25 aprile 2009

Quelli che il 25 aprile

L'ultima trasformazione dello zelig di Arcore, lo vede come presidente Partigiano, col foulard tricolore, durante le celebrazioni del 25 aprile ad Onna.
E' riuscito a fare un discorso sulla Liberazione, senza dire una volta la parola fascismo, la parola partigiani. La Costituzione? Il miglior compromesso possibile.
Sui partigiani ha parlato delle pagine oscure della lotta di liberazione.
Le solite frasi senza senso sul rispetto anche per chi combatteva dall'altra parte.

Abbiamo fatto un bel regalo a Berlusconi e al centrodestra: si è preso pure il 25 aprile.
Si è detto del clima di concordia, di pacificazione: occorre riunire il paese, aprire una nuova fase costituente, magari con i neofascisti da cui nel 1945 ci siamo liberati.
Operai, tramvieri, insegnanti, preti, soldati che scelsero l'esercito del Sud.

A Milano da una parte l'ATM nega i tram per il museo itinerante all'Anpi. E il sindaco diserta la manifestazione perchè ammalata.
A Roma, dopo tanti episodi di aggressioni squadriste, Alemanno diserta la manifestazione a Porta San Paolo.

Noi siamo quelli che il 25 aprile stanno dalla parte dei cittadini di Lampedusa, che rivogliono la loro isola.
Noi siamo quelli che il 25 aprile stanno dalla parte dei siciliani (come il sindaco di Gela) che aspettano ancora la liberazione dell'isola da parte della mafia.
Noi siamo quelli che pensano che la democrazia sia anche questo: libertà di parola, di espressione, di culto, di fede politica. Un prima e un dopo, di cui non ci dobbiamo dimenticare.

Se voi volete andare in pellegrinaggio
nel luogo dove è nata la nostra costituzione,
andate nelle montagne dove caddero i partigiani,
nelle carceri dove furono imprigionati,
nei campi dove furono impiccati.
Dovunque è morto un italiano
per riscattare la libertà e la dignità,
andate lì, o giovani, col pensiero,
perché lì è nata la nostra costituzione.

Piero Calamadrei

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