10 settembre 2006

Olive comprese di Andrea Vitali

Tante piccole storie, qualcuna breve, della durata di una pagina, altre più lunghe; tanti personaggi testimoni di un mondo che sta a cuore ad Andrea Vitali. Il microcosmo di Bellano, negli anni ruggenti del fascismo, in riva al lago di Lecco: qui, troviamo il prevosto, la perpetua, il medico e il maresciallo del paese.
Ma anche la prostituta del paese chiamata “l'uselanda” (ornitologa), il bocia, la “drizzona”, una prostituta incaricata di gestire i “casi particolari”. Ma anche persone come la Sofistrà, capace di leggere il futuro delle persone dalle linee delle mani e in grado influenzare la personalità della moglie del podestà, Dilenia Settembrelli.

Una storia corale, dunque, da cui emergono le vicende di quattro ragazzi del paese, come i “vitelloni” di Fellini, che passano le giornate tra il bar del paese, il casino. Un loro scherzo fa da scintilla per le vicende, poiché è causa involontaria della morte della vedova Fioravanti. Il maresciallo Maccadò, che già nel passato aveva dovuto subire passivamente le loro burle e non era stato in grado di fargliela pagare, ora può vendicarsi e così si impegna allora a raddrizzare loro la schiena. E i quattro “ragazzacci” dovranno mettere la testa a posto.
Così la scena si allarga dalle rive del lago, fino a Roma, dove si trasferisce il figlio del Navacchi, Ludovico; fino alla Spagna, dove il Girabotti, il figlio del direttore delle poste va a combattere la guerra.
Non poteva mancare, come ne “La figlia del podestà” un eroina: la Filzina, promessa sposa del Risto, uno dei quattro. Una ragazza apparentemente debole e timida, ma che si dimostrerà forte al bisogno.

Uno stretto e complicato intreccio lega persone, storie e luoghi; alcune di queste sono divertenti altre più tristi, dove fa capolino la morte. Si intuisce il gusto del raccontare un mondo lontano, ma reale e profondo. Un piccolo mondo che si affaccia su un lago che sembra essere sempre presente, che Vitali riesce a farci immaginare molto bene. E forse è veramente Bellano il vero protagonista del libro.

Dall'intervista a
cafelletteraio:
D. Ci sono ancora gli anni Trenta, come mai? La modernità non l'attira?
R. No, non è che non mi attiri la modernità, ma gli anni Trenta mi attraggono di più. Innanzitutto il filtro del tempo permette di guardare a quell'epoca da una giusta distanza. Secondariamente molte delle mie storie hanno delle connotazioni storiche molto precise, che obbligano alla scelta: per fare un esempio, se uno parla di ”podestà“, non può che farlo nel periodo 1925-45, a meno di non voler andare molto più indietro. E poi, soprattutto, c'è il fascino di poter immaginare un paese qual era all'epoca, come un piccolo mondo autosufficiente, quasi autarchico, nel senso migliore del termine, che doveva cercare all'interno di sé, nelle proprie risorse, le energie per vivere, e vivere decentemente. È stato grazie a questo sforzo creativo che da noi sono nati personaggi che hanno segnato indelebilmente la nostra microstoria lasciando un ricordo che dura a tutt'oggi.

Il titolo “Olive comprese” si riferisce ad una particolarità del promesso sposo, il Risto ...


Andrea Vitali ha vinto il Premio Bancarella 2006 per il precedente libro “La figlia del podestà”.
I link su bol e ibs
L'intervista dell'autore su infinitestorie e il sito dell'autore.
Technorati:

Nessun commento: