20 settembre 2009

Omissis di Philip Shenon

Omissis. Tutto quello che non hanno voluto farci sapere sull'11 settembre

Il giornalista del New York Times racconta in questo voluminoso libro la storia della Commissione indipendente di inchiesta sui fatti dell'11 settembre, fortemente voluta dai familiari delle vittime (tra cui le Jersey Girl, le mogli di alcune vittime delle Torri Gemelle).

La Commissione aveva lo scopo di far luce su eventuali carenze dei sistemi di sicurezza; sulla eventuale lentezza nel prevenire e rispondere agli attacchi da parte dei sistemi della difesa: qualcuno non aveva fatto il suo dovere, o aveva sottovalutato l'importanza del nemico (volutamente o meno).

Da Wikipedia:
La Commissione Nazionale sugli Attacchi terroristici contro gli Stati Uniti (in inglese National Commission on Terrorist Attacks Upon the United States, nota anche come 9/11 Commission) venne istituita alla fine del 2002 "per predisporre un completo resoconto sulle circostanze in cui avvennero gli Attentati dell'11 settembre 2001", compresi i loro preparativi e la prima risposta agli stessi.

Shenon racconta del lavoro della Commissione, delle difficoltà incontrate, specie nel recuperare tutti i documenti generati dai servizi di intelligence nei mesi precedenti, gli scontri con la Casa Bianca, che reclamava il diritto alla separazione dei poteri, in merito alla condivisione di atti e documenti passati per la Sala Ovale. Come avvenne spesso col consigliere legale del presidente, Philip Gonzales.
Parla degli scontri in seno alla Commissione stessa: specie nei confronti del Direttore Esecutivo, Philip Zelikow, per i personali conflitti di interesse nei confronti della Casa Bianca.

Zelikow, vero motore della Commissione, scelse quali strade investigative percorrere e quali no, quali testimoni sentire e quali no, sul dirottamenti degli aerei e su Sicurezza Nazionale nel primo mandato presidenziale di George Bush). Aveva scritto un documento in cui si sosteneva la ragionevolezza della politica della “Guerra preventiva”: documento che sarebbe stato poi usato come alibi da parte dei falchi della Casa Bianca, per l'invasione dell'Iraq.

Zelikow inoltre, sin da subito aveva una sua teoria sulle lacune nell'intelligence e sui probabili “capri espiatori”: uno tra tutti la Cia di George Tenet. Serviva una struttura di intelligence unificata.
In effetti, come stabilì alla fine la stessa Commissione, sia la Cia che l'FBI commissero degli errori, che probabilmente facilitarono la messa in atto dell'attentato.
L'arresto del terrorista Mossauoi (o Mossaui) che non venne riferito al direttore centrale dell'FBI.
I due arabi sospettati di contatti con Al Qaeda, al-Hazmie al-Mihdar che soggiornarono per un anno in California a San Diego (grazie anche all'aiuto dell'ambasciata saudita), i cui nominativi la Cia non passò all'FBI.

Parte delle responsabilità, come alcuni commissari e investigatori dello staff compresero, andavano attribuite alla stessa Casa Bianca, che non recepì le segnalazioni di un attacco, di un pericolo imminente che arrivavano. Come quelle dello zar dell'antiterrorismo “Richard Clarke”.

Peccato che il libro abbia un approccio troppo dal basso nel raccontare il dietro le quinte della Commissione. Si perde in troppi dettagli, senza dare una buona visione dall'alto, di tutto il lavoro svolto, appesantendo troppo la lettura.
Il testo accompagna il lettore nelle stanze dove lavorò la Commissione: gli studi a Washington e New York; nello studio ovale, nella situation room e negli altri uffici della Casa Bianca; negli uffici direttivi del quartier generale della Cia, nell'ufficio del sindaco al municipio di New York (che non vedevano di buon occhio quei commissari che cercavano eventuali lacune nei soccorsi messi in atto ).
Shenon ricostruisce le tante conversazioni avvenute tra i protagonisti del libro: ricostruzioni possibili grazie alle tante interviste fatte, alle email raccolte, ai documenti censiti.

Cosa non hanno voluto farci sapere della Commissione sull'11 settembre?
Indipendenza della Commissione: nel libro viene raccontato delle telefonate ricevute da Zelikow da parte di Karl Rove, collaboratore politico di George Bush e di Condoleeza Rice.

I conflitti di interesse. I rapporti avuti nel passato dal presidente esecutivo Zelikow, con la Rice (con cui scrisse un libro) e con la presidenza Bush (con cui collaborò nel periodo di transizione del dopo Clinton). Anche I precedenti rapporti con la casa editrice Norton, con cui aveva pubblicato già nel passato.

Omissis, piste non seguite, documenti non accolti dalla Commissione: forse veramente si poteva far qualcosa per fermare i dirottatori. Nonostante tutti I difetti del libro di cui si è parlato prima, questo libro farà crescere il numero di person che ancora credono che ci sia molto da dire sulla tragedia dell' 11 settembre.

Riferimenti:
Un articolo sulla commissione su disinformazione.it.
Wikipedia: la Commissione indipendente di indagine sui fatti dell'11 settembre.
Il sito della Commissione.
L'indice del report prodotto dalla Commissione.

I membri della Commissione erano:

Thomas Kean (presidente) - Repubblicano, ex Governatore del New Jersey
Lee H. Hamilton (Vicepresidente) - Democratico
Richard Ben-Veniste - Democratico
Fred F. Fielding - Repubblicano
Jamie Gorelick - Democratico
Slade Gorton - Repubblicano, ex Senatore USA da Washington
Bob Kerrey - Democratico, Presidente della New School University e ex senatore U.S.A. dal Nebraska
John F. Lehman - Repubblicano, ex Secretario della Marina
Timothy J. Roemer - Democratico
James R. Thompson - Repubblicano, ex Governatore dell'Illinois

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