14 settembre 2009

Presa diretta - terremoto

Presa diretta - terremoto.

Si è fatto tutto il possibile per prevenire il terremoto in Abruzzo?Quale è lo stato della prevenzione contro i terremoti in Italia? Quali sono le politiche antisismiche e come vengono applicate?

Quali le cause dei crolli della casa dello Studente, della Prefettura, del Pronto soccorso dell'ospedale?400 scosse prima delle due mortali del 6 aprile e quello che si è ottenuto, dopo la riunione della Commissione Grandi rischi del 30 marzo sono state solo generiche rassicurazioni?
Il terremoto non si può prevedere ..State tranquilli ..

Iacona ha sentito non i grandi esperti della Protezione Civile, ma i geologi "da campagna": il professor Moretti della facoltà di scienze.
Il prof. Di Iorio, preside di facoltà.
Il loro parere non è stato sentito dalla commissione: di cose da dire ne avevano, su quelle scosse, sempre più profonde, sempre più concentrate.

Nè il sindaco, nè il presidente di provincia sapevano degli allarmi dei geologi, nè si sono preoccupati di interpellarli. Avrebbero potuto fare qualcosa? Magari avrebbero potuto organizzarsi meglio. Col senno di poi ..

La realtà è che, come ha dimostrato il servizio, all'Aquila, come ad Onna si è costruito dove non si doveva. A prescindere dalla qualità del cemento, dei materiali, del ferro: sotto Pettino c'era una faglia. A Onna era già avvenuto un terremoto che aveva raso al suolo il paese.

Come mai nessun piano regolatore ne ha tenuto conto? Come mai nessun piano di ristrutturazione delle case che tenesse conto del pericolo?
Come mai si è continuato a costruire (e a vendere a 300 euro al metro quadro) case nuove?
Inutile piangere dopo. Meglio preoccuparsi prima della salute delle persone e lasciar perdere per un attimo il profitto, la speculazione del terreno.

Magari si riesce a costruire la nuova università de l'Aquila in una zona non a rischio. Perchè il rischio era già previsto dal Piano Regolatore del 1979: cosa han fatto e cosa non han fatto i sindaci (compreso l'attuale), i presidenti di provincia e regione.

Il Rapporto Barberi.
E' costato 4 milioni di euro, il censimento di tutti gli edifici a rischio italiani.Compresa la prefettura aquilana; le scuole elementati Ventre e De Amicis.
"Dopo questo censimento la gente non doveva morire .. si poteva evitare questo dramma" spiegava la dottoressa La Ponzina, collaboratrice di Barberi alla stesura delle schede di rischio.Il rapporto è del 2001: è stato consegnato a sindaci, provincie, regioni.
Eppure, mi ha fatto rabbia vedere il rimpalleggio tra gli attuali amministratori o i vecchi.
Non sapevo. Non l'ho ricevuto, non potevo fare nulla. Me ne sono andato prima.

Vero è che lo stato dal 2004 non da soldi per la messa in sicurezza della scuole.

Lo stato in Calabria.
Se la parte in Abruzzo fa rabbia, la seconda parte dell'inchiesta in Calabria, a cura di Domenico Iannacone, fa ancora più paura.
Nonostante le rassicurazioni degli enti preposti (come a Laureana di Borrello), la situazione è così tragica da risultare quasi grottesca.Case abusive costruite su frane, su strapiombi, sul letto del fiume. La Calabria è una zona ad alto rischio sismico: Pino Abate, disaster manager, raccontava di quanto poco si è fatto per la messa in sicurezza.
Come per le case popolari abitate, ma a rischio crollo. Solito rimpalleggio tra sindaco e presidente dell'Aterp: se li sgombero dove li metto .. è il sindaco che decide ..

E intanto la situazione peggiora: per le tutte case abusive che si continuano a costruire, per tutti i condoni che si susseguono. Ma chi approva i progetti?

In realtà, come ha dimostrato proprio Iannacone, il ruolo del Genio Civile in Calabria è puramente rappresentativo.

Basta un documento di costruizione prestampato (che contenga delle serie di numeri), dei tmibri falsi, delle firme false. Qualche blocco di calcestruzzo da far controllare, e il gioco è fatto.Dopo qualche settimana il genio civile da l'approvazione ad un progetto fantasma, con tanto di certificato sul rischio statico. Tanto, grazie ad una legge regionale, nessuno controlla: solo il 5% delle domande, su 100000. E non si demolisce nessun fabbricato abusivo.

Nessuno che ha chiesto i documenti al giornalista, nessuno che ha voluto controllare i dati sulla domanda.

Come la mettiamo allora. Cosa faremo, quando la scossa arriverà a Reggio Calabria? Con che faccia i politici, gli esperti, si presenteranno davanti alle telecamere?
Certo, è anche colpa dei calabresi, anche loro vittime del vizio italico di fare i furbi.Fare i furbi, con la pelle degli altri. O con la pelle dei propri cari.
Ma gran colpa l'hanno anche i giornalisti e il sistema dell'informazione: loro compito sarebbe quello di vigilare, controllare, leggersi le carte.
Andare sul territorio, sentire la gente i geologi.

Perchè dopo, a portare le telecamere sotto le tende, dentro le macchine in strada, tra le macerie, suona un pò ipocrita. Falso.
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