02 dicembre 2005

I falchi e le colombe

Le scadenze elettorali fanno perdere di lucidità ai politici italiani.
Sull'Iraq, ad es.:
Il New York Times (tradotto anche su italieni) critica invece l'atteggiamento ambiguo dell'Italia in Iraq: "Come può Silvio Berlusconi, che ha inviato in iraq tremila soldati, affermare adesso in maniera così perentoria che ha cercato di convincere il presidente Bush a non intervenire?", si chiede il corrispondente Ian Fisher."E come mai i leader dell'opposizione, che hanno marciato in grandi cortei pacifisti, ora sembrano esitanti su un rientro troppo affrettato dei soldati?".
La risposta è che, con l'avvicinarsi delle elezioni, è sempre più difficile "distinguere tra i falchi e le colombe": così, mentre Berlusconi dichiara che la maggior parte dei soldati tornerà "coincidenza o meno, in tempo per la scadenza elettorale", anche l'opposizione fa i suoi conti, con un occhio all'elettorato moderato.

Sul problema del ponte di Messina: "Non è passato neanche un mese dall'assegnazione dell'appalto per la realizzazione della più costosa opera pubblica mai progettata in Italia", spiega il quotidiano spagnolo El Mundo, "e già si sospetta che la gara sia stata truccata". (su italieni).
Al centro della vicenda ci sono Paolo Savona, ex presidente di Impregilo, l'azienda che si è aggiudicata i lavori per la realizzazione del ponte sullo Stretto, e l'economista Carlo Pelanda. In una conversazione telefonica intercettata dagli investigatori, Pelanda aveva affermato: "La gara per il ponte sullo Stretto la vincerà Impregilo".
La cosa grave, afferma la corrispondente del Mundo Irene Velasco, "non è solo che la conversazione si è svolta diversi mesi prima della fine della gara, ma anche che secondo Pelanda sarebbe stato il senatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri, uno dei più stretti collaboratori di Berlusconi, a dargli l'informazione".
La risposta dell'opposizione, da parte di Fassino (su yahoo): "Il problema oggi è capire che cosa deve essere il Ponte di Messina. Se è soltanto un ponte, privo di un contesto, di un piano di sviluppo complessivo, delle infrastrutture, rischia di essere solo una cattedrale nel deserto. Se invece è concepito come un grande progetto, dentro una strategia di espansione e di sviluppo, può essere un'altra cosa".

E sulla Val di Susa? Gli abitanti della valle, l'opera non la vogliono, indicandone l'inutilità e la pericolosità: da che parte dovrebbe schierarsi la sinistra? Anche questo problema diventa terreno di scontro politico. Leggete gli articoli dei diversi schieramenti, pro e contro TAV: stampa, unita, giornale.
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