone, è un imprenditore, Cairo, che vorrebbe fare la scalata alla società.
Terzo incomodo un centinaio di (presunti) tifosi che bloccano la città, circondano l'hotel dov'era alloggiato Giovannone (che non vuole vendere il 51%) e costringono alla mobilitazione le forze dell'ordine. Con che diritto protestano? Allora i lavoratori dell'Alfa o della Fiat (o delle altre aziende che chiudono) cosa dovrebbero fare? Che anzichè il giocattolo hanno perso il lavoro!
Ma siccome parliamo del calcio italiano, non esiste senso diresponsabilità, misura, buon senso ...

I presidenti delle squadre si appellano al fatto che la serie A porta grandi entrate nelle casse dello stato, per tutte le tasse che paga. Quando le pagano, aggiungerei io.

Intanti i piani di sicurezza degli stadi, tanto strombazzati a luglio da Pisanu quando al centro dell'attenzione dei media tradizionali c'era la paura del terrorismo, non sono stati completati. Già iniziano le prime deroghe ...
Sarebbe stato meglio, anzichè comprimere tutto in tre mesi (estivi), fare un piano a lungo termine e dire: "signori, per quest'anno i nostri stadi non saranno ancora sicuri, per cui state attenti, ma nel 2008 ...."

25 agosto 2005

Arrivederci amore, ciao di Massimo Carlotto

Sembra non provare emozioni il protagonista di questa storia, un ex militante di uno dei gruppi di estrema sinistra, dell'Italia degli anni 70. Scappato per sfuggire ad una condanna di omicidio, trova rifugio in centromanerica. Scappato anche dal centroamerica, stanco della guerriglia, per ritornare a casa.
Giorgio, questo è il suo nome, ha solo intenzione di lasciarsi alle spalle il passato e le lotte politiche, nelle quali, forse non ha mai creduto. Per evitare di scontare la pena, diventa confidente di un'agente della Digos, nemmeno lui tanto pulito ma, anzi dedito a lavoretti "sporchi" per incrementare i guadagni. Dopo pochi anni di galera, esce con l'obbiettivo di uscire dal letamaio in cui si trova. Per questo ha bisogno di soldi, molti, ma non ha nessuna voglia di rimanere un piccolo "malavitoso".
Senza emozioni dicevo, oltre al piacere di uccidere, magari con un colpo alla nuca: in effetti il libro è la rassegna della sua carriera criminale: prima come spacciatore in un night club nel nord-est, poi come rapinatore, con l'aiuto di Anedda, il poliziotto "bello di fuori e marcio dentro", guardiano delle ragazze di un lap dance, infine "onesto" ristoratore ....

Ogni capitolo del libro è chiamato col nome della donna che, in quel momento è legata a Giorgio. Intendiamoci, non si parla di legami affettivi: non ne sarebbe capace. L'unico pensiero per una donna, è quello di portarsela a letto, come fossero degli oggetti da dominare. Da Flora a Francisca, fino a Roberta, usata per riabilitarsi agli occhi delle persone del paese, poi uccisa perchè testimone scomodo, senza nessun rimorso.
Carlotto ha utilizzato un linguaggio crudo ed essenziale, con cui il protagonista parla in prima persona delle sue imprese, nessuna raffinatezza stilistica per descrivere le sue gesta, del resto neanche il personaggio presenta alcuna raffinatezza di stile o di pensiero.

Sul retro del libro si definisce Carlotto un James Ellroy italiano per lo stile del racconto e dei personaggi che crea. A me ricorda più il protagonista di "Noi saremo tutto", di Valerio Evangelisti, Eddie Florio, anche per la capacità di distruggere tutte le donne che trova sul sul cammino.

Oltre all'affresco dei personaggi ambigui, quando non proprio criminali, Carlotto traccia un ritratto del ricco nord-est, dove Giorgio si trasferisce, con i soldi della rapina, per rifarsi una vita e ottenere la sospirata riabilitazione passati i cinque anni dalla scarcerazione. Ecco cosa dice: "Brianese (l'avvocato che gli sta rifacendo la verginità penale) aveva capito che il modello economico del nord est, la famosa locomotiva, com'era chiamata dai media, dove economia lagale ed illegale si fondevano in un unico sistema, offriva la possibilità di arricchirsi e di costruirsi una discreta posizione di potere. E lui ne approfittava con intelligenza e saggezza. Affari, crimine e politica. La mafia, quella nuova, aveva fatto scuola. Tra i suoi più stretti collaboratori figuravano diversi ex politici e amministratori pubblici, finiti nei guai con Tangentopoli. [...] La maggioranza militava nell'area di centro destra, sognando di regolare i conti con quella parte della magistratura che li aveva messi sotto inchiesta e con quelle forze politiche che l'aveva appoggiata".

