30 maggio 2007

Chi arrestò i membri della Uno bianca

Come è finita la storia della Banda della Uno bianca?
Furono due poliziotti, l'ispettore Baglioni e il sovrintendente Costanza, a seguire la pista giusta e ad intuire (in barba ai vari pool che stavano indagando e che seguivano piste su terroristi, slavi ...) che i membri della banda potessero essere persone in seno alle forze dell'ordine.
Un lavoro di appostamenti attorno alle banche, di ricostruzione dei delitti, di ricerca.
Fino a risalire a Roberto Savi, mente della banda. Con un incarico operativo alla questura di Bologna.

Quel giorno, il giorno dell'arresto, il 21 novembre 1994, quando dei poliziotti arrestarono altri poliziotti, si poteva essere veramente orgogliosi di quella divisa.

E dopo, Baglioni e Costanza?
"Dopo, cosa?".
Non so, scatti di carriera, cose così...
"Hanno detto che se volevamo una promozione dovevamo fare ricorso, però ci hanno dato un encomio... solenne".
Che è sempre meglio di un calcio nel sedere. Quanto allo sfruttamento delle capacità rivelate...
"Il primo incarico successivo alla Uno bianca è stato nella lotta all'abusivismo da spiaggia".

Tradotto: controlli ai vu cumpra'.Ci scherzano.
"Ci siamo sempre definiti poliziotti da spiaggia, ridendo: va' che lo siamo diventati".

L'hanno presa così: amano il lavoro che fanno, il giorno da leoni l'hanno vissuto, se è un mondo di pecore, amen. Quanto al magistrato, Daniele Paci, sono rimasti amici. Lui, però, si è fatto trasferire a Pesaro, dove svolge le funzioni di giudice per le indagini preliminari e non ha bisogno di prendere le inchieste con le molle per non scottarsi.
Baglioni e Costanza lo chiamano al telefono. È allegro e nasconde l'amarezza. Anche lui ha fatto il suo dovere e poi è passato alla cassa per le conseguenze. Senza rimpianti.
Ha nuove passioni: sci estremo (si è infortunato una spalla, maledetta Uno bianca), immersione subacquea e, soprattutto, degustazione di vini.
Quando viene a cena da Baglioni, ha sempre con sé una bottiglia per ciascuna portata e, alla fine, brindano al fatto di essere scampati.
Non soltanto ai Savi, è da presumere.
Non fanno polemiche: il capitolo è chiuso e la vita va avanti, almeno fino al 2004, quando un nuovo giro di ruota potrebbe capovolgere il senso delle cose e concedere i benefici di legge a chi, della legge, ha vissuto nel disprezzo pur portandone le insegne.

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