03 marzo 2010

La grande storia - La dittatura

Chissà, forse non tutti i mali vengono per nuocere: nel cambio Ballarò - La grande storia, ci abbiamo pure guadagnato.
Anzichè i battibecchi (dove sicuramente sarebbe stata invitata la Polverini a racciontare del complotto ai suoi danni), un documentario sulla storia dimenticata sulla genesi della dittatura.
Genesi raccontata anche nel bel libro di Sergio Zavoli del 1972: fa strano, era ieri, ma ancora oggi sono tutti qui, gli attori.
Zavoli, una politica che tende al populismo mediatico assolutistico, i nostalgici del duce ....

Ogni tanto, una rispolverata di storia, non fa male: così si ritorna agli anni degli scioperi e degli scontri, successivi alla rgande guerra. Con le squadracce usate da Mussolini per mettere sotto tensione gli avversari, la tenuta democratica.
Mussolini foraggiato dagli industriali, dai proprietari terrieri, dal potere reazionario.

Mussolini ex socialista, anticlericale, antimonarchico, antiinterventista e poi bersagliere in prima linea.
Attorno al fascismo, legati dai suoi slogan, dai suoi discorsi roboanti, aveva legato reduci, futuristi, repubblicani, ex socialisti.
E fu capace di cambiare bandiera tante volte: prima accetando l'invito del re, poi stipulando i patti lateranensi con la chiesa.

Capace di usare l'arma del ricatto, della sua strategia della tensione, per far accettare al re e ai partiti della destra "il male minore" dei fascisti prima in parlamento e poi al governo.
77 morti e 180 feriti negli anni precedenti il 1922.
74 omicidi fascisti, compiuti nei due mesi precedenti la marcia su Roma.

E infine quel discorso tristemente celebre: "potevo fare di quest'aula sorda e grigia ..".
Cosa sarebbe diventata l'Italia si poteva capire già da allora.
Lo aveva capito Matteotti, deputato socialista che puntò il dito in aula contro le violenze squadriste prima delle elezioni farsa del 1924.

Finì ucciso, e nonostante la sua morte, il regime rimase al suo posto.
E arrivò il regime vero e proprio: da una parte l'opposizione che si suicidò con l'Aventino.
Dall'altra parte, le leggi fascistissime: controllo dell'informazione, confino, sciogliemtno partiti, istituzione del tribunale speciale (questo nel 1926).
Oramai, ed era troppo tardi per scoprirlo, chi era all'opposizione era un nemico dello stato. Pena il confino, il carcere.
Il regime aveva paura del pensiero degli anitfascisti.
Come per Gramsci, al cui processo il pubblico ministero (in divisa) disse "dobbiamo impedire alc ervello di Gramsci di funzionare per 20 anni".
Fu condannato nel 1928: 15000 furono le ordinanze di confino (anche per gli omosessuali).
1000 le condanne del Tribunale speciale: 6 quelle di morte.

Il documentario ha parlato anche di apsetti poco conosciuti della storia italiana: le deportazioni e i campi di concentramento in Libia.
La pulizia etnica in Jugoslavia: i massacri e le armi chimiche.
L'istituzione nel 1930 dell'OVRA, da parte di Bocchini, per controllare, spiare, denunciare, raccogliere delazioni sugli antifascisti nel paese.

Perchè anche questo fu il fascismo: da una parte le immagini rassicuranti del Duce con la famiglia.
I cinegiornali che raccontavano di bambini al mare grazie al regime, della moda, delle allegre famiglie in vacanza.

Dall'altra le persone incarcerate, messe al confino, tolte dei loro diritti.
Preludio alle leggi razziali, all'orrore della guerra. E a Piazzale Loreto.

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