E' un libro di denuncia, della parte nera o oscura dell'Italia: finanzieri senza scrupoli, ex politici corrotti ora alla ribalta, avvocati e poliziotti legati alla criminalità. Un mondo di gente, per dirla alla Carlotto, bella di fuori e marcia di dentro.
I link su bol e ibs. Il sito ufficiale di Massimo Carlotto è qui.
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24 agosto 2005

Unto dal signore

Leggo dal TGCom che il figlio di Shevchenko sarà battezzato da Berlusconi: credo che in questo casi si possa proprio dire unto dal signore!

La prima inchiesta di Maigret di George Simenon

Al commissariato di Saint-Georges, una notte, un musicista si presenta a denunciare un presunto omicidio, in rue de Chaptal, presso la villa dei signori Gendreau-Balthazar. Ad accogliere la denuncia è il giovane segretatio del commissario Le Bret, Jules Maigret. Justin Minard, il musicista, riferisce di aver sentito uno sparo e di aver bussato alla porta della villa. Dopo aver insistito al campanello, il maggiordomo lo avrebbe anche colpito con un pigno. Entrambi si Maigret si precipitano alla villa, dove vengono accolti dal figlio, Richard, il quale nega lo sparo, anzi, invita Maigret a visitare tutte le stanze per cercare il corpo del morto. Nega anche che la sorella, Lise, che vive nella stanza da cui sarebbe partito il colpo, sia presente in casa. Maigret non si rassegna, ed inizia un'indagine personale, avallata, almeno inzialmente, dal tacito consenso del capo, il commissario Le Bret.

Inizia così “La prima indagine”, libro scritto nel 1948, molti anni dopo che il personaggio di Maigret aveva preso forma dalla penna di Simenon. E' il debutto investigativo di Maigret, appena ventiseienne, da poco sposato e non ancora commissario, che qui abbozza per la prima volta gesti e comportamenti che saranno segni distintivi del suo carattere. Come il Calvados o la capacità di giudicare una persona da pochi sguardi, grazie al sui intuito e alle sue eccezionali doti di analisi.
Che Maigret emerge da questo libro? Un ragazzo giovane, ancora un po' timido, pronto a rassegnare le dimissioni alla prima delusione professionale o al primo richiamo da parte del suo superiore. Ma con una tenacia e un orgoglio che lo portano a portare a termine la sua indagine anche contro il volere dei superiori, desiderosi di non creare uno scandalo che coinvolga l'ambiente aristocratico da dove tutto è partito. Un Maigret che non ha nessuna accondiscendenza nei confronti dei superiori o delle persone che contano, come i signori Gendreau-Balthazar, i quali non si fanno scrupolo di far pesare su Maigret l'amicizia personale con Le Bret.

Ma è soprattutto un Maigret con le idee chiare sul proprio lavoro e sul futuro cui aspira: un futuro che lo vede funzionario presso Quai des Orfevres, negli uffici della polizia Giudiziaria di Parigi. Ecco come, egli stesso, parla della sua scelta di entrare in polizia:

A dire il vero, il mestiere che aveva sempre sognato non esisteva. Da ragazzo, al paese, aveva come l'impressione che un sacco di gente non fosse al posto suo, o prendesse una strada sbagliata unicamente perchè non aveva le idee chiare.

E immaginava un uomo di infinita saggezza, e soprattutto di infinita perspicacia, al tempo stesso medico e sacerdote, un uomo in grado in un'occhiata di intuire il destino delle persone. Un uomo da consultare come si consulta un medico. Una specie di accomodatore di destini. E non solo perchè intelligente - forse non aveva neanche bisogno di un'intelligenza eccezzionale -, ma perchè capace di vivere la vita di chiunque, di mettersi nei panni di chiunque.

