20 luglio 2006

Una generazione di eterni giovani

Appartengo alla generazione dei trentenni. Figli di operai che han mandato a studiare i propri figli (perchè loro non han potuto), hanno potuto comprarsi una casa (modesta ma sempre un tetto), una macchina.I figli di questa generazione devono fare il mutuo per compare una casa. Quando va bene, perchè se hai un contratto da precario, il mutuo non te lo fanno.

Mio padre poteva guardare il futuro in termini di anni: lavorare, costruirsi una famiglia, coltivare i suoi hobby (il cinema, la lettura e la fotografia). Noi possiamo guardare solo al domani, in temini di mesi. L'orizzonte si è abbassato, come le nostre ambizioni.
La mia generazione ha goduto dei benefici ottenuti dalle lotte sindacali di chi ci ha preceduto: penso al sistema sanitario, agli enti per le case per dei lavoratori, allo statuto dei lavoratori ...
Ma si trova ora a cavallo di due mondi: di chi ci ha preceduto, e della generazione dei co co co, di quelli che ora escono dalle università e si ritrovano con un contratto precario in mano. E nessuna alternativa.

I trentenni di oggi sono cresciuti con alle spalle le speranze dei nostri padri, ma si è poi ritrovata davanti il crollo delle illusioni: il falso mito della carriera, del posto fisso, della sicurezza di potersi costruire una vita con i propri sforzi. Non possiamo crescere: come fai, se paghi metà stipendio per un affitto, un'altra generosa parte per le spese correnti (mangiare, vestire), qualcosa per la macchina (bollo, assicurazione, benzina ...), a pensare di costruire qualcosa di tuo?
Qualcosa come una famiglia, dei figli. Non ci pensi nemmeno a fare dei figli, se pensi a quanto dovrai rinunciare, ai sacrifici da fare, per la loro crescita. Vestiti, medicinali, asilo, scuola, libri ....

Non solo non riusciremo a realizzarci dal punto di vista lavorativo (a meno di sacrifici in termini di ore lavorative), ma nemmeno dal punto di vista umano, sociale.

Cosa lascerà ai posteri la nostra generazione? Poco o nulla: non potendo costruire nulla. Saremo una generazione condannata all'eterna giovinezza: d'altronde è questo il messaggio che arriva di media, dalla pubblicità. Un messaggio che premia il più bello, sano, giovane. Un messaggio che considera la vecchiaia come qualcosa di negativo, da nascondere.
E allora vai col lifting, con le massacranti sedute di palestra, per cancellare i segni del tempo.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Lifting? Palestra?
Come dice il personaggio di un film di Almodovar: "Uno e' tanto piu' vero, quanto piu' si avvicina all'immagine che ha di se stesso"


ps.: post davvero bello!

alduccio ha detto...

Grazie .. post nato dall'amarezza del vedere le persone lottare ogni giorno non per una vita migliore, ma per una sopravvivenza migliore.
La domanda da farsi ora è: se io e quelli come me ci siamo impovriti, chi si è arricchito in questi anni?

Anonimo ha detto...

Mi sa che io faccio parte della tua stessa categoria. :-(
Probabilmente si e' arricchito, chi e' gia' ricco o chi ha un'attivita' in proprio, nella quale e' molto facile evadere.