08 febbraio 2009

Fascismo, nazismo o che cosa?

Ci ha già provato Massimo Giannini a spiegare la deriva democratica del paese: il populismo mediatico con forti richiami di fascismo.
Andiamo oltre: se sostituiamo la parola immigrato con ebreo e leggiamo le leggi e i decreti emessi da questo governo, si capisce meglio.

Se sostituiamo la parola clandestino con indesiderato.
Il paragone con nazismo e fascismo non è così lontano.
Impronte agli zingari, schedature dei clochard; le delazioni dei medici contro gli immigrati; comuni che organizzano ronde di cittadini per la sicurezza; comuni che organizzano uffici per raccogliere le spiate sui clandestini.
Se pensiamo alla riforma della giustizia e del processo penale che tende a controllare l'azione dei magistrati anziché snellire la burocrazia che rallenta i processi.
Alle norme scritte per raggiungere il consenso del “popolo” e sfruttare l'emotività del momento: come l'ultima che toglie i domiciliari contro le persone “presunte” stupratori, ma non per i presunti assassini. Quanta improvvisazione, quanta faciloneria, quanta scarsa conoscenza della materia di cui si sta parlando.

Infine il mezzo colpo di stato del governo contro la famiglia Englaro (di colpo di stato parla El pais, che mi posso permettere di citare): bloccare il parlamento per una legge, arrivare ad uno scontro istituzionale, conviene in questo momento di crisi?

Una legge contra personam, fatta addirittura minacciando di riformare la costituzione se Napolitano non firma. Non gli bastavano le leggi, ora pure la Costituzione ad personam vuole?
E anche qui il muso duro: gli ispettori di Sacconi (a Udine e non nei cantieri a controllare il rispetto delle norme di sicurezza).
Le scritte sui muri: “Englaro boia”.
La frase assurda del ministro “occorre essere cattivi con gli immigrati” dopo che quattro ragazzi (senza valori, dicono, non razzisti) hanno bruciato un immigrato indiano.
Cosa sta succedendo: il caso Genghi come prestesto per la legge sulle intercettazioni? Il caso Englaro come prestesto per sfiduciare il presidente della Repubblica (dalle stesse persone che fino a qualche giorno primo avevano gridato allo scandalo per le parle di Di Pietro)?


Il premier parla di cultura della vita contro quella della morte: ma questo non è il governo che ha rinviato l'attuazione del Testo Unico sulla Sicurezza, annacquandolo ?
Che nega (di fatto) le cure e l'assistenza a persone la cui colpa è quella di essere senza permesso di soggiorno?
Che detiene a Lampedusa come fossero carcerati i migranti che sbarcano (detenuti a quali condizioni non è dato sapere, ma non devono essere buone visti i tentativi di suicidio).
Il governo degli onorevoli condannati o indagati per rapporti con mafiosi, camorristi, criminali.
Il governo che nel 2001-2006 ci ha mandato in guerra, la guerra della menzogna, in Iraq, delle morti per effetto collaterale in Afghanistan.
Delle rendition e delle torture ai sospettati di terrorismo come Abu Omar.
A proposito di vita e morte, signor presidente: come concilia vita e morte con l'aborto dichiarato da sua moglie anni fa?

Il fondo monetario parla di crisi forte per l'Italia. Dopo aver salvato Eluana, dopo aver salvato la loro privacy dalle intercettazioni, dalle critiche dei blogger, dei giornalisti con la schiena dritta, chi salverà noi italiani?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Aldo, ho sentito oggi la tua intervista a radio due e domani andrò a comprare il libro. Sono stato solo tre anni in polizia, era il 1983 e uscivo dal corso di Vibo. Purtroppo, per motivi troppo lunghi e anche noiosi, ho dovuto lasciare il corpo ma ho sempre pensato per tutti quegli anni, le cose che tu hai detto oggi: essere se stessi, rimanere integri, delle brave persone, aiutando chi ha più bisogno di noi! Ti faccio i miei più sinceri complimenti e auguri, per il successo dei libri e per il tuo lavoro, di cui ho ancora molta nostalgia, non per la pistola o il distintivo, ma per quel sentirsi utile agli altri, che non è cosa da poco oggi!

Francesco

alduccio ha detto...

Forse ti riferisci al libro di Palagonia?

Non sono io l'autore del libro
Ciao