21 marzo 2008

Annozero: nel nome della madre

La legge 194: chi la vuole rivedere in senso restrittivo, chi la vuole riformare e chi la vuole togliere.

Puntata iniziata con le parole di Anita Pallara , una ragazza nata con gravi malformazioni che ha scritto a Ferrara una lettera “io sono il feto malato...”.

Ferrara che sta portando avanti la sua battaglia con slogan del tipo
“abbiamo 1 miliardo di aborti: sono 50 milioni di aborti all'anno .. c'è un Italia che non vede la luce”.
Vero: ma quanti di questi aborti avrebbero portato avanti una vita dignitosa, sana? E, per non voler fare discorsi di eugenetica: la politica (di cui Ferrara è stato parte) come aiuta le famiglie che hanno figli con handicap? Comodo fare slogan altisonanti, se non si sa di cosa si sta parlando.

Mentre sappiamo benissimo quale è il calvario delle donne che decidono di abortire (un diritto sancito per legge): si possono trovare davanti situazione come quella del Niguarda a Milano.
“in questo ospedale l'ultimo non obiettore è stato assunto 27 anni fa ” diceva il prof. Bini a Stefano Bianchi “Bisogna distinguere tra testimonianza di fede e ignavia. Gli ignavi non sono stati nemmeno messi nell'inferno”.

Medici scelti in base alla tessera politica, consultori sempre più privati.
E il tema dell'aborto e della libera scelta che torna periodicamente alla ribalta, specie sotto alle elezioni, spesso usato come arma per non parlare o discutere di altri problemi.
Come delle politiche in favore delle donne che lavorano: asili che non esistono (6 bambini su 100 hanno accesso ad asili pubblici), contratti di lavoro a termine, schiavi del precariato, stipendi più bassi d'Europa e prezzi sempre in salita.

L'inchiesta sulla sanità lombarda, dal punto di vista dell'aborto di Bianchi e Nerazzini (già autori de La mafia è bianca sulla sanità siciliana).
Al Niguarda il prof. Bini è l'ultimo dei moicani, uno dei pochi medici non obbiettori. La sanità lombarda è un'emanazione di Comunione e Liberazione, di cui Formigoni è il generale comandante e l'assessore Abelli lo stratega che piazza le truppe sul campo, nominando tutti i 44 Direttori Generali.

La politica guida la sanità lombarda: così una legge della regione (le recenti norme in merito ad aborto e autopia dei feti) va contro una legge dello stato.
“Ma anche se sono lottizzati, sono lottizzati bene” dice il prof. Pugliese, ciellino al Niguarda.
Lottizzati bene come il professor Collice, che in una intercettazione del 21 aprile 2006, parla con Mercadante (indagato per aver avuto rapporti con Bernardo Provenzano): si parla anche di Don Verzè (il prete manager della sanità amico di Craxi e Berlusconi) e Miccichè, per una clinica da aprire in Sicilia.
Un affare da 80 miliardi di ospedale.

Una legge dei primi anni 90 ha stabilito che le nomine dei Dirigenti delle Asl le devono fare le regioni: così dei 44 D.G. Delle Asl, 23 sono di F.I., 8 di A.N., 2 UDC, 1 Lega.
In Emilia Romagna su 17 D.G. 11 sono dei Ds.
Ma a chi conviene questo sistema di nomine? Lo scopriamo quando il prof. Pugliese manda, sotto le elezioni regionali del 2005, una lettera ai pazienti che ha operato dicendo “mi permetto di suggerirle di votare Formigoni”.
Ed ecco che il cerchio si chiude.

Gli ospiti in studio: oltre ad Anita, Emma Bonino, Eugenia Roccella candidata del Pdl, Sabino Pezzotta e Franca Rame.
Il confronto è stato da una parte sulla lottizzazione della sanità in Italia. Dall'altra ha riguardato la libera scelta delle donne. Gente come Pezzotta che si diceva sempre favorevole alla vita e contrario alla morte. La donna non può decidere del feto, perchè noi dobbiamo difendere la vita “dal concepimento alla morte naturale”.

Piacerebbe rispondergli con le parole del personaggio di Guzzanti, don Pizzarro: “a noi interessa dal concepimento alla nascita, poi sono fatti suoi”.

La vita andrebbe infatti difesa contro le morti bianche, contro le malattie da inquinamento dell'aria (il PM10 e le polveri sottili in pianura Padana), della terra (in Campania).La moratoria andrebbe estesa contro la pena di morte, la tortura (come a Bolzaneto o ad Abu Ghraib), la criminalità organizzata (Pezzotta è nella coalizione assieme al mafioso Cuffaro, non è un po' in contraddizione?)....

Perchè solo i temi legati alla sessualità sono messi al centro dell'attenzione dai teodem?
Non dovrebbero essere ostili anche verso chi ruba (tangenti, corruzione, abuso d'ufficio), verso chi dice il falso, chi uccide?
Parliamo di obiezione di coscienza o imposizione di coscienza altrui? Testimoni di fede o ignavi?

