02 febbraio 2010

La figura retorica del Cavaliere

La filosofa Franca D'Agostini all'Infedele spiegava come, delle tre figure retoriche classiche Logos, Ethos e Pathos, Berlusconi nei suoi discorsi usi solo il pathos.
Il cavaliere ai suoi elettori non parla al cervello, o facendo riferimenti ai valori etici, ma direttamente alle emozioni.
Parole che qualcuno aveva già pronunciato, non mi ricordo più chi, ne dove “B. vince perchè parla alla pancia delle persone”.

Questo spiega l'amore, l'appoggio incondizionato che i suoi collaboratori, o meglio, si dovrebbe dire fans, gli concedono.
In studio, a ribadire la tesi, era presente la candidata Francesca Pascale, arrivata in politica dopo un lungo percorso (da Telecafone a qualche concorso di bellezza). Si discuteva del modo in cui vengono selezionati i candidati, tirando fuori quello che hanno dentro, spesso il peggio, in un cast che potrebbe essere indifferentemente quello del GF, di X Factor o delle elezioni regionali.

La Pascale, riferendosi al sindaco di Napoli Iervolino, diceva che era lontana da lei come modello, anche fisico, e che aveva vinto solo grazie a brogli.
L'avversario, il nemico, non ha titoli, che viene delegittimato dalla sua azione: si parla di brogli, accusa fatta senza tanti scrupoli e senza una discussione (l'assenza del logos appunto).
L'importante era lanciare il messaggio, vero o falso non importa: un messaggio che però funziona, di facile comprensione. Alla pancia del telespettatore: la Iervolino, ma si può estendere anche a tutta la sinistra, non ha titoli, ha imbrogliato.

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