13 maggio 2007

Compagni che sbagliano Di Gianni Barbacetto

Compagni che sbagliano. La sinistra al governo e altre storie della nuova Italia di Gianni Barbacetto.

Il libro si apre con una breve cronistoria del primo anno del governo Prodi, per finire con episodi di cronaca, poco edificanti, che riguardano le cooperative rosse.
Si inizia dalle elezioni del 2006, con tutte le aspettative del popolo della sinistra e del centrosinistra, dopo cinque anni di lunga opposizione, per una svolta, per concludere con la scoperta che, tra noi e il centrodestra, non c'è grandissima differenza quando si tratta di fare affari.

Eppure ci eravamo bene illusi: sono stati duri i cinque anni passati all'opposizione, avevamo visto di cosa erano capaci gli “altri”. Dalla presa in giro della legge Gasparri, alla ex Cirielli (sui tempi di prescrizione dei processi), alla depenalizzazione del reato di falso in bilancio, la riforma della Giustizia ...

In assenza di una opposizione seria e capace di farsi sentire in Parlamento, si era mobilitato il “popolo” della sinistra: coi girotondi, con le manifestazioni per la pace e in difesa della Costituzione.
Forse anche per questo, è ancora più duro accettare e assimilare questo centrosinistra che si dimostrato incapace di dare segnali giusti alla propria base.

E si che il buongiorno si era visto dal mattino: da quelle elezioni col sospetto dei brogli, che il governo attuale non ha mai voluto chiarire. Anzi chi ha gridato subito allo scandalo, come Enrico Deaglio è finito sotto inchiesta. Lasciando solo al l'ex presidente la possibilità di tirar fuori questo argomento (senza contraddittorio ovviamente).
Nella prima metà, il “Diario del cambiamento”: ne sono successe di cose durante questo 2006, inizio 2007.
L'arresto di Provenzano, le votazioni dei presidenti della camera, della Repubblica (da Amato a D'Alema col rischio Andreotti); calciopoli; l'indulto (Tanzi, Cragnotti, Geronzi, Ricucci ringraziano); le leggi ad personam che non si possono cancellare perchè non c'è ttempo (dichiarazione del min. Santagata). Lo scandalo del dossieraggio Telecom con appoggi del Sismi; Pollari che rimane in carica per mesi; la riforma dei servizi cucita addosso all'ex capo del Sismi; il rapimento Abu Omar dove il governo chiede alla Corte Costituzionale se la magistratura non abbia violato il segreto di Stato. Un primo accenno timido alla legge sul conflitto di interessi (anche se, come dice Marco Rizzo, il dimagrimento sarebbe pagato prima di tutto dai lavoratori).
Ma siamo sicuri che al governo c'è il centrosinistra?

La seconda metà narra della mutazione genetica dei partiti italiani: dagli ex fascisti di AN, “i neri per per caso”, prima contro la mafia poi al governo con UDC e F.I. Da La Russa a Ligresti, passando per altri ex socialisti finiti sotto mani pulite. Come Marcellino Gavio, Giovanni Terzi, Ombretta Colli e il Ds Filippo Penati (e la storia delle azioni della Serravalle).

Un capitolo a parte lo merita il partito di Casini, l'UDC, “io c'entro” era il loro motto: e in effetti nelle indagini per mafia in Sicilia c'entrano sempre. Partiamo da Cuffaro (e Saverio Romano, Mimmo Miceli, Giorgio Riolo, Guttadauro, Ciuro) per arrivare fino a Lorenzo Cesa (condannato per corruzione ma prescritto dunque innocente). Mica male per il partito che si dice cristiano nei valori.

C'era una volta la Lega di “Roma ladrona”, ora c'è il partito che ha tifato Fazio (l'ex governatore della Banca d'Italia) che aiutava Fiorani nelle sue scalate che a sua volta aiutava la banca padana Credieuronord ad uscire dalla crisi.