Maigret non aveva mai parlato di questo con nessuno. Né osava pensarci troppo seriamente per paura di sentirsi ridicolo. Non potendo portare a termine gli studi di medicina, era comunque entrato nella polizia, per caso. Ma era stato poi veramente un caso? E i poliziotti non sono qualche volta proprio degli accomodatori di destini?”

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23 agosto 2005

Quella mattina di luglio di Corrado Augias

Quella mattina è il 19 luglio del 1943, quando gli alleati bombardarono il quartiere di San Lorenzo, a Roma, provocando migliaia di morti. In quella mattina il commissario Flaminio Prati viene chiamato ad indagare su un delitto, in un palazzo di via dei Reti. Trova il corpo di una ragazza, Franca Garolfo, uccisa con due colpi di pistola. Viveva da sola e aveva un passato da prostituta. Mentre è ancora all'interno della stanza inizia il bombardamento: Prati si mette al rifugio in una cantina quando una bomba centra il palazzo, facendolo crollare.
Sparisce anche il corpo e il commissario potrebbe lasciar perdere il caso: che senso ha occuparsi di quel morto, quando ce ne sono a migliaia fuori? Ma qualcosa lo spinge ad indagare: qualcosa che va oltre i suoi doveri di funzionario di polizia. Che persone frequentava la morta? Perchè è stata uccisa?
Prati arresta un amico della morta, Gino, già schedato come socialista: l'avrebbe uccisa per motivi di gelosia. Ma questa comoda soluzione, che soddisfa il regime per la rapidità con cui è arrivata, non lo soddisfa. Inizia così a seguire un'altra pista, che lo porta ai vertici del partita fascista e del regime, e la sua indagine si intreccia alla cospirazione che porterà poi alla caduta di Mussolini, dopo la storica seduta del Gran Consiglio del fascismo, del 25 luglio.

Un giallo lento, con brevi dialoghi, dove gran parte dello spazio è riservato alle riflessioni di Prati, che assiste allo sfascio della società in cui vive. Siamo nei frenetico giorni che precedono il 25 luglio 1943, data in cui viene fatto cadere il governo di Mussolini e dichiarato fuori legge il partito fascista stesso. Per Prati, uomo di stato, società e fascismo rappresentavano la stessa cosa e vedere la partito (e la società) che credeva solido ed eterno, sgretolarsi, gli fa crollare tutte le certezze. Il libro si apprezza, più che come giallo, per lo sguardo che getta sulla società decadente di quei giorni di fine regime.
Significativo il dialogo, alla fine dell'inchiesta, dove il commissario si ritrova davanti l'assassino, un ex potente uomo del partito, in cui ricopriva un incarico importante, ora reo confesso, per sfuggire al linciaggio della folla:

Faccio politica, non demagogia. Ho cercato di dar mano alla costruzione di uno Stato, ma non ho nessuna voglia di essere additato a esempio sui libri di lettura delle elementari. Ho lottato, non fuggo, ma non sono nemmeno disposto a farmi linciare dal primo capannello di esaltati.”
“Quei capannelli di esaltati stanno cercando di far diventare questo paese un Paese libero. Lo fanno come può farlo una folla, cioè confusamente, senza avere chiara la meta, con gesti a volte odiosi. Meno odiosi comunque della vostra guerra e, per ora almeno, assai meno sanguinosi”
“Pensa che tutto questa festa cambierà qualcosa? Io la vedo altrimenti. Noi abbiamo rappresentato il tentativo di trasformare una plebe dispersa, riottosa, anarchica e pigra in un popolo capace di marciare a testa alta, alla pari con tutti gli altri. Certo, abbiamo dibuto rifilare qualche bastonata”
“E chi vi dice che quella che lei chiama plebe riottosa non fosse invece un popolo che voleva seguire la sua inclinazione naturalmente mite, gente che ama la libertà, inadatta alla guerra, non portata a mostrare i muscoli, sensibile al ridicolo, non meritevole di essere consegnata a parate da operetta e a romana cartapesta?

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Tramonto e polvere di Joe Lansdale

Questa è la storia di una donna e del suo percorso verso un riscatto morale, che la porta a ritrovare, usando le parole di uno dei protagonisti, il proprio baricentro, il proprio equilibrio. Il voler sfuggire al destino già scritto e cercare di costruirsene uno nuovo, una vita diversa: cercare una forza morale all'interno di sè, una forza che non si credeva di avere.

La donna si chiama Sunset, come tramonto, per il colore rosso dei suoi capelli ed è la moglie dello sceriffo in un piccolo paese del Texas Orientale, Camp Rapture, sorto attorno ad una segheria che da da lavorare a tutte le persone. Una mattina, durante un tentativo di stupro da parte del marito, stanca delle botte prese, gli sfila la pistola dalla fondina e spara.

Per una serie di circostanze e grazie all'aiuto della suocera, padrona della segheria, Sunset stessa prende il posto di sceriffo. Rovistando negli appunti dei casi insoluti, si imbatte in un omicidio misterioso e scopre una storia di sangue, una storia brutta legata ad un campo dove è presente un giacimento di petrolio. Siamo negli anni della depressione, durante i quali si stava scoprendo il valore del petrolio, che stava creando ad una nuova classe di arricchiti (con l'estrazione) ma che iniziava ad attirare anche nuovi delinquenti.

L'indagine porta Sunset a scontrarsi in persone inquietanti, come il signor Mc Bride e il suo braccio destro, il colosso Two. Ma anche persone infide ed egoiste come il signor Hillbilly, che tradirà la fiducia che Sunset gli aveva concesso. Sarà aiutata da un gruppo di persone, disperate come lei, ma desiderose anch'esse di lasciarsi il proprio passato alle spalle. In una lotta tra il bene e il male questo esercito di sconfitti troverà il coraggio di affrontare "i cattivi" nello scontro finale.

Un gran noir, ma anche un altro affresco di quel Texas nascosto, dove si mescolano povertà e ricchezza, pregiudizi razziali e misticismo religioso e dove le persone sono mosse da sentimenti profondi e violenti: amore e rabbia, avidità e slanci di generosità. Tra tutti i personaggi, spicca Sunset, vera eroina del west.

E tutt'intorno una natura che muta testimone degli imbrogli degli uomini, che viene descritta da Lansdale con parole poetiche. Ma una natura capace anche di far sentira la propria voce con forza, come in altri libri di Lansdale,nel finale con la tempesta di cavallette.

Queste descrizioni della natura nel Texas, mi fanno tornare in mente questa poesia, di una bambina, che compose in versi un tema il cui titolo era "Parlate del west, la regione in cui vivete":

"Dove comincia il west?
Dove si può andare più lontano e vedere meno,
dove ci sono più fiumi e meno acqua,
dove ci sono più mucche e meno latte,
dove c'è più umido e meno pioggia,
dove c'è più orizzonte e meno alberi,
che in qualsiasi altro posto dell'Unione
".

I link su ibs e bol
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Sulla difesa della nostra società

Ripensavo, con calma, alle dichiarazioni di Pera, sulla crisi morale dell'occidente: se avessero ragione loro, i talebani cristiani, mi chiedo cosa avrebbero fatto i primi martiri cristiani. Si sarebbero lasciati ammazzare, per testimoniare la forza della loro fede o si sarebbero difesi, lottando, combattendo?
E quella sera, al Getsemani, cosa sarebbe successo se Gesù avesse chiamato in soccorso una schiera di 12 angeli alati? (ho usato le stesse parole del papa, dal discorso che ha tenuto domenica a Colonia e che Blob a riproposto ieri).

22 agosto 2005

Pera e la questione morale

Un commento sulle dichiarazioni di Marcello Pera al meeting di CL a Rimini (link a repubblica e corriere) per cui "L'Occidente oggi è in grave crisi morale perché è la cultura dominante attualmente in Occidente a mettere in pericolo l'Occidente stesso".

Evidentemente sedere in un parlamento dove siedono persone condannate non è immorale per Pera.
Evidentemente i vari condoni, i colpi di spugna, gli attacchi ai magistrati ... non sono immorali per Pera.
Mi sembra la classica persona che vede bene la pagliuzza nell'occhio degli altri e non vedere la trave nel proprio (per citare il Vangelo che dovrebbe conoscere bene).

