25 luglio 2007

W l'Italia diretta: Inquinati

"Si fa presto ad inquinare. Poi però è difficile sanare una situazione di inquinamento".

Siamo a Gela, nel paese del Petrolchimico dell'Eni. Un paese dove acqua, aria e terra sono inquinate.

Si fa presto ad inquinare: negli anni 60, quando è partito l'impianto di estrazione del petrolio, non c'era la cultura ambientale e mancavano anche le tecniche per effettuare i controlli.
L'Eni poteva, con l'arma del ricatto del lavoro, far accettare agli abitanti di Gela (e ai politici), questa situazione: impianti con perdite di petrolio dentro il terreno; residui di lavorazione scaricati direttamente in mare; fumi tossici liberati nell'aria.

O così o ce ne andiamo.
Chi lo spiega, agli abitanti di Gela, che in nome del profitto di impresa, è stato fatto scempio del territorio; non solo negli anni 60, quando forse mancava la cultura. Ma anche negli anni 70, 80, 80 .....

Chi spiega alle madri che il loro figlio nascerà con delle malformazioni congenite (520 bambini su 13020 dal 1991 al 2002; su 770 bambini nati, l'anno scorso, 46 presentavano delle malformazioni), perchè un'azienda dello stato non ha potuto o voluto fare dei controlli?Da 50 anni cosa bevono, mangiano, respirano gli abitanti di Gela?
Ecco i risultati dei controlli:
Mare: mercurio, rame, zinco, arsenico....
Aria: benzene, toluene, isobutano, bisolfuro di metile, trimetilbenzene ...
Terra: nickel, cobalto, zinco ...

E l'acqua che arriva nelle case? Non è potabile, arriva a 35 gradi; non è buona nè per la pasta nè per i panni.E l'acqua delle falde nel sottosuolo è stata inqunata dal Petrolchimico.
Ieri sera non si è parlato solo di Gela. Gela non è un caso isolato: c'è anche Augusta, Priolo, Alessandria. In tutta Italia abbiamo 54 siti da bonificare, ad interesse nazionale.
Sono migliaia, invece, i siti da bonificare, di interesse regionale.
Ieri si è parlato anche dei morti per amianto a Monfalcone: l'ex magistrato Casson che aveva seguito le indagini del Petrolchimico di Marghera raccontava delle difficoltà nel portare avanti le indagini. Perchè le multinazionali schieravano un esercito di avvocati e scienziati in loro difesa."La Montedison non ha dimostrato nessun rispetto per gli operai e per l'ambiente" diceva "operai considerati come carne da macello".


Le aziende del petrolchimico (tra cui anche la Montedison) hanno addirittura sottoscritto un "patto per la segretezza": un accordo a livello europeo per non rivelare all'esterno i risultati delle ricerche su Cvm/Pvc (e sui danni all'ambiente) non fossero resi noti.
Nello studio improvvisato di Gela, Massimo Grasso raccontava la storia del padre, morto per tumore al reparto Clorosoda. L'azieda faceva dei controlli sulla sua salute, dai quali emergeva, ad es. la presenza di mercurio nelle urine.
Ma l'operaio non era messo a corrente.
Per tener buoni gli operai, venivano ruotati nei reparti, di modo che i livelli in esubero poi rientrassero, tenendoli lontano dalle zone inquinanti.Non eravamo negli anni 60, ma in pieni anni 80.
Di cosa stiamo parlando?
Di un'associazione criminale, responsabile di centinaia di morti.
Se dico che i governi che si sono succeduti negli anni, che non hanno visto o voluto vedere, che hanno accettato queste situazioni ..
se dico che questo Stato è uno stato eversivo, terrorista, criminale, divento anch'io un brigatista?


O delle morti di Gela, Marghera, Priolo, .. come al solito, nessuno ha responsabilità?
Domenico Iannacone ha portato alla luce un altro scandalo: quello dell'acqua. Mentre a Gela si soffre la sete, ci sono 3 dighe (costruite con soldi pubblici, e con una guerra di mafia), ricolme di acqua potabile. L'acqua a Gela non manca.

Solo che una serve al Petrolchimico stesso, per le sue produzioni.Le altre non possono fornire acqua al paese, perchè mancano le condutture.
Fa comodo a tanti tenere la gente assetata di un paese, di una regione: al politico perchè può sempre promettere di portare l'acqua potabile.Serve al privato che gestisce la distribuzione con le sue autobotti dell'acqua.
Società private come Sicilacqua o Caltacqua: che si fanno pure pagare la bolletta piena.
Perchè in Sicilia, come in altre regioni, con l'acqua ci si mangia.

