20 giugno 2008

In America si fa così


In America si fa così: i ladri, i truffatori, che siano consulenti della casa bianca o manager di importanti aziende (che hanno finanzato la campagna elettorale del presidente) vengono spiati, intercettati e condannati.
Nessuno grida al giustizialismo .

In America si fa così: se una persona commette un reato non si guarda la tessera politica, l'appartenenza ad una casta, ad una lobby, se gli si devono mettere le manette.

In America i reati dei colletti bianchi (insider trading, crac, frode finanziaria) vengono presi sul serio.

La notizia in America non fa gridare allo scandalo e al complotto.
In America non si fanno troppi piagnistei se un manager corrotto (Cliff Baxter della Enron), dopo essere finitto sotto indagine, per la verogogna si suicida.

In America non si grida al complotto se un politico viene intercettato, come il per il governatore Spitzer, e costretto alle dimissioni.

In America un latitante viene chiamato latitante e non esule politico.In America un mafioso viene chiamato mafioso, non eroe.
Certo, gli Stati Uniti sono anche stati il paese dello scandalo Watergate, del presidente Bush (con le sue bugie sulla guerra, con Guantanamo, con Abu Ghraib).
Ma in America si fa così: ed è normale che sia così.
Anche a Wall Street.

Scrive coupe:
Vi ricordate la scena dell'arresto di Charlie Sheen, nel film Wall Street, da parte della SEC?
Se non ve la ricordate l'ho messa qui sotto.
Ieri a Wall Street si sono viste le stesse scene,
60 manager responsabili delle truffe sui mutui subprime sono stati portati fuori dai loro uffici in manette, rischiano piu' di 20 anni di carcere, non faccio paragoni con l'Italia ...

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