10 settembre 2009

Morte a Firenze di M. Vichi - i nostalgici del fascismo

Un'indagine brutta per il commissario Bordelli: un bambino rapito e ucciso.
E tanti pensieri cupi (come il cielo sopra Firenze in quei giorni di autunno 1966).
Come il sentirsi inadeguato nella nuova Italia del boom economico, così lontana da quella della sua giovinezza. Così lontana dall'Italia per cui aveva combattuto durante la Resistenza (coi guastatori della San Marco badogliana).

Sapeva bene che in Questura incrociava ogni giorno funzionari nostalgici, compreso il Questore. Pensò con tristezza che forse aveva ragione Carlino, l'ex partigiano che gestiva il bar sotto casa di Rosa: in fondo all'anima gli italiani erano fascisti senza rimedio.
Bambini bisognosi di un padre autoritario per sentirsi protetti, er sentirsi dire dormite tranquilli, penso a tutto io.
L'importante era dormire, mangiare, faticare poco, riempirsi la bocca di parole e avere i soldi per andare al mare. Un popolo di poveracci che cercava riscatto con sogli di potenza. Non era per un'Italia come quella che Franco Bordelli aveva sparato addosso ai nazisti [durante la resistenza ndr].
[pagine 89-90]


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