23 gennaio 2007

L' uomo che guardava passare i treni di Georges Simenon

Kees Popinga è un uomo che conduceva una comoda vita borghese (una casa in mutuo, una moglie e una figlia), che aveva come unica ambizione quella di "veder passare i treni": "possedeva una casa nel miglior quartiere di Groninga, una stufa del modello più perfezionato, scatole di sigari sul caminetto e un eccellente apparecchio radio da quadi quattromila franchi".
Quest'uomo, per la bancarotta del suo padrone, si ritrova all'improvviso senza lavoro.
E, improvvisamente libero dai legami di un'esistenza dentro la quale si è nascosto per 15 anni, inizia una nuova vita. In perenne fuga da qualcosa, tra l'ebbrezza di non aver più nessun vincolo con qualcosa o qualcuno, nessun obbligo (nemmeno morale), fino alla lucida pazzia del delitto (di chi non riesce a comprendere il suo essere).
Lucidità di chi sa di essere nel giusto; di chi, per la prima volta da anni, riesce ad osservare la realtà da un altro punto di vista.
E scoprire che i diversi sono gli altri.
Chi è Kees Popinga?
Un "mostro" per i giornali (per l'assassinio di una prostituta che gli ha riso in faccia), che ne tracciano un quadro in cui lui non si riconosce. Anzi, lui stesso scopre che nessuno mai lo potrà capire: nemmeno la sua famiglia, da cui è fuggito per arrivare a Parigi, che crede in un momentaneo momento di crisi.Arriva a scrivere delle lettere di sfida alla polizia ("prendetemi se ne siete capaci") e ai giornalisti, cui tenta, inutilmente, di spiegare la sua verità, la sua versione dei fatti:
"Per quarant'anni mi sono annoiato. Per quarant'anni ho guardato la vita come quel poverello che col naso appiccicato alla vetrina di una pasticceria guarda gli altri mangiare dolci. Adesso so che i dolci sono di coloro che si danno da fare per prenderli".
E, ancora ..
"Dunque, non sono né pazzo, né maniaco! Solo che a quarant'anni ho deciso di vivere come più mi garba senza curarmi delle convenzioni né delle leggi, perchè ho scoperto un pò tardi che nessuno le osserva e che finora sono stato gabbato".

Questo libro cambia tutti i punti di riferimento della nostra società (sebbene sia ambientato negli anni 30): chi è l'eroe? Chi è il giusto?
Mostra quanto labile sia il confine tra l'essere l'onesto padre di famiglia (rispettoso dei valori borghesi di casa, famiglia, lavoro) e un freddo assassino.
Ossessionato dall'idea di svelare agli altri la "sua" verità, sul chi è veramente Kees Popinga, inizia a scrivere su un taccuino le sue memorie "La verità sul caso Popinga".
Ma non andrà oltre al frontespizio: "non c'è una verità, ne conviene?", è l'amaro finale.

Il libro su internetbookshop.
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1 commento:

Anonimo ha detto...

Sto leggendo anke io questo libro e devo dire ke mi ha veramente affascinata da tutto il suo mondo!