06 novembre 2009

Annozero profumo di mafia

Le mani della mafia a Fondi, in base alla relazione del prefetto Frattasi che ha lanciato accuse pesanti sull'amministrazione locale, sui suoi legami con le famiglie Tripodo e Trani, con le cosche campane, con i casalesi.

Ma c'è stato spazio, ad inizio puntata, per parlare di un problema serio: l'usura cui sono costretti molti piccoli imprenditori (magari quelli che non si possono scudare); messi alle strette dalla crisi da una parte e dalle banche (improvvisamente solerti) dall'altra.
Come il signor Santonocito che si è rivolto a strozzini ("zingari") per 10000 euro: soldi che dovevano essere restituito al tasso del 40%, col raddoppio del prestito in caso di ritardo.
Man mano gli strozzini cercavano di mettere le mani sull'azienda.
Fino alla denuncia.

Lo scudo dei capitali mafiosi: lo scudo non permetterà il rientro die capitali mafiosi. Parola del governo: eppure secondo il pm antimafia, è sufficiente per un mafioso trovarsi un imprenditore amico. Lo scudo è uno strumento che permette invisibilità a chi riporta i soldi: somo soldi sporchi e soprattutto uno strumento di concorrenza sleale, che da a certe persone (scudate?) una forza maggiore rispetto ad altre.
E una situazione di forza può condizionare la politica.
Un buon politico ci avrebbe dovuto pensare.

La mafia a Fondi.
La magistratura ha portato avanti le indagini sulla situazione di Fondi.
Con una serie di arresti, tra cui Carmelo Tripodo, nipote del boss don Mico.
Secondo la denuncia del prefetto, il sindaco e la sua giunta avrebbero tenuto rapporti privilegiati con le ditte di pulizia di Tripodi.
Il sindaco, per assicurarsi al fedeltà delll'amministrazione, avrebbe aumentato i loro stipendi.

Dopo la denuncia del prefetto del settembre 2008, il Consiglio dei ministri ha aspettato un anno per decidere se sciogliere per mafia il comune: nell'attesa, che è stata giustificata dall'onorevole Bocchino come necessaria per prendere la giusta decisione, il comune si è sciolto da solo.
E gli stessi amministratori potranno ripresentarsi alle prossime elezioni.

A difendere le sue posizioni e quelle del comune in causa, il senatore Fazzone del PDL.
Che tirava in ballo il complotto, non delle sinistre, ma quasi: tutta la campagna mediatica contro Fondi sarebbe orchestrata dall'editore di Latina Oggi, Ciarrapico (che abbiamo scoperto essere amico di De Benedetti e Caracciolo), per screditare la buona amministrazione del posto.
Una faida interna al PDL, insomma.

Fazzone e Bocchino hanno dato giustificazione a quanto raccontato nella relazione del Prefetto ("non è sua santità"): ma ilsenatore è andato oltre, parlando di querela per tutte le accuse false.
Come la variante di una strada che avrebbe portato ad una azienda in cui Fazzone figurava tra i soci (la Silo), assieme al sindaco Parisella.
Variante poi non effettuata, sebbene è vero che la Silo abbia preso un finanziamento pubblico di 2 miliardi.

Di parere opposto l'onorevole De Magistris (che parlava di democrazia da ripristinare da zero, e non di democrazia da salvaguardare) e Claudio Fava di Sinistra e Libertà .
Se c'è complotto, è fragile, e coinvolgerebbe anche il ministro degli interni.
E tutte le spiegazioni date dal senatore si scontrano con le immagini del paese raccolte dal reportage di Stefano Bianchi e Giulia Bosetti.
I campeggi abusivi (Holiday) diventati ville per ricchi. La "Rosa dei venti", i 68 villini costruiti vicinissimi al mare.
Il clima poco trasparente con cui si è scontrato Bianchi facendo domande nel paese, al sindaco.
Gli appalti vinti con una gara in cui compariva una sola impresa, appalti vinti con un ribasso del 0,5%.

La mafia che fa impresa, in Campania come nel basso Lazio: nel mercato ortofrutticolo, nelle costruzioni, nei centri commerciali.
Imprenditori che vneogon pure additati come esempio, come ha fatto Feltri con Ercolani, parente del boss che ha ucciso Beppe Fava.

Non è un problema che riguarda il solo centrodestra: come ha spiegato tante volte Saviano, la mafia è bipartisan, si rivolge al cavallo vincente.
Come a Caserta (caso De Francisci), come a Castellamare.

Come si può fare lotta alla mafia in queste condizioni?
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