11 giugno 2009

Quale credibilità internazionale abbiamo?

Mettiamo assieme i fatti.
L'invito al presidente del Consiglio da Obama (tra gli ultimi ad essere ricevuti nel G8), poi rifiutato dal premier stesso con la scusa che serve maggior tempo per il codice della finanza.
L'amicizia con Putin (ex Kgb).
L'accoglienza a Gheddafi, cui viene permesso di esternare e picconare contro l'attacco USA del 86:
Con un azzardato paragone con l'epoca dell'impero romano, «quando Giulio Cesare e Augusto governavano da dittatori con l'appoggio del Senato», Gheddafi ha poi trovato una sorta di giustificazione al terrorismo e alle dittature:
«Saddam Hussein era stato eletto dagli iracheni - ha detto in sostanza - era una questione interna, perché qualcuno dall'esterno ha deciso di volerlo rimuovere?». Premettendo di «condannarlo» fermamente, ha poi provato a dare una spiegazione al fenomeno del terrorismo come necessità di «difesa» dalle usurpazioni del mondo occidentale. «Si definiscono terroristi quelli con i fucili e le bombe, ma come definire allora le potenze che hanno missili intercontinentali? Qual è la differenza tra azioni di Bin Laden e l'attacco contro la Libia di Reagan nel 1986? Non era terrorismo quello?».


Come si può stare dalla parte di Israele e di Gheddafi assieme? Dalla parte di Obama e di Putin?
Che credibilità abbiamo, dal punto di vista della nostra politica internazionale?
Ne esce fuori la solita italietta, il marito americano e l'amante libica.
"Devo scappare perché sto combinando un matrimonio fra Noemi e l'avvocato inglese, come si chiama?... ah, Mills, e porto come dono di nozze un volo dello Stato, naturalmente gratis...", ha detto Berlusconi che aveva iniziato a parlare da qualche minuto.

Nessun commento: