12 dicembre 2007

La memoria di Milano

Dici Piazza Fontana e pensi a chi ha voluto mettere le bombe dentro una banca, piena di gente, per uccidere.
Pensi alla strategia della tensione, a coloro che hanno voluto soffocare nel sangue e nella paura le idee di rinnovamento, dell'Italia che ci sarebbe stata e che non ci fu. Del paese a sovranità limitata, teatro della più calda della guerre fredde.

Pensi a quel partito che ha continuato a governare, una volta appoggiandosi ai neri, una volta ai socialisti, strizzando l'occhio ai comunisti.
Il partito delle correnti, degli scandali, degli rapporti con la mafia, ....

Quante cose vengono in mente: la strage alla Banca dell'Agricoltura, in Piazza della Loggia a Brescia, Peteano, Italicus, la bomba sulla freccia del sud....

Ma quanto è importante la memoria?
Senza memoria perdiamo di identità: ci dimentichiamo da dove siamo venuti. E i politici di oggi, con la loro scelta insenssata di non ricordare, hanno voluto oltraggiare nuovamente le vittime.
Parlo del sindaco di Milano, Letizia Moratti (assente anche l'anno scorso), e il presidente della Provincia, Filippo Penati.

Sindaco che poi, probabilmente domenica scenderà a manifestare contro gli immigrati, assieme al partito della Lega: ma quanti Azouz, quanti Mailat, quanti Marco Ahmetovic dovviamo mettere assieme per quanti hanno preparato e ideato quelle stragi?
Senza memoria, piazza Fontana è un luogo come un altro.
E nomi come Valpreda, Maggi, Zorzi, Pinelli non suscitano alcuna emozione.
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