Non soddisfatto, il presidente del senato, ha proseguito:
In Europa - prosegue il presidente del Senato - si diffonde l'idea relativistica che tutte le culture hanno la stessa dignità etica; si pratica il multiculturalismo come diritto di tutte le comunità, e non importa se genera apartheid, risentimenti e terroristi di seconda generazione". Nel mirino di Pera anche i pacifisti e il concetto di società multietnica alimentata dall'immigrazione, colpevole di creare il "meticciato

Questa affermazione andava bene circa 50 anni fa, quando andava di moda il nero, i labari, il fez e le teorie sulla razza ....

Tanti auguri Camilleri

Ho aderito all' iniziativa del fan club di Andrea Camilleri (anche su thriller magazine), in occasione del suo compleanno, il 6 settembre 2005. L'idea è di mandare al maestro cartoline d'auguri da tutta Italia. Le informazioni necessarie le trovate al link di sopra.

Il messaggio che ho scelto, per la cartolina, è:
Io sottoscritto Aldo Funicelli, ntisu Alduccio,
ci mando chista catulina per farici tanti auguri!
Con tutto 'u cori Aldo Funicelli

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Alexandros, il figlio del sogno di Valerio Massimo Manfredi

Primo libro della trilogia che Valerio Massimo Manfredi dedica ad uno dei più grandi condottieri della storia antica, Alessando Magno. La storia parte dalla nascita di Alessando, fino alla partenza per la spedizione in Asia.
Già la nascita è annunciata da un evento profetico: lo spegnimento del fuoco sacro nel Tempio della Montagna della luce. Alessando eredita un vasto regno, creato grazie alle vittorie del padre, Filippo il macedone. Il re intende anche imporre la propria egemonia sulle città stato greche, che però lo vedono con sospetto. Quello macedone è considerato ancora un regno barbaro, nonostante le conquiste, se paragonato alla raffinata cultura che fiorisce a Tebe, ad Atene ...

Manfredi introduce, al proseguire della storia, altri personaggi che andranno ad influenzare il carattere del futuro re: la madre, Olympias, che proviene da una terra aspra e selvaggia come l'Epiro. Il legame tra madre e figlio rimarrà molto forte, nonostante la lontananza e gli eventi. Gli amici di infanzia, Efestione, Eumene ... che diventeranno la sua guardia personale (chiamata la Punta di Lancia).

Oltre ai personaggi della corte, Alessandro, nel periodo di formazione, ha due incontro fondamentali con due filosofi. Il primo è Aristotele, che viene chiamato dal padre Filippo ad educare il figlio (e i suoi compagni a corte), presso la scuola di Mieza, creata apposta per la sua educazione. Aristotele insegnerà ad Alessandro ad utilizzare gli strumenti della logica deduttiva, gli illustrerà le sue scoperte (la rotondità della terra, i principi dell'anatomia e della scienza). Il secondo filosofo è Diogene "il cane" con cui ebbe il famoso scambio di battute "dimmi cosa vuoi e io sarò felice di dartelo" "Fatti più in la che mi fai ombra". Ma gli insegnamenti dei filosofi però non riescono a frenare i desideri e le ambizioni di Alessandro, sempre più desideroso di seguire le orme del padre, conquistare nuovi spazi e nuovi regni.

Un aspetto da rimarcare è la scelta del linguaggio: Manfredi, come riporta a fine a libro, ha preferito usare, laddove c'era la scelta, un termine moderno come battaglione o generale, anzichè lochos o strategos. Questo rende più vicino a noi il racconto e i personaggi, ma forse, toglie quel senso di epico e storico presente nei classici.
Dalla descrizione delle persone, dei luoghi, delle battaglie, dell'ambiente di corte (tutti ricostruiti con grande ricchezza di dettagli) emerge una storia antica, raccontata usando un linguaggio moderno.
Emerge un'immagine di Alessandro molto umana, dai giochi d'infanzia ai luoghi delle battaglie, dai banchi di scuola alle stanze della corte, la cui vita è proiettata al raggiungimento del sogno, che gli è stato tramandato dal padre: il sogno di conquistare l'Asia "una pianura vasta come il mare e poi montagne così alte da perforare il cielo con le loro vette ( ..) deserti così estesi che occorrevano mesi per attraversarli e che oltre c'erano montagne completamente tempestate da pietre preziose".

La prima parte della trilogia termina con Alessando che, subentrato al padre come re di Macedonia, rafforza la sua egemonia sulle città della Grecia, distruggendo Tebe. Riconquistata l'egemonia sulla lega panellenica e la tranquillità interna, può così partire alla volta del sogno, alla conquista del regno di Persia.