Technorati: ,

4 commenti:

Daniele ha detto...

E' stata una puntata molto "dura"... che storie tristi...

alduccio ha detto...

Questo è il vero scandalo d'Italia .. altro che le intercettazioni!!

Anonimo ha detto...

Ho seguito anch'io la puntata da Gela. Come siciliana, anche se non gelese, mi sono sentita particolarmente coinvolta e, purtroppo, comprendo molto bene certi "meccanismi" che sono stati portati alla luce dai diversi servizi e che hanno determinato questo stato di cose. Ho registrato con orgoglio la presenza e l'azione di alcuni gruppi locali per cambiare le cose. La rassegnazione è la prima cosa che dobbiamo scrollarci di dosso e questa, per noi Siciliani, è una malattia antica...

Anonimo ha detto...

salve a tutti sono gelese è figlio di un ex lavoratore dell'impianto più inquinante clorosoda dove insieme a mio padre vi lavoravano parecchie persone cica 130 tra cui molti miei conoscenti che nel giro di 6 anni non sono più in vita morti da tumore che brutta parola ,oggi quel calvario che anno vissuto quelle famiglie lo sto vivendo in prima persona visto che 2o giorni fa a mio padre è stato diagnosticato un tumore al sangue miolema multiplo ,i medici del policlinico san matteo di pavia la prima cosa che anno cxhiesto è stata signor Mili che lavoro ha svolto? risposta ho lavorato per 30 anni nell'impianto clorosoda a stretto contatto con sostanze chimiche da far paura pure ad un immortale quali mercurio,cloro,cloluro di venile,arsenico,ecc..ma stavamo a stretto contatto anche con un forte magnetismo perchè ricorda mio padre che a volte scherzosamente lanciavano delle monetine e questi rimanevano sospesi in aria ,cmq la cosa che più mi dispiace è questa nel 1989 mio padre ha un infortunio sul lavoro ha inalato una buona quantità di cloro fino a farle perdere conoscenza,vari accertamenti da parte dell' INAIL e dove quest'ultimo riconosce una rendita mensile a mio padre,nel 1993 altra inalazione di cloro ricovero di urgenza in ospedale dove addiritura i medici chiamano il centro veleni di milano per poter prestare le giuste cure del caso ,dopo circa 18 giorni viene dimesso,nuovamente varie verifiche dell'INAL dove assegnano altri punti di aggravamento,si finisce in tribunale qua vi è del ridicolo vi racconto il perchè,questo infortunio è stato causato da 2 colleghi di mio padre per un errore di manovra con tanto di prove alla mano visto che mio padre ha in mano un verbale scritto dall'azienda come richiamo verso questi lavoratori ,dove viene citato esplicitamente la causa dell' infortunio del signor Mili ,ma nulla viene a galla anzi medici periti dell'azienda dicono che il cloro non causa nulla di così grave allora viene chiamato come test INAIL dove vengono i medici a testimoniare che mio padre è gravemente ammalato per colpa di quella sostanza inalata,si va avanti per ben 12 anni alla fine mio padre affetto da bronchite cronica,ulcera sanguinante,tumore al sangue,viene condannato a pagare le spese legali dei suoi colleghi che in realtà avevano causato l'infortunio che giustizia signori.
Meno male che ho studiato per diventare avvocato anche se non ci sono ancora riuscito ,questo mi da forza di credere ancora nella giustizia sana e meritevole e non ai soliti inciugi tra colossi dove il piccolo operaio deve pagarne sempre le conseguenze sia fisiche che morali ed ancora economiche.
A tutto questo ad essere sincero ringrazio il petrolchimico perchè grazie allo stipendio di mio padre ho potuto mangiare,studiare,vestirmi,divertirmi,quindi non sputo nel piatto dove ho mangiato,ma lo condanno nel fatto che era giusto tenerli a conoscenza delle future conseguenze che potessero avere in un futuro prossimo,e poi che dire di quei poveretti che aspettano tanto ad avere un bimbo/a e poi devono sentirsi dire signora suo figlio è mal formato dai stiamo scherzando queste sono cose che non possiamo tollerare e che dire poveretta della madre che ha 33 anni lascia 3 figli perchè muore prematuramente per tumore è no non ci sto da giovane gelese,non ci sto da cittadino italiano ,ma sopratutto non ci sto perchè voglio che lo stato intervenga seriamente a porre fine a questa storia macabra,dove il nostro territorio e martire.ciao a tutti e spero che se vi è qualche che legge queste parole è può fare qualcosa che la faccia pure e subito grazie mille.