12 ottobre 2009

Report la via del mattone

La burocrazia edilizia, il tema della prima puntata della nuova stagione di Report.
Tutte le norme edilizie che si deve consultare e (possibilmente) rispettare quando si vogliono fare dei lavori in casa.
Ma non si doveva snellire tutto col nuovo Piano Case, del marzo 2009?

Prima dell'inchiesta di Iovene, si è affrontato un tema di stretta attualità: la frana a Messina.
Possibile che anche questa tragedia non potesse essere evitata?
La Gabanelli ha mandato in onda uno spezzone di una inchiesta del 2005 “Era tutto previsto”, dove si parlava dei piani PAI (Piani di assetto idrogeologico), intervistando l'allora ministro dell'ambiente Matteoli, oggi ministro del ponte (pardon, delle infrastrutture).

Ministro che oggi va affermando che non ci sono soldi per mettere in sicurezza il nostro territorio, ad alto rischio idrogeologico (altro che il rischio del terrorismo islamico, ma questa è una mia considerazione). Eppure dal 2002, con una legge del governo, il ministro elargì direttamente ad alcuni comuni svariati milioni di euro. Comuni che non erano a rischio; soldi che invece non sono stato concessi per mettere in sicurezza il bacino del PO, per esempio.

Come sono stati concessi i fondi?
Per tessera politica, come ammettevano pacatamente (ma fuori onda) i sindaci di Bobbio (1 milione), a Parma (10 milioni), Ferriere (sindaco Forza Italia), Salsomaggiore (3 milioni). E infine soldi anche al bacino elettorale del ministro: le province di Massa e di Lucca.

Ovviamente se questa è la linea politica, dare soldi senza un piano strategico, ma solo perchè ci sono le elezioni, inutile piangere sul fango versato.

La via del mattone, di Bernardo Iovene
Per costruire un muro, che chiude una porta per separare in due un appartamento serve consultare il testo unico delle costruzioni regionale, quello comunale, le norme edilizie del comune, i regolamenti antisismici, le norme sugli impianti … faldoni di documenti da presentare, testi da consultare, bolli da pagare .
Se poi ci mettiamo che le norme non sono chiare (per cui il professionista che dovrebbe presentare il progetto deve consultare il comune), cambiano da comune a comune e cambiano persino i moduli per le domande. Questo è il quadro poco esaltante dell'edilizia domestica italiana.

Per un muro servono 12 mesi, 12500 euro per tasse (compresi gli oneri di urbanizzazione perchè si divide in due la casa) e i costi dell'impresa.
E gli enti locali, come il comune di Bologna, devono pagare pure gli affitti per i locali dove depositare tutti i faldoni.

Ma non ci doveva essere il Piano case del governo? Spiegava il ministro Fitto che, causa il terremoto dell'Aquila, è mancato il decreto sulla semplificazione, con gli accordi con le regioni.

E all'estero?
Iovene è andato a Gruenwald, a Monaco.
Il principio alla base è l'opposto a quello italiano: qui si presuppone che il citadino le rispetti le leggi. Dunque se il progetto per la casa rispetta il piano edilizio, basta un progetto spedito per posta e dopo tre settimane, se non ci sono problemi, i lavori possono iniziare.
In caso di irregolarità e abusivismo, sono i vicini di casa stessa che, accorgendosi dell'abuso, farebbero fermare i lavori.
Poche norme, pochi abusi e tanti controlli.

Dal nord Europa, al sud Italia.
In Germania non sarebbe potuto succedere quanto capitato ad Afragola: mezzo paese è abusivo, cresciuto per la mancanza di case popolari, contrapposta alla domanda di case.
Un paese con pochi servizi, nonostante le promesse del condono del 94.

In Italia pochi controlli, tanta burocrazia e un'amministrazione locale inesistente. E una classe politica capace solo di sfornare condoni.

