25 giugno 2009

Vietato ricordare

Sembra che all'improvviso la politica scopra la rete.
In senso negativo: primo l'obbligo di rettifica (nel contesto della legge sulle intercettazioni che impone forti limiti alla possibilità di informare).
Ora l'obbligo di "oblio": eliminare dai siti e dai motori di ricerca, dopo un certo numero di anni, atti giudiziari, penali.
Il DL 2455 dell'onorevole Lussana "Nuove disposizioni per la tutela del diritto all'oblio su internet in favore delle persone già sottoposte a indagini o imputate in un processo penale".

Ne parla Guido Scorza in un articolo riportato da PI:


Il primo comma dell'art. 1 mira - le parole sono tratte dalla relazione di accompagnamento al disegno di legge - a far sì "che, decorso un lasso temporale, variabile a seconda della gravità del reato, e salvo che risulti il consenso scritto dell'interessato, non possano più essere diffusi o mantenuti immagini o dati, anche giudiziari, che consentano, direttamente o indirettamente, l'identificazione della persona già indagata o imputata, sulle pagine Internet liberamente accessibili dagli utenti oppure attraverso i motori di ricerca esterni al sito web sorgente".

Il secondo ed il terzo comma della medesima previsione, rincarano, poi, la dose fissando il principio secondo il quale le immagini ed i dati di cui al comma 1, devono essere definitivamente rimossi da tutte "le pagine Internet" quando, "sia trascorso un anno dal momento in cui è stata pronunciata sentenza di non luogo a procedere, decreto di archiviazione o sia intervenuta sentenza definitiva di proscioglimento, anche a seguito di revisione" o "due anni se è intervenuta o se è stata dichiarata una causa di estinzione del reato o della pena".

Perchè la rete e non la televisione (basta fiction sulla mafia, sulle stragi degli anni 70, sui misteri italiani), i libri, i giornali?
Perchè ci si accanisce su internet? Forse perchè è, fin'ora, l'unico strumento di informazione non governabile?

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