12 gennaio 2006

Capitani coraggiosi o capitalisti furbi

Grillo oggi fa una provocazione:
Ho deciso di fare il capitano coraggioso, quello, che se un presidente del consiglio gli offre una grande azienda statale, la compra a debito con i soldi delle banche.
Il debito poi lo scarica sulla società e, in seguito, se la vende , ci fa pure i soldi, la plusvalenza.
Io il coraggio ce l’ho e chiedo a questo governo di vendermi la sua quota nell’ENI e a Banca Intesa, Unicredit e San Paolo IMI di prestarmi i soldi.
Lo fanno tutti.Lo hanno fatto i capitani coraggiosi con la vendita di Telecom Italia, lo ha fatto il tronchetto con la ri-vendita di Telecom Italia.


La tecnica l'aveva già svelata la trasmissione Report, nella puntata "I fazisti":
VOCE DELL’AUTORE FUORI CAMPO
Fermiamoci su Gnutti: l’uomo che ha scalato Telecom nel 1998 con Colaninno e l’ha poi venduta a Tronchetti Provera ma sta ancora con lui nella società Olimpia che controlla Telecom. Quella scalata del ’98 l’ha fatta con i soldi delle banche.
BANCHIERE ANONIMO
Per la prima volta in Italia si è vista all’opera quello che sui mercati stranieri era conosciuto da tanto tempo, soprattutto in America, che si chiama il sistema dell’acquisition finance: la finanza per acquistare aziende. Come funziona? Un imprenditore, che può anche non disporre tutto il capitale dell’azienda che vuole comprarsi, si rivolge a banche, normalmente grandi banche d’affari estere come nel caso Telecom e come adesso nel caso Corriere della Sera, che gli forniscono i capitali per provare a comprare una società. Presenta un progetto industriale, cioè un progetto in cui lui dice “io voglio comprarmi la Telecom, voi mi prestate i soldi, quando ho comprato la Telecom i soldi ve li restituisce la Telecom”: questo è lo schema dell’operazione. In cui ovviamente l’acquisizione, in questo caso una privatizzazione, non crea capitale nuovo per un’azienda importante come quella della telefonia italiana, ma anzi l’azienda importante verrà indebitata per restituire i soldi di chi l’ha comprata. È un sistema per cui tra due soggetti – chi vende e chi compra – si scambiano i ruoli: alla fine paga chi è comprato, e questo è successo con tutte le privatizzazioni italiane. Chi ha guadagnato dalle privatizzazioni italiane sono le grandi banche d’affari straniere. Facevano da advisor al Ministero del Tesoro quando si trattava di vendere e da finanziatori agli imprenditori quando si trattava di comprare. Come dire, se si gioca dalle due parti del tavolo è difficile perdere.
VOCE DELL’AUTORE FUORI CAMPO
I tavoli su cui gioca Gnutti sono almeno tre: Antonveneta, Bnl, Rcs. La sua holding, l’Hopa è nei fatti l’anticamera degli affari e delle scalate. Nel consiglio di amministrazione ci sono Giovanni Consorte dell’Unipol legato ai Ds, Giampiero Fiorani, Stefano Ricucci e Ubaldo Livolsi, già amministratore Fininvest e uomo di fiducia di Berlusconi. Tutti quanti insieme.

E' la nuova forma di capitalismo: il capitalista non rischia nulla, rischia solo chi viene acquistato. Con la complicità delle banche e degli enti di controllo.

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