28 giugno 2006

Afghanistan o non Afghanistan?

Il rifinanziamento della missione in Afghanistan diventa il primo scoglio della maggioranza.
I comunisti italiani vorrebbero un ritiro immediato, cosa impossibile da portare avanti in modo unilaterale.

Il rischio di un voto di fiducia (al Senato) ha portato ad un accordo:la creazione di un comitato interparlamentare di monitoraggio sulle missioni aperto al contributo di esperti esterni al Parlamento.
Ora, se il discorso è legato alla copertina corta, per cui in assenza di fondi, dovendo scegliere tra i cantieri in Italia (e l'università, la sanità pubblica ...) e le missioni all'estero, è corretto privilegiare gli investimenti in Italia.
Ma, siccome parliamo di sicurezza internazionale, non possiamo non chiederci se possiamo permetterci un regime talebano che governi l'Afghanistan. Già oggi il controllo del territorio sfugge alle truppe della Nato, con un ritiro delle truppe si arriverebbe ad una situazione tipo Somalia. Con la Sharia e le corti islamiche ...

Possiamo permettercelo? Forse, finchè ci lasciano stare in pace, finchè non ci ricattano col petrolio, finchè i Talebani non arriveranno fin sotto il Mediterraneo.Per questo, l'idea del ritiro immediato mi sembra sbagliata. E qui arriviamo al punto: cosa ha realizzato la missione fin'ora? Quali obiettivi ha raggiunto?
Questo non lo sappiamo: un pò per colpa nostra, perchè le montagne dell'Afghanistan sono TANTO lontane. Eppure sono nostri soldi: dunque l'idea di un comitato di monitoraggio non mi sembra sbagliata.
Dunque si alla guerra in Afghanistan (perchè di guerra si tratta), ma vogliamo dei risultati, magari non subito, iniziando dal traffico dell'oppio.

Un'ultima cosa, per concludere: l'Italia ripudia la guerra. E la guerra non deve essere usata come strumento di esportazione delle democrazia. E Saddam? Semplice: non si possono corteggiare i signori dittatori quando fanno comodo (Saddam durante la guerra contro l'Iran, i Talebani durante la guerra in Afghanistan), vendergli armi e tecnologia militare (se non peggio) e poi scaricarli quando non fanno più comodo.Saddam non è peggio di Gheddafi, del dittatore in Corea, di Milosevic (che le nazioni occidentali osannarono come grande statista nel 1995 per il suo ruolo nella pace di Dayton).
I dittatori (e le dittature) vanno tagliati alla radice.
Ma perchè si arrivi a questo si devono rinforzare gli organismi internazionali, Nazioni Unite & Co.
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