09 febbraio 2010

Il frutto della trattativa

Alle accuse fatte in aula da Ciancimino jr sulla genesi di Forza Italia "frutto della trattativa con la mafia", si è sempre risposto sostenendo che in realtà i governi di centro destra han fatto tutto il contrario di quanto chiesto nel papello, anzi, emandando leggi di contrasto.

Queste dichiarazioni, ripetute più e più volte, son diventate verità politica.
Eppure le supercarceri di Pianosa e Asinara sono stati chiuse e oggi, per affrontare l'emergenza carceri, si pensa a costruirne nuovi, anzichè riaprire queste.

Eppure la legge sui pentiti, è stata fatta dal centrosinistra appena la tensione dopo le stragi del 92 è calata.
E oggi è stata ritirata fuori una ulteriore riforma che vi metterebbe una pietra sopra sulla questione dei pentiti.

Eppure, è vero che hanno aumentato le sanzioni e gli anni di galera, peccato che poi, con la Ex Cirielli, abbiamo permesso ad alcuni boss di chiedere la revisione del processo.

Eppure è stata data la possibilità di mettere all'asta i beni confiscati, senza un controllo efficace che non tornino nelle vecchie mani.

Eppure, ancora oggi, assistiamo a minacce, intimidazioni, a quanti nella società civile (ultimi casi, l'attore Giulio Cavalli), nella magistratura (Il Gip di Caltanisetta, Giovanbattista Tona), nel mondo dell'informazione (come il giornalista Lirio Abbate), sanno distinguere la parte giusta da cui stare.

Eppure ancora oggi, si sostiene che la mafia non esiste, o anche che la mafia fa schifo, ma anche che bisognerebbe strozzare gli sceneggiatori delle fiction sulla mafia.

Nell'intervista a Che tempo che fa, il procuratore Nicola Gratteri (parlando del potere della ndrangheta), sottolineava come oggi, in tempi di crisi, sia molti più facile per le mafie entrare nella finanza, nelle imprese, ma anche nei giornali, comprando spazi per ffare l'informazione che va bene a lei.

Se pensiamo al traffico di coca dalla Colombia, agli enormi introiti, è facile comprendere come con questi soldi si riescano a spianare molte difficoltà. E la vastità della zona grigia dei coletti bianchi, al sud come al nord, lo testimonia.

Eppure, ancora oggi, assistiamo a minacce, intimidazioni, a quanti nella società civile, nella magistratura, nel mondo dell'informazione, sanno distinguere la oarte giusta da cui stare.

Eppure ancora oggi, si sostiene che la mafia non esiste, o anche che la mafia fa schifo, ma anche che bisognerebbe strozzare gli sceneggiatori delle fiction sulla mafia.

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