11 maggio 2008

Arrivano i barbari?

Prendo come spunto il saggio di Alessandro Baricco “I barbari, saggio sulla mutazione”.
Arrivano i barbari, chiudete le porte, serrate le finestre e alzate i ponti levatoi. Una nuova orda di selvaggi sta per entrare nei nostri territori, sta per invadere le nostre città, o lo ha già fatto.
Depredando le nostre case inquinando la nostra cultura, occupando il nostro spazio ...

Poi pensi, che in realtà i barbari sono già da noi, all'interno della nostra società, nelle nostre case, nei posti di potere, nella politica, nelle banche, nella finanza, nell'imprenditoria, nell'informazione.
Che senso ha chiudere le frontiere (o cacciare ai confini, come vuole fare Maroni per gli immigrati non in regola) quando poi chi ti ammazza a calci è un italiano come te. Come capitato a Verona.
Chi sono i barbari: i romeni in quanto tali o i ragazzi (con dietro una famiglia, non disagiati) che passano le giornate tra canne, droga, col mito del successo, della velocità?
Seguivo con interesse la puntata di Annozero dove donna Assunta criticava questi giovani, esprimeva il suo disprezzo per i loro valori (il Grande Fratello,le letterine, il Fabrizio Corona cui Mediaset ha dedicato una puntata de Il bivio).
Non si rendeva conto della contraddizione: proprio lei, che frequenta il salotto di Buona Domenica su Canale 5, dal quale questi falsi valori vengono irradiati, che poi criticava la televisione commerciale che propone questi personaggi.


Chi è il barbaro, chi ha saccheggiato la nostra cultura, chi ha rapito le menti delle nuove generazioni? Chi è il responsabile di più di 20 anni di questa televisione commerciale, come ricordava il prof. Galimberti?
Ragazzi che cercano il guru, il maestro, l'autorità fuori dalla famiglia, dalla scuola. È la televisione oggi che propone i sogni, i nuovi valori.

E chi critica questo sistema, televisivo, mediatico, sculturale, lui sì che viene definito barbaro. Oggi si usa un termine, per tacciare le (sempre di meno) voci di discordia. Antiberlusconismo. Come se il berlusconismo fosse una corrente culturale, di pensiero, sociale e politico.

Unità è antiberlusconismo. Marco Travaglio è antiberlusconismo. Santoro ed Annozero sono ancora antiberlusconismo....

Ma anche i magistrati che si permettono ancora di fare il loro mestiere, in questa nuova visione, diventano i barbari, anche loro antiberlusconisti.
Scriveva ieri Piero Ostellino sul Corriere (riportato qui), un fondo pieno di assurdita “Il giudizio politico non spetta alle toghe”.
“Nel paese in cui gli esiti finanziari (Telecom, Bankitalia, scalate e banche e giornali), dei campionati di calcio, le questioni di letto (vallettopoli, telefonata Saccà Berlusconi) sono decisi dalla magistratura mancava solo questa. Che l'ordine giudiziario si sostituisse al popolo – cui fa capo la titolarità del potere di governare [..] Chi ha una infarinatura di Dottrina dello stato sa che il giudizio di merito (sostanziale) sui risultati di un organismo elettivo non può che essere politico; spetta a chi ha conferito il mandato e lo può revocare alle successive elezioni ...”.

Come dire: abbiamo votato Berlusconi, Fassino, Ciarrapico, Latorre, .. solo il popolo può giudicare le loro malefatte. Ma questa è dittatura, non democrazia. Se nessuno informa il popolo delle malefatte di chi governa (e non lo fa l'informazione), se la magistratura non può esprimere giudizi su chi governa, allora cosa facciamo, continuiamo verso la deriva?
Ma il ragionamento di Piero Ostellino rafforza semmai la mia tesi: che i barbari ormai sono entrati nei siatemi finanziari (Telecom, Bankitalia, scalate e banche e giornali), dei campionati di calcio, le questioni di letto (vallettopoli, telefonata Saccà Berlusconi).

Non è forse vero che Saccà verrà reintegrato in Rai, nonostante raccomandazioni, nomine fatte al telefono, fiction fatte per favorire tizio, mentre Loris Mazzetti è sottoposto ad un provvedimento disciplinare?
Non è forse vero che, nonostante intere famiglie rovinate dai furbetti del quartierino, dai predoni della finanza per i vari casi Cirio, Parmalat, Telecom, i barbari sono ancora lì.
Che frontiere vogliamo chiudere?

Che dire di una politica che predica sacrifici (ma ora pare che tocchi ai banchieri e ai petrolieri) ma poi sperpera milionate di euro in consulenze (7 milioni di euro a Milano con la Moratti), cattedrali nel deserto (250 milioni di euro per la società Stretto di Messina S.P.A.), per non risolvere le emergenze (come a Napoli e Campania per i rifiuti).
Il paradosso, poi, è che limpresa Impregilo costruirà il ponte sullo stretto, mentre sarà sotto processo per l'inchiesta sulla Fibe.
Una politica che parla di costruire nuove centrali nucleari (costo 4-5 miliardi di euro), senza dire dove costruirle e dove mettere le scorie.
Chi sono i barbari?
Ci dobbiamo rendere conto che non è solo moralismo: questo sistema, di barbari, non ci conviene a noi cittadini.

Il problema non è Travaglio che offende Schifani: il problema è Schifani che frequenta o ha frequentato dei boss di cosa nostra. O Lirio Abbate è un mascalzone, oppure in un sistema normale, dovrebbe essere Schifani a dover spiegare certe frequentazioni.
Non possiamo delegare a queste persone (come Ciarrapico, un povero baraccato, condannato per bancarotta e altro) la risoluzione dei nostri problemi. Non pensiamo che siano questioni che non ci riguardano direttamente: pensioni, salari, un sistema di informazione che ci nasconde la realtà sono problemi che ci riguardano.

Altro che protagonismo mediatico dei giudici.


Torniamo ai barbari presunti. Baricco nel suo saggio è meno pessimista: in questa orda di barbari vede una perenne mutazione, nella quale non è necessariamente vero che le nuove popolazioni, i nuovi desideri, in una parola, i nuovi barbari, siano da considerare in modo negativo.


Rispetto allo scrittore, mi permetto di essere un tantino più pessimista.

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