I vigili mettono i sigilli, e le famiglie che costruiscono per se, li rompono: sarebbe un reato, ma come avviene in Italia, è uno di quei reati non percepiti come tali.
Serve allora il piantonamento da parte dei vigili. Altri costi.
Allora avviene l'abbattimento: ma servono tre gradi di giudizio, i soldi per i costi di abbattimento, e poi il rischio della prescrizione ….
Alla fine succede che gli abusivi pagano l'affitto al comune.

Cosa succederà a queste “case improvvisate”, se arrivasse un territorio? Chi si prende la responsabilità? Il comune, i vigili, la procura?
Il comune, divenuto proprietario dell'immobile dovrebbe mettere le case abusive a norma.

Il piano regolatore di Afragola è del 77: di chi le colpe? Chi non ha pianificato?
“è un fatto culturale” costruirsi la casa propria dice il sindaco di Afragola. Come la cattiva amministrazione.

I paradossi del piano casa.
La regione Emilia Romagna ha recepito il piano case.
E cosa succede?
Per allargare la casa, a Bologna, basta un VIA.
Per la casa del cane o la casetta degli attrezzi, serve una concessione edilizia.

Ovviamente nessuna semplificazione al momento.
Un edicolante, per mettere un impianto fotovoltaico, ha aperto un contenzioso col comune. Perchè i pannelli “erano brutti”.

Ad Aversa la città è assediata dai roghi dei rifiuti. Ma per i tetti dei pannelli solari si deve rispettare il vincolo di un angolo di 28 gradi. Il bello innanzitutto ..
Altri problemi burocratici.
Perchè in mezzo ci sono comuni, Enel, provincia.

Il ponte di Piacenza.
Il ponte sul Po è ceduto ad aprile 2009. Dopo una piena nemmeno tanto più grande di altre.
Il crollo ha reso difficile la vita alle persone che usavano il ponte per andare a lavoro.
Per momento hanno il telepass gratuito.

Il nuovo progetto deve arrivare dall'Anas e deve essere approvato dai due comuni, dai due bacini, le agenzie per il Po, da tutti gli “enti preposti”.
Serve un decreto di urgenza, allora.

Le soprintendenze vorrebbero conservare piloni e ponti: il costruttore vorrebbe rifarlo, perchè poco sicuro.
Il progetto definitivo costerà 60 milioni di euro: a metà ottobre si avrà l'azienda destinataria dei lavori. Un lavoro pronto nel 2010.
Per fine ottobre forse si avrà il ponte di barche.

Alla conferenza dei servizi hanno fatto parlare gli enti e cercato di risolvere i problemi.
A Napoli una conferenza dei servizi fu convocata per interrare un traliccio che interrompeva una superstrada.
Terna (l'azienda del traliccio), ha fatto un preventivo per i lavori a Regione e Provincia.
Serviranno 18 mesi per i lavori. Per tutta la burocrazia dei lavori.

Tutto questo perchè gli enti locali non si parlano e non rispondono nemmeno ai giornalisti.
Come a Mileto, in Campania: comune e provincia non si parlano per gli svincoli bloccati dall'immondizia, dove i trafficanti di rifiuti bruciano l'amianto.

A Bologna ci sono riusciti: con i “facilitatori” che incontravano le persone nelle assemblee e le istituzioni.

Come è andata a finire? L'oro di Roma.
Nel 2008 Report si era occupata della discarica di Malagrotta di Manlio Cerroni, la più grande discarica di Italia. Una discarica che l'Europa non vorrebbe più.
Dopo un anno cosa è successo? La discarica verrà prorogata, mentre la raccolta differenziata rimane una utopia.
Il centrodestra in comune, all'epoca di Rutelli e Veltroni, chiedeva la discarica di Grottaferrata
. Poi, una volta al governo, la giunta Alemanno ha continuato a fare le cose come prima.
Cerroni è sempre lì.
E i rischi per la salute degli abitanti vicino alla discarica, vicino ad Albano (dove c'è un progetto di inceneritore), pure.
La magistratura sta indagando, quelli che lavoravano alla discarica e hanno collaborato con i giornalisti, sono stati licenziati.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

imparato molto