09 febbraio 2007

A lezione da Gigi Proietti

Grande lezione di teatro di Gigi Proietti, ospite di Serena Dandini a Parla con me.
Tema dell'intervento: la recitazione e l'interpretazione delle poesie. Secondo lo stile degli attori teatrali “impegnati”: tono di voce bassa, lo scuotere della testa, gli occhi rivolti verso l'alto (come a cercare un ispirazione dai .. lampadari), la passeggiata lenta, in avanti per poi tornare indietro, con passo più deciso.
Ha cominciato con Petrolini “La canzone delle cose morte” (mp3 su questo forum il testo): poesia colta vista dal basso, una curiosa parodia letteraria, che rassembla e dissacra i versi immortali di Dante, Foscolo, Ariosto e compagnia bella.

Poi ha recitato, con la sua solita verve, “I cipressi” di Carducci e “La pioggia nel pineto” di D'Annunzio con lo stile dei suoi professori di lettere.
Quando ti recitano le poesia in dialetto pugliese (con tutto il rispetto), come fai a non ridere.
Gran finale con una poesia di Fosco Maraini, "il lonfo", inventore di poesie metasemantiche (qui un generatore di termini), recitata dall'attore ( inventato?) Narciso Vanesi:

"... È frusco il lonfo! È pieno di lupigna
arrafferìa malversa e sofolenta!
Se cionfi ti sbiduglia e t'arrupigna
se lugri ti botalla e ti criventa.
Eppure il vecchio lonfo ammargelluto
che bete e zugghia e fonca nei trombazzi
fa lègica busìa, fa gisbuto;
e quasi quasi, in segno di sberdazzi
gli affarfaresti un gniffo.
Ma lui zutot'alloppa, ti sbernecchia; e tu l'accazzi."

Nei prossimi giorni troverete sul sito media.rai i video della puntata.

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