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19 agosto 2005

Creature grandi e piccole di James Herriot

Nel 1937, il giovane veterinario James Herriot viene chiamato per il ruolo di assistente veterinario a Darrowby, nello Yorkshire. Fresco di laurea, James, trova in questo paesino dalle verdi colline un mondo a lui sconosciuto. Un mondo popolato da agricoltori e allevatori taciturni e a volte anche scontrosi, ma anche capaci di una cordialità genuina, con una tenacia ed un atteggiamento verso la vita che li portava ad affronatare le sfortune della vita (che avrebbero ridotto alla disperazione un'altra persona) con frasi come "si beh, sono cose che accadono".

Questo libro è la narrazione dei primi due anni passati a Darrowby: James assiste alla trasformazione dell'agricoltura, che in quegli anni sta sostituiendo il cavallo con le macchine agricole. Deve affrontare i malanni degli animali senza poter far uso della penicillina e antibiotici. A volte le uniche risorse sono acqua fredda e sale inglese.

Oltre agli animali e agli allevatori, deve vedersela anche con due persone dal carattere particolare: Siegfred Farnon, il suo bizzarro datore di lavoro e Tristan Farnon, lo spensierato fratello, studente universitario.Tra gli episodi raccontati, ricchi di spunti umoristici, James parla anche della sua storia d'amore con la futura moglie, Helen: una storia tenera e semplice come lo è il mondo che lo circonda.

Sicuramente una lettura che affascinerà chi ama gli animali, la natura, chi vuole fuggire dalla routine quotidiana, dalla vita di città: un libro che mette in risalto gli aspetti positivi della vita, come l'amicizia, gli affetti .. portando chi legge in una nuova dimensione dove l'uomo è solamente un essere che vive in armonia con la natura e le creature (grandi e piccole) che lo circondano.

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18 agosto 2005

Scirocco di Girolamo De Michele

Per parlare di questo libro prendo spunto da un articolo (citato nello stesso libro) di Stefano Reggiani del 1974 "si ha l'impressione che che lo scopo del racconto non sia quello tradizionale (chi è l'assassino), ma consista in una specie di opera aperta, continuamente adattata agli umori del pubblico e al gusto dell'intrigo. Contro ogni norma del giallo, i personaggi intervengono per diluire e sviare il racconto ... Un lettore superficiale, non esperto di cose politiche, ma soltanto appassionato di gialli, può arrivare a questa singolare convinzione: o l'autore ci vuole ingannare o non conosce il suo mestiere. Il lettore meno impaziente non ha sospetti sulle capacità dell'autore, ma intuisce che la grande alluvione di personaggi finirà per portarlo alla sazietà e all'indifferenza".

L'articolo parla degli anni del terrorismo, dove le bombe scoppiavano in banche gremite di gente, sui treni, nelle piazze e la gente vedeva comparire nelle indagini molti personaggi poi destinati a sparire nel nulla. Questa descrizione ben si datta a questo "giallo contro le regole", ad iniziare dai protagonisti. Un nucleo di reduci degli anni 70, Andrea ora poliziotto, Cristiano in carcere per scontare un delitto politico e il narratore, un investigatore privato che vive con la perenne paura di essere ancora abbandonato dalla persona che ama. Oltre a loro, Togliatti, un partigiano comunista, sempre rimasto all'erta perchè conscio che i nemici di allora non sono stati sconfitti, ma rimasti al potere nell'ombra. Infine due esponenti delle nuove generazioni: Lara, indipendente e bellissima, e Ferodo, un hacker esperto.

La storia inizia con Andrea che contatta l'amico investigatore (si erano persi di vista diversi anni prima): Togliatti, amico comune, potrebbe essere implicato in un delitto eccellente, il proprietario di un'assicurazione di Bologna, con un passato da repubblichino. L'investigatore conosce poi Lara e Ferodo, che lo aiutano nelle indagini, non proprio ufficiali, per scoprire cosa lega l'assicurazione ad un'agenzia viaggi e ad una nave fantasma che, in base ai documenti, non è dove si dovrebbe essere.

Si trovano coinvolti in un disegno oscuro, che coinvolge politici noti (De Michele introduche la figura del senatore Cappas, ispirandosi all'ex pres. Cossiga?), servizi deviati, rami occulti della polizia (come torna attuale questo tema, dopo la scoprta della DSSA) che stanno preprando qualcosa di grosso a Bologna. Qualcosa che rientra in un gioco più grande: chi non ha conoscenza della nostra storia recente sentirà parlare per la prima volta di "strategia della tensione". Attentati contro civili inermi provocati al solo scopo di fare vittime, per portare ad una rezione in senso estremista dello Stato. Sentirà parlare di Gladio (bruciata poco dopo il crollo del muro di Berlino per mantenere coperta la vera struttura), del progetto di Creative Destruction, della banda della uno bianca, dei fascisti di ieri (che vendevano le famiglie ebree ai tedeschi per 5000 lire), e dei fascisti di oggi (che con le bombe speravano di portare l'Italia verso una nuova forma di di regime, cun una repubblica dai "poteri forti", di tipo presidenziale).

La pagine dedicate all'amarcord dei "vecchi tempi" si alternano con un ritmo frenetico alle pagine dove i protagonisti (con una colonna sonora che mischia punk, rock e musica anni 70), in una lotta contro il tempo, devono sventare la minaccia che incombe su loro (con un vago sapore di deja vu): come in un gioco, dove la posta in palio è la nostra democrazia.

Al termine del libro l'autore ha riportato i link e i riferimenti a tutti i documenti (veri) citati nel libro. Atti di convegni nei quali si parla della guerra come strumento per rimodellare un paese, la lobby della armi, i memoriali di Moro e i discorsi di Saragat e Fanfani nei quali si prepara il terreno ad un colpo di stato, nel timore che i comunisti arrivassero al potere .... Anche solo per questo vale la pena di leggere questo libro.

Per quanto riguarda la strategia della tensione, che per anni ha insanguinato l'Italia, pur senza conseguire i suoi obiettivi politici, non possono non rilevarsi, accanto a responsabilità che si collocano fuori dell'Italia, indulgenze e connivenze di organi dello Stato e della Democrazia cristiana in alcuni suoi settori

Io però, personalmente e intuitivamente, non ebbi mai dubbi e continuai a ritenere (e manifestare) almeno come solida ipotesi che questi e altri fatti che si andavano sgranando fossero di chiara matrice di destra e avessero l'obiettivo di scatenare un'offensiva di terrore indiscriminato (tale proprio la caratteristica della reazione di destra), allo scopo di bloccare certi sviluppi politici che si erano fatti evidenti a partire dall'autunno caldo e di ricondurre le cose, attraverso il morso della paura, a una gestione moderata del potere. (dal meoriale di Aldo Moro)

I link su bol e ibs. Sul sito de I miserabili trovate una recensione e l'appendice a Scirocco con i link ai documenti citati; su carmillaonline un articolo sulla lobby delle armi.
Infine il link al sito di Wu Ming foundation.

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Grandi manovre Russia Cina

Sono in corso, nel Pacifico, le grandi manovre congiunte tra Russia e della Cina, le prime dal 1958, cui partecipano oltre 100000 soldati. Dureranno 8 giorni e saranno seguite da una seconda fase, che inizierà il 22 agosto, la quale si svolgerà in Cina nel mar Giallo (ansa e margheritaonline).
Oggi sono in corso le grandi manovre della Flotta del Nord nel mare di Barents, manovre che, secondo la stampa russa, non hanno precedenti neanche durante la Guerra Fredda. (articolo di Mario Sechi su legnostorto).

Queste manovre sono un chiaro messaggio che la Russia (ed anche la Cina) vuole dare all'amico (ed ex nemico) americano, per contrastarne l'egemonia nell'est asiatico, ma anche per ridurre le ambizioni americane in Iran: come a dire "non potete più fare di testa vostra, come in Iraq".

In un mondo dove la democrazia si esporta con le armi, perchè far parlare i diplomatici, gli uomini politici, le persone? Meglio mostrare i muscoli con la forza delle armi, che sono eloquenti più di molti discorsi. Siamo tornati alla corsa alle armi, come alla fine degli anni 70?

