27 agosto 2009

Frammenti di patria - Il padrino parte III

Il terzo capitolo della saga del Padrino racconta degli ultimi anni di Don Michael Corleone, che vorrebbe uscire dal giro di mafia ed entrare in affari puliti.
Come la Internazionale Immobiliare, società controllata dalla Banca Vaticana.

Banca che non naviga in buone acque e che viene salvata da un generoso assegno di Michael Corleone, che ambisce ad entrare nel Cda dell'immobiliare.


Non è il migliore film della trilogia: ma i 30 minuti finali meritano tutta l'attenzione.

Mentre Don Corleone assiste alla Cavalleria Rusticana a Palermo, i suoi sicari regolano i conti con tutti i personaggi che si sono opposti al suo disegno.
Come l'Arcivescovo Gilday e il banchiere svizzero Frederick Keinszig, suicidato sotto un ponte.
Inquietetante i legami con la storia della nostra patria: La Banca Vaticana che ricorda lo Ior.

Il banchiere Keinszig che ricorda Roberto Calvi ucciso e impiccato sotto il ponte dei Frati Neri a Londra.
Papa Luciani che, secondo alcunie fonti, avrebbe voluto fare pulizia della finanza vaticana dell'epoca Marcinkus (l'arcivescovo Gilday), viene infine avvelenato dalla mafia.

A Roma viene ucciso anche Don Lucchesi, un uomo politico che fa da tramite per la mafia a Roma. Ucciso conficcandogli nella giugulare gli occhiali mentre l'assassino gli sussurra "il potere logora chi non ce l'ha".

Frase attribuita all'onorevole Andreotti.
Che sarà incriminato per mafia molto più tardi (il film è del 1990).

Mafia, Vaticano e i legami con la politica.
Fantapolitica. O forse è solo la storia della nostra patria.

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