07 luglio 2009

Il libertinaggio non è un affare privato

Non riesco a capirne interamente il senso, della dicharazione dei vescovi:
"Il libertinaggio iiresponsabile non è un affare privato".
Quelle parole, così desuete, così lontane dai fatti. Come un voler chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati.
Oppure come un voler salvare capra (i principi alti della Chiesa) e cavoli (i legami con il mondo politico).

Tra l'altro, il libertinaggio sarebbe il peccato meno grave, tra i tanti imputati (tiepidamente) a "papi".E la corruzione? I rapporti con personaggi dal trascorso poco pulito (magari con la mafia? Le tasse non pagate ("date a Cesare ciò che è di Cesare") ..

Le donne usate come merce di scambio, sono forse (l'eventuale) peccato minore. E tra l'altro sarebbe anche un libertinaggio, molto responsabile e consapevole.

Ma forse la Cei si riferiva ad altro: ai tanti giovani che oggi hanno perso la retta via, magari alle badanti di Calderoli, tutte dedite a "sesso e droga" ..

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