La seconda parte dell'inchiesta: l'assessore Giancarlo Abelli.
Al Niguarda hanno mandato via il vecchio D.G., Pietro Caltagirone, indagato per abuso d'ufficio, spostandolo a Pavia. “Alla gente interessa uno bravo o uno condannato per abuso d'ufficio?” Sosteneva Abelli.
Viene fuori il discorso già sentito del corrotto talentuoso, come diceva ad Otto e mezzo Lanfranco Pace.

Abelli è stato indagato prima di Mani Pulite, per una vicenda di ricette false, ma è stato riconosciuto non colpevole. Il fatto non sussiste, visto che la legge è stata cambiata, eliminando il reato penale nel caso non ci sia una frode fiscale. E Abelli pensava solo ad arricchirsi, non ad evadere il fisco.
Di fronte a queste obiezioni legittime del giornalista, Abelli si è infuriato “lei è un giornalista rosso, stalinista”.
Sembrava di sentire Berusconi “vogliamo tornare a parlare di comunisti”.

Torniamo in studio: dal 1982 ad oggi, il numero di aborti è diminuito del 60%.Entrambi, Pezzotta da una parte e Bonino e Franca Rame dall'altra, vogliono la stessa cosa.
Meno aborti: ma per Pezzotta la soluzione è un percorso ad ostacoli, mettere più consultori, aiutare le famiglie (con i bonus?) e, per carità, mettere sotto silenzio aborti clandestini, aborti delle minorenni.Dall'altra si diceva: serve più informazione sulla sessualità e sulla contraccezione, un aiuto alle donne che lavorano, che spesso arrivano alla scelta di abortire in una situazione di precariato lavorativo e affettivo.
Si vuole forse tornare all'astinenza?
Allora forse sarebbe da eliminare quel bel velo di ipocrisia che circola tra certi politici italiani, che saprebbero loro che farsene delle veline; che consumano delle orgie a base di coca...

Perchè oggi è ancora tabù parlare in Rai di profilattici, della pillola del giorno dopo, di Ru486 che renderebbe meno traumatica l'interruzione di gravidanza?
“la Ru486 banalizza la dimensione dell'aborto” diceva Pezzotta.
“capisco partorire con dolore, ma non perchè si deve abortire con dolore” rispondeva la Bonino.

Il punto di Travaglio.
Si è detto dell'eccellenza della sanità lombarda, con i dirigenti ciellini o comunque scelti dal governatore.
Il ministro Turco ha cercato di cambiare la legge, ma si è trovata contro tutte le regioni.
Col risultato che, no tessera no party. A prescindere dalle capacità del medico.
Ai tempi di Mussolini e del fascismo, tutti gli ordini erano legati al partito: anche i medici dovevano avere la tessera.
Oggi sembra essere lo stesso: siamo sicuri che Ciarrapico sia l'unico fascista in circolazione?

La torta della sanità è di 100 miliardi di euro /anno.
E fa gola ai politici: per questo senti le telefonate come quella del Ds Petrella sulle nomine della Asl di Napoli (il primario doveva essere dei verdi).
O le telefonate di Guttadauro, Miceli, Aragona con Cuffaro.
O le telefonate di Sandra Lonardo in Mastella.

In Lombardia abbiamo due cliniche S. Carlo: in quella privata hanno arrestato dei dirigenti per un giro di false operazioni da 1 Ml di euro.
Lombardia che è stata la regione di Poggi Longostrevi, di cui Abelli era consulente: lo scandalo delle ricette d'oro in un centro convenzionato con la regione. Una truffa da 700 ML di lire al mese. Abelli prendeva 70 milioni di lire in nero per le sue consulenze.
Viene rinviato a giudizio: Poggi Longostrevi si suicida, 75 medici vengono condannati, Abelli si salva grazie alla legge che non prevede il reato se la truffa non ha fini fiscali.Ma viene assunto in regione da Formigoni.

Regione dove i controllori delle Asl, sono nominati dalla regione stessa che nomina i direttori delle Asl. Come Paola N., indagata per lo scandalo al S. Carlo, che intimava ai suoi collaboratori di non collaborare con i carabinieri.
La sanità in Lombardia è un affare da 17 miliardi di euro all'anno.
Dove spesso gli appalti finiscono a cooperative create appositamente per l'occasione.
Così la scelta politica dei manager delle Asl, indirizza la sanità secondo i voleri degli stessi politici: così in Lombardia si fanno leggi contro un'altra legge dello stato.
Il consigliere regionale dei verdi Monguzzi chiedeva le quote rosa: almeno il 20% dei nominati non provenienti da Cl.
Siamo sicuri che il fascismo è oggi solo Ciarrapico?
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