25 aprile 2010

Annozero – separati in casa

Il confronto teso tra Fini e Berlusconi, i separati nella casa del PDL, ha dato il titolo alla puntata di Annozero.
Ma separata e divisa rischia di essere tutta l'Italia: i servizi da Adro e dal resto del nord (dove amministra la Lega) raccontavano delle discriminazioni di una parte di persone che, magari anche nate in Italia, che lavorano in Italia da anni, sono soggette a discriminazioni.

Il caso più recente è quello del comune di Adro,nel bresciano, dove Ruotolo ha condotto un confronto tra famiglie immigrate e famiglie italiane, in un “clima di intolleranza e di odio che non avevo mai visto”.

Si parla del comune di Adro, per attaccare la Lega, si difendeva il sindaco, che ha pure avuto il coraggio di attaccare la donna marocchina con “tu lavori, tuo marito lavora, e il papà ? ..”.
Da dove viene tutta questa cattiveria? Tutta questa tolleranza zero, nello stesso paese dove in una casa una famiglia di indiani lavora in nero per una ditta italiana.
Dove al nord, in un ospedale pubblico a Torino, una cooperativa faceva lavorare in nero gli immigrati. E uno di questi che ha cercato di protestare, è stato picchiato e reso disabile.

Non è solo razzismo: gli sgomberi delle famiglie inadempienti o abusive, le taglie sugli immigrati (pardon, incentivi alla produzione), le ronde, il telefono per denunciare i clandestini (a Cantù), gli slogan usati (“Fora di bal”, “basta tasse”), sono frutto anche della strumentalizzazione del tema immigrazione, che sta avvenendo ormai da tanto. Si è cavalcata la paura del diverso, dell'immigrato: persona su cui scaricare tutte le colpe.

Il comune non ha i soldi per le case e per i bonus: in realtà il comune di Adro ha rinunciato ai fondi regionali per il sostegno all'affitto. Magari sperando che queste famiglie se ne andassero.
Forse che l'unico modello di integrazione è “nessuna integrazione”?

Ricordiamoci poi che non è un problema che riguarda solo gli immigrati: a non godere appieno dei diritti sono anche famiglie italiane. Come la madre di Enea, Gloria Vullo: bambino autistico, a cui le istituzioni non sono state affatto vicine. Diritto alla salute, alla scuola e all'integrazione: solo la fortuna di avere una famiglia solida economicamente alle spalle, permette di andare avanti.

Dobbiamo dircelo, che non siamo il miglior paese per l'assistenza sociale. Dobbiamo cambiare in meglio il nostro paese.
E in studio, a confrontarsi le giovani leve del Partito Democratico (Pippo Civati, Matteo Renzi, Debora Serraccchiani) con il ministro Mara Carfagna e l'onorevole Della Vedova.
Il ministro ha cercato di smarcarsi da una certa politica: “io conosco la lega di Maroni ..” , “non conosco poliziotti che sbattono la carta d'identità in faccia .. ”. Si è anche lanciata nella difesa dei figli degli immigrati (per le liste delle case di alloggio). Non tutta l'Italia è come quella rappresentata dai servizi di Annozero: vero, ma a raccontare dell'Italia felice, che va in vacanza, a fare le gite, che spende, ci pensano già i servizi del TG1.

Dov'era la Carfagna e il PDL quando la Lega al nord votava le leggi contro i Kebab, contro i phone center?
E anche la Bossi Fini, che obbliga a trovarsi entro sei mesi un lavoro appena compiuti 18 anni, per avere la cittadinanza. “Sfido chiunque” spiegava Yassim, in Italia da 12 anni, “a trovare un lavoro di questi tempi”.
Il lavoro rende liberi, era appunto la triste frase incisa sul cancello di Auschwitz.

Questo in nome della tolleranza zero: sì, ma contro chi? Non cerco contro gli evasori, le persone che sfruttano gli immigrati col lavoro nero, non certo contro le persone che affittano in nero (sebbene esista una norma nel pacchetto sicurezza).
Il paese è in crisi e occorre tirare la cinghia, e lo devono fare anche gli immigrati: questa era una delle frasi sentite da Adro. Come anche “pari diritti e pari doveri”. Sembra strano ma gli immigrati chiedono solo pari diritti come gli italiani. Sanità, scuola, lavoro, religione.
O forse gli immigrati, ad una certa politica piacciono solo quando sono calciatori o veline ? Solo quando lavorano in nero nei cantieri e poi alla sera si rinchiudono nelle loro stanze