Ma riguarda anche gli assetti economici nell'est asiatico: la questione di Taiwan e della minaccia nucleare rappresentata dalla Corea del Nord sono due capitoli di un mosaico complesso in continuo mutamento.
"Un mosaico nel quale convergono interessi commerciali e finanziari che sono connaturati alla creazione entro il 2015 di un'area di libero scambio fra la Cina e i dieci aderenti all'Asean (l'Associazione dei Paesi del Sud-Est Asiatico, dalla Thailandia all'Indonesia, dal Laos al Vietnam, dalla Malaysia a Singapore)" (da
legnostorto).

Sulla nuova politica della Russia, di espansione a ovest (negli ex paesi del Patto di Varsavia) e ad est (nell'area del Pacifico) ne ha parlato anche il blog 2twins.

17 agosto 2005

Ti prendo e ti porto via, di Niccolò Ammaniti

In questo libro tanti piccoli racconti vanno ad incrociarsi, facendo incontrare persone strane e diverse tra loro, protagonisti che entrano in scena per poche pagine per poi scomparire. Centro di tutte le storie il paese di Ischiano Scalo, sulla via Aurelia. Ma tra tutti, quattro di questi emergono: il playboy Graziano Biglia, che dopo diversi anni, ritorna al paese per sposrae una ballerina, Erica, che poi lo pianta. La professoressa Flora Palmieri, rassegnata a trascorrere una vita sacrificata, dedicata alla cura della madre: una persona così distante da quella del playboy, ma che il destino (che Ammaniti si diverte a modificare a suo piacere) fa incontrare e innamorare. Pietro e Gloria: figlio di un pastore scorbutico lui, sogna di poter studiare, per non diventare come il fratello, pastore come il padre, e così poter allontanarsi dalla vita che il destino gli ha riservato. Lei è invece ricca, figlia di un medico: tanto introverso e timido lui, tanto sicura e decisa è lei. Non si crederebbe, ma anche queste due persone così diverse formano una coppia.

Le loro storie procedono parallele finchè, una sera, Pietro viene costretto, dai teppistelli del paese, ad entrare nella scuola e devastare l'aula tecnica. La professoressa ne prende le difese e l'assicura che non verrà bocciato. Graziano lo difende da un pestaggio degli altri ragazzi che lo credono una spia. Ma quando la storia sembra scorrere verso un binario scontato ecco che ancora il destino di diverte a deviarne il percorso, con un finale amaro che segnerà, per Pietro, il brusco passaggio dalla spensierata giovinezza alla vita adulta.

Un libro a tratti ironico, specie quando parla delle imprese del Biglia (ai fanghi di Saturnia) o del padre di Pietro (l'asino catapultato sul vicino), a tratti più drammatico, come nel finale, quando la morte fa capolino inaspettatamente nella vicenda. Si ride e si piange e ci si arrabbia per come la storia vada ad accanirsi contro Pietro, simbolo dei più deboli, dei più maltrattati.


Un altro pregio è la presenza dei personaggi, molto reali, tirati fuori dall'album dei ricordi di Ammaniti, con i quali si descrive quella fase delicata dell'adolescenza nella quale non si capisce bene quello che si vuole, ma si sogna di poter scappare dalla realtà che non ci piace e andare via. E' una visione un pò ingenua, proprio perchè tipica della mentalità di un adolescente, e questo ne costituisce, forse, il limite per il libro. Il messaggio che ci lascia è il non rassegnarsi alle decisioni prese dagli altri, ad un destino scontato: per Pietro, questo, significa preferire il carcere per poter scappare via dal paese a continuare la vita del padre.

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15 agosto 2005

Wake me up when september ends

Sta girando in questi giorni su MTV il nuovo video dei Green Day, "Wake me up when september ends", ultimo singolo tratto dall'album American Idiot.
Bella la canzone ma molto bello anche il video, che mostra la partenza di un ragazzo volontario per la guerra in Iraq, lasciando sola la sua raggazza che gli chiede "perchè mi hai fatto questo?" e lui "credevo avresti capito!".

Nel video sono presenti dei richiami al film di Stanley Kubrick "Full metal jacket": la scena del taglio dei capelli (metafora della perdita della libertà, delle proprie differenze ..) e, anzichè le rovine nella città di Hue, i militari americani si ritrovano in un imboscata tra le rovine di una città iraqena.

Summer has come and passed
the innocence can never last
wake me up when september ends
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