10 aprile 2007

Un anno dalle elezioni

Che aria si respira ad un anno dalle elezioni del 2006? C'è stato veramente un cambiamento?

A chiedere in giro si raccoglie un pò di malcontento, incertezza tanta, fiducia pochina: tanta era l'aspettativa da una parte degli italiani su temi come la precarietà, la redistribuzione dei redditi, aiuti alle famiglie intesi come minori spese per istruzione e sanità, che era impossibile soddisfare tutti in un solo anno.

Se gli italiani non sono pienamente soddisfatti da quello che il Governo ha fatto, l'opposizione ha poco da gioire, comunque. Sia per le responsabilità su ciò che ha fatto (condoni, leggi ad personam, i faraonici progetti delle grandi opere), sia su ciò che non ha fatto (le liberalizzazioni, incentivi alle imprese).
Stiamo meglio o peggio, dopo un anno?
Alcuni dati di fatto: i salari più bassi d'Europa (come crescita), dopo il Portogallo.
Un mondo del lavoro che non permette progetti a lungo termine (per le persone) e non da garanzie (possiamo fidarci dei Fondi pensione?).
Una sempre maggiore distanza tra i ceti alti (chi si è arricchito in questi anni) e chi arriva con fatica alla terza settimana (notizia che è sparita dai giornali).
Una distanza tra quella che è l'offerta del mondo del lavoro (bassi stipendi, poche garanzie e basso profilo di competenze) e quello che sforna il mondo dell'università (laureati con alto profilo tecnologico). Il mondo delle aziende vorrebbe tutti i giovani callcenteristi? Poi non stupiamoci se i cervelli scappano all'estero e in Italia rimangono solo “nani e ballerine” (con tutto il rispetto per nani e ballerine).

Una parola a Confindustria: dove sono gli industriali, ora che servirebbero per rilevare Telecom? Forse che si muovono solo se hanno garanzie da parte di mamma Stato? E poi parlano di rischio d'impresa ..

Ma questo governo dura o non dura? Difficile governare sotto ricatto. Nel 2001 non c'era tutta questa attenzione a quello che il governo faceva o non faceva. C'era il terrorismo, c'è stato l'11 settembre, l'introduzione dell'euro. Ma ora sembra che siamo diventati tutti esperti di economia, politica interna e internazionale.
Quanti sapevano, nel 2002, dove si trova Kabul, che lingua è il Pashtun, chi sono i taliban?

Anni di berlusconismo hanno rigenerato la sinistra dei movimenti, che si è riunita nei girotondi, che ha fatto le marce, ha occupato le piazze. E ora si batte a Vicenza e in Val di Susa (contro la Tav), a Serre e a Latina (contro gli inceneritori e le discariche). Gente di sinistra (ma non solo). Anche loro meritano rispetto: anche grazie a loro esiste questo governo e non si può continuare a ripetere “altrimenti torna il lupo”.

Mi chiedo se, i dirigenti del futuro Partito Democratico non stanno a guardare troppo in alto, verso le poltrone da occupare. Dovrebbero guardare anche un po' in basso: c'è il rischio, altrimenti, che le suddette poltrone si poggino poi su un vuoto. O peggio, che succeda il due per tre: che da due partiti del centro sinistra se ne crei uno, grosso di centro, e altri due scissionisti.

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