25 gennaio 2008

Piazzale Loreto


Immagino che sia difficile per i nostalgici del fascismo, del duce ... che hanno governato con cosa nostra, cosa loro, adottare principi della democrazia.

L'immagine vale più di tante parole: questa è la politica dell'odio, del disprezzo, del chiècontrodinoièunnemicodauccide ....

È caduto. E noi godiamo. Smisuratamente. Prodi è rimasto appeso alla sua superbia. Il peggior trapasso, per un politico. Si può perdere con dignità, per sfortuna. Perché qualcosa di imprevisto va storto. Ma quando si perde così, per pura e livida tigna, senza lasciar speranza a chi si lascia nell'onta della sconfitta, allora si perde per sempre.

Le stesse persone che accusavano (una parte sempre più di nicchia) della sinistra di essere antiberlusconiana, oggi sono felici di aver fatto cadere il governo grazie ad in ministro indagato.
I forcaioli siamo noi quando chiediamo il ripetto della legge, anche per Berlusconi.
Ma anche per Mastella.
Evidentemente la forca, così come la giustizia come la intende il centrodestra, non è uguale per tutti.

Questo è quello che ci aspetta, allora?
Il presidente della Repubblica che parla al senato delle leggi razziali, della Shoa (il 27 è la Giornata della Memoria), dei
60 anni della Costituzione, per poi vedere i fascisti in piazza a festeggiare?

Scrive Sofri junior:
Ora si può dire: il centrosinistra ha vinto le elezioni malamente e per un pelo, candidando gente impresentabile, e ha governato male e sfinentemente, alleandosi con gente impresentabile e scendendo a patti con ricatti che hanno tolto ogni senso alla definizione di centrosinistra.
E prima dei due anni è stato fatto fuori esattamente dai sostenitori impresentabili di quei ricatti inaccettabili.

Ora si può dire?? Noi lo avevamo detto da subito .... da anche da prima delle elezioni. Speriamo di non essere impiccati per tradimento.

5 commenti:

Simone Avogadro ha detto...

Mi lascia un po' perplesso questo tuo post.
La tendenza forcaiola nella destra è né più né meno intensa che nella sinistra.
Questo è proprio ciò che avvelena la politica di oggi e che brucia le risorse del paese in una spirale di 'odio verso i nemici', quando invece per il bene del paese dovrebbe esserci 'dissenso nei confronti degli altri partiti'

Cerca di non cadere in questa genia di 'malpensanti' che presuppongono buonafede per i propri e cattiva fede per gli altri!

Lascia che Libero pubblichi quello che vuole, giudicalo (giustamente) male per questo, ma non convincerti (falsamente) che nella sinistra ci sia un atteggiamento più equilibrato!

alduccio ha detto...

A sinistra abbiamo Caruso, Turigliatto, Farina: impresentabili anche loro.
Ma non posseggono giornali sui quali scrivere le loro bufale.
E vogliamo parlare di Bossi e dei suoi fucili?
La politica di oggi è avvelenata per colpa di quelli che chiedono il rispetto delle leggi?

Anonimo ha detto...

Non ho mai visto il cattivo gusto manifestato da Libero di oggi su nessun quotidiano di orientamento opposto, mi chiedo dove lo vedreste altrove nel mondo.
Forse sui tabloid inglesi? Sarà, ma nelle rassegne stampa dei notiziari satellitari nessuno ne inquadra la prima pagina a differenza di Libero nelle edicole dei ns. tg...
Paolo

Anonimo ha detto...

Di buono ha questo la Lega, dice pane al pane. Ne "La Padania" leggi odio? Sbagli, quella è solo rabbia. Rabbia per non essere mai stati ascoltati. Il sentimento che striscia al nord, indicando come nord non una coordinata geografica, ma un modo di pensare autonomo e non statalista, di chi cerca di farcela da solo senza tante sovvenzioni, di chi nelle tragedie piange, non sbraita, e si fa su le maniche.
La gente da noi è stufa.
E nessuno dei politici, i cosiddetti rappresentanti del popolo, se ne accorge.
La Lega sì. E questo è pericoloso, perché il sentimento di un popolo arrabbiato E' pericoloso.
La Lega non è il male, è un sintomo del male, una febbre.
Solo un'inversione di tendenza della politica nazionale potrà far abbassare questa febbre.

Daniele dangp ha detto...

La prima pagina di Libero è brutta, trasuda odio e non fa di certo critica, "La Padania" cerca di trascinare i suoi elettori verso una crociata inventata per nascondere le magagne dei capoccia leghisti.