E proprio l'estate delle scalate ci ha mostrato il vero volto di questa politica, dove ogni cosa è intrecciata: dalle scalate che erano due (Unipol su BNL e BPI su Antonveneta) ma gestita da una sola regia; di come tutti i partiti fossero interessati al concerto (non quello musicale). Dai DS per Unipol (ma la questione morale dov'è finita?), a F.I. e Lega per Fiorani.
La “Bicamerale segreta” la chiama Barbacetto: io do una cosa a te e tu dai una cosa a me.

Ancora oggi sappiamo poco di chi c'era dietro le scalate dell'estate del 2005 (che ruolo aveva il governo?). Ma sappiamo che nulla è stato fatto per evitare che quanto poteva capitare riaccada: Fazio se ne è andato da solo, i politici intercettati si difendono con la legge Mastella che vieta il divulgare delle intercettazioni. Tanto rumore per nulla?

Arriviamo al gran finale delle “imprese rosse”: sono casi emblematici che fanno riflettere sulla reale natura di parte degli esponenti dei DS e del mondo delle cooperative rosse.

  • La Movicoop: una coop vicina ai comunsti di Cossutta che gestisce la movimentazione della trezzature sceniche di Mediaset.
  • Lo scandalo delle Coop in Umbria, la Coop Centro Italia: una storia di appalti e mazzette.

  • Il caso del dirigente DS Vladimiro Crisafulli, filmato a conversare di appalto e affari con un mafioso; questo fa coppia col caso di Calogero Gueli, accusato di fare affari con la famiglia mafiosa dei Falsone

  • Infine la storia della mattonella, a Novate milanese: Tobia Mattana aveva scoperto sotto una mattonella dei libretti sociali della Benefica (la Coop locale). Erano libretti di risparmio intestati a persone inesistenti: un tesoretto segreto a disposizione per operazioni riservate. Mattana ne denuncia la scoperta, col risultato di essere cacciato dalla presidenza, come Bruno Fedeli, il segretario Ds locale che lo aveva scelto. La loro colpa? Il non aver lavato i panni sporchi in casa.

Che fare ora, si chiede l'autore (che in tutto il libro ha scelto di non nominare mai l'ex presidente del Consiglio)? Stare a guardare o puntare i piedi col rischio di passare per Giustizialisti o sentirsi dire che se ci fosse una crisi torna il cavaliere?
Il libro non da risposte: ma lascia un profondo senso di amaro. Vedersi narrati tutti assieme (e in fila) le cronache di un anno, leggere oggi le dichiarazioni di sostegno a Ricucci & co., la mitezza contro gli spioni, contro chi negli anni passati ci ha dato dei coglioni, chi ha attaccato magistrati giudici ...
è un po' come tornare a casa e scoprire il tradimento della moglie.
Tu lo sapevi che era un pochino larga di vedute. Ma vederla abbracciata ad un altro, fa tutto un altro effetto.
Forse ha ragione Barbacetto: siamo proprio sotto sindrome di Stoccolma.

Oppure come ha detto Nanni Moretti “con questi dirigenti non vinceremo mai” ..

Il Sito del Saggiatore editore; il link ordinare online il libro su internetbookshop.

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2 commenti:

mario ha detto...

Cosa fare è una bella domanda. Secondo me ci sono due possibilità:
1- non votarli più (non andarci proprio al seggio), denunciare sempre ed in ogni occasione e lottare su singole questioni ogni volta che c'è l'occasione.
2- iscriversi al PD fare carriera e l'intrallazzatore e sbattersene le balle, tanto si vive una volta sola.
Al di là della provocazione credo che sia difficile ottenere qualcosa se non diamo il giro a questa classe dirigente.
p.s.
io ero certo di questa fine.

alduccio ha detto...

Io sono per la gogna mediatica: facciamo rumore, facciamoci sentire, .. anche io come intrallazzore verrei subito sgamato. Non sono portato.