25 marzo 2008

Il lungo ricordo delle vittime della mafia

Niente di personale, dopo la puntata dedicate alle vittime del terrorismo, regala la serata al ricordo, alla memoria, delle vittime di mafia, camorra, 'ndrangheta e la sacra corona unita.

Roberto Antiochia, ucciso a Palermo assieme al commissario Ninni Cassarà il 6/8/1985.
Barbara Asta, uccisa a Pizzolungo assieme ai figli il 2/4/1985, nel tentativo di omicidio del giudice Carlo Palermo.
Salvatore Aversa, 4/12/1992, ucciso a Lamezia Terme.
Nicolò Azoti, sindacalista ucciso il 21/12/1946 a Baucina. Ucciso assieme ad altri 40 sindacalisti per portare avanti la lotta agraria contro il latifondo.
Graziella Campagna, uccisa il 12/12/1985 a Messina. Ricordata da una fiction bloccata dal ministro “i processi si fanno nelle aule e non in televisione”.
Antonio Celardo, in rappresentanza delle vittime del treno 904, il 23/12/1985. Ancora mancano i mandanti occulti, tra massoneria, servizi e rappresentanti dello stato.
Giuseppe Fava, giornalista ucciso il 5/1/1984 a Catania. “Ho un concetto etico del giornalismo .. che impone il buon governo ai politici”.

Toni Sperandeo ha letto la lettera del figlio di Peppino Impastato ai figli di Bernardo Provenzano. “Chiedo a voi di trovare la forza del coraggio e della verità .. col vostro silenzio condividete le azioni di sangue di vostro padre”.

Michele Fazio, ucciso a Bari il 12/7/2001. Ucciso anche dal muro di omertà.
Giacomo e Salvatore Frazzetto, uccisi il 16/10/1996 a Niscemi. Uccisi durante un tentativo di estorsione. Uno dei killer ha ottenuto la semilibertà “basta indulti ...”.
Ioculano Luigi, ucciso a Gioia Tauro il 25/9/1998. “Mio padre era una persona onesta” ricordava la figlia “siamo bisognosi di normalità”.
Emanuela Loi, uccisa in via D'Amelio assieme al giudice Paolo Borsellino e alla scorta il 19/7/1992. Racconta la sorella “Oggi mio padre, mia madre e mia sorella si sono incontrati nell'altro mondo e sono felici”.
Gaetano Longo, ucciso a Capaci il 17/1/78 “a 30 anni non abbiamo ancora ottenuto giustizia .. ucciso perchè faceva il suo lavoro”.
Gaetano Marchitelli, ucciso a Bari il 2/10/2003. I genitori “..vi dico mafiosi, finitela, perchè il sangue innocente che avete versato è così tanto”.
Francesco Marcone, ucciso a Foggia il 31/3/1996: la figlia “abbiamo vissuto 3 difficili archiviazioni.. intanto in giro mi viene detto che mio padre è stato ucciso da tizio ..”.
Beppe Montana (serpico), ucciso a Porticello il 28/7/1985. Dirigente della sezione catturandi, cercava i latitanti nel territorio.
Il suo omicidio si lega a quello di Calogero Zucchetto, Salvatore Antiochia, Ninni Cassarà.
Antonio Montinaro: ucciso col giudice Giovanni Falcone a Capaci, con la sua scorta, il 23/5/1992.
Giovanni Panunzio, imprenditore ucciso a Foggia il 6/11/1992.
Francesco Pepi, imprenditore ucciso a Niscemi il 14/2/1989. La figlia ha testimoniato la grande solidarietà dei compaesani e delle forze dell'ordine.
Placido Rizzotto, segretario della camera del lavoro di Corleone. Ucciso da Luciano Leggio il 10/3/1948. “chiediamo di ritrovare i resti di nostro zio, vogliamo dargli una tomba”.
Attilio Romanò, ucciso a Scampia il 24/1/2005. La moglie “c'eravamo sposati da 4 mesi dopo 13 anni di fidanzamento”.
Mauro Rostagno, giornalista ucciso a Lenzi il 26/9/1988. Diceva “vogliamo costruire una società in cui valga la pena trovare un posto”.

Filippo Nigro ha letto parte del libro “Delitto imperfetto” scritto da Nando Dalla Chiesa in ricordo del padre Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso il 3/9/1982, in via Carini a Palermo.

Silvia Ruotolo, uccisa nel 11/6/1997 a Napoli. “il risarcimento dei danni da parte dello stato, verrà sposato ad un fondo dedicato..”.
Giovanbattista Tedesco, ucciso a Taranto il 2/10/1989. Il figlio “si opponeva da ex carabiniere alle associazioni mafiose attorno all'Ilva di Taranto”.
Bonifacio Tilocca, ucciso a Sassari il 29/2/2004. “mio padre aveva la colpa di essere padre di un amministratore”.
Marcello Torre, ucciso a Pagani il 11/12/1980. “papà sapeva di morire, ma non si è sottratto all'impegno.. sognava una Pagani libera e civile”.
Calogero Tramuta, ucciso a Lucca Sicula il 27/4/1996. “Ucciso davanti alla pizzeria, per dare un segnale a tutti”.
Alberto Vallefuoco, ucciso a Pomigliano D'Arco il 20/7/1998. I genitori “oggi andiamo a testimoniare nelle scuole per dire che un altro modo di vivere è possibile”.
Francesco Vecchio, ucciso a Catania il 31/10/1990. Il figlio “l'assassinio di mio padre non ha avuto giustizia .. la città di Catania e Acireale lo ha dimenticato, perchè voleva essere libero e onesto”.

Francesco Benigno, ha letto un pezzo di Pippo Fava “I siciliani”.
Infine, un breve tour nei luoghi della mafia: da Capaci, luogo della strage di Giovanni Falcone, della moglie e della scorta; al parco municipale di Palermo dove fu ucciso Joe Petrosino; in via Carino, dove il 3 settembre fu ucciso Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Via Pipitone, dove una 500 imbottita di tritolo uccise il giudice istruttore Rocco Chinnici.
Fino in via D'Amelio, dove morì Paolo Borsellino e la sua scorta.

Ha chiuso la serata la testimonianza di Don Luigi Ciotti, anima di Libera. Che ricordava come mai, uno studio televisivo si era riempito dei volti, delle storie delle vittime. Volti imbarazzati dalle luci delle telecamere, non abituati a parlare del loro dolore in pubblico.
C'è stato molto pudore, in quella realtà che è stata testimoniata. Realtà di cui ci dobbiamo sentire corresponsabili: queste persone chiedono giustizia e verità. Con l'impegno, senza retorica o una pacca sulla spalla.

Quale è il compito di un sacerdote? Saldare il cielo dalla terra.

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