27 febbraio 2009

Chi ha paura dell'IT?

Riporto il testo dell'intervento di Giuseppe Cubasia su Punto Informatico.
Chi ha paura degli investimenti in IT nella Pubblica amministrazione?
Per prima cosa dovremmo averlo un paese IT, cioè dovremmo avere un infrastruttura di rete idonea al trasporto delle informazioni. Telecom quando era dello stato ci aveva provato a portare questo paese nel secondo millennio con il progetto Socrate. Era di certo un progetto con alti costi, però io mi domando: se si fa il ponte sullo stretto per quasi 5 miliardi di euro, ma per 50 milioni non conveniva allora portare la fibra ottica in tutte le case d'Italia? Fossero stati anche 500 milioni di euro non ne avremmo beneficiato tutti?
Ma che cosa potremmo mai temere vivendo in uno stato informatizzato in cui tutta la pubblica amministrazione, a tutti i livelli e con tutti i suoi dipendenti sono in rete?Parecchie cose secondo me.Prima di tutto la Corte dei Conti rischia di essere terribilmente efficiente. Attualmente le cose stanno in questo modo. Questa è l'intervista integrale al responsabile IT della Corte dei Conti che lascia l'amaro in bocca da parte di chi lavora nel sistema privato. Riporto alcune testuali parole dall'intervista lasciando il resto a voi: "persone che si occupavano di cose che non si volevano occupare, hanno cominciato a fare il proprio lavoro e questa è già una notizia nella pubblica amministrazione".
Ma cosa potremmo temere da una Corte dei Conti efficiente? Beh, si rischierebbe di dover giustificare immediatamente ogni euro speso nella pubblica amministrazione perché sullo schermo di qualcuno arriverebbe un allarme; potremmo dover chiudere i rubinetti della spesa automaticamente raggiunto il budget previsto, rischieremmo di dover fare a meno di strumenti come i derivati perché il loro uso sarebbe immediatamente percepito dal sistema automatico di controllo e gestione.Ma non basta. Con uno stato informatizzato rischieremmo di avere tribunali più efficienti e quindi più veloci nell'emettere la sentenza, con il doppio problema di spendere di meno e di ridurre drasticamente le prescrizioni.
E continuando, Polizia e Sanità sarebbero maggiormente efficienti, e rischierei seriamente che il poliziotto di turno con due click si accorga che nel 2005 non ho pagato il parcheggio.E poi certo ci sarebbero anche altre novità.
Potremmo avere il terribile problema di arrivare alla televisione on demand, che troncherebbe il duopolio Rai-Mediaset, potremmo avere un'informazione non filtrata che ci arriverebbe quasi sempre per via telematica, rischiamo una maggiore trasparenza bancaria dovuta al maggior numero di informazioni disponibili, ed ovviamente potremmo essere sommersi da maggiore informazioni sui nostri diritti.
Ma il vero rischio è quello che potremmo essere in grado di misurare in maniera puntuale tutti i servizi pubblici.
E rischiamo di grosso che la PA sappia tutto di tutti, così da beccare i soliti furbi, ma potenzialmente anche noi. Certo, se il 20% del PIL è stimato che potrebbe essere recuperato con la lotta all'evasione fiscale, chi lo vorrebbe un paese informatizzato?Insomma io nell'informatizzare questo Paese ci vedo un sacco di "rischi".

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