07 maggio 2009

Il gioco dell'inferno, di Ettore Maggi

Il gioco dell'inferno di Ettore Maggi.

Ho cercato, terminata la lettura dei racconti, di trovare il filo che legasse assieme tutti i racconti. Devo ammettere che non è stato facile, perchè si spazia dall'Italia della guerra civile del 1943 - 1944, con la lotta di liberazione contro repubblichini e SS.
All'Italia degli anni 80, che passava dalla contestazione, anche violenta, di piazza, al riflusso.
Al passaggio di testimone tra i reduci delle battaglie contro i fascisti, sempre più vecchi, sempre più ostaggio dei ricordi del passato, alle nunove generazioni, dentro cui trovi comunque persone desiderose di sapere, di conservare.
Agli anni 90, con l'episodio ambientato a Barcellona, fino ad arrivare ai giorni nostri: alla Genova ostaggio del G8, del 2001.

A cercar la bella morte. Il clima putrido dell'Italia repubblichina. "Quello strano pessimismo e superomismo di chi sta per morire e vuole trascinare con se tutto ciò che gli sta attorno".
Luglio 1944. Una storia vera: di Eugenio Maggi (padre di Ettore) e Francesco Fusaro, partigiani traditi da un loro compagno, torturati dalla squadra politica del commissario Veneziani e spediti a Dachau.
Dai monti di Sarzana. Il passaggio di consegne di cui ho parlato prima.
Il gioco dell'inferno: passato e presente, storie che si intrecciano, dolori che il tempo non mitiga.

Inframmezzati a questi racconti "lunghi", altri brevi, che ho percepito come pause di un discorso più ampio.
La flor Mas Roja, sull'educazione alla violenza di un ragazzo. Una storia di skin head e coltelli.
Pane. Quasi una freddura, in poche pagine.
Il giardino dei destini che si incrociano. Come la vita a volte da la possibilità di ricominciare e correggere i propri errori.

Cosa unisce questi racconti, dunque: la lotta dei protagonisti contro i fantasmi del passato. Dai fantasmi della lotta di liberazioni, ai fantasmi di un amore perduto. Il peso e il dolore della memoria, di quanti scelgono di non dimenticare e, nonostante il clima di "pacificazione nazionale", fanno della resistenza la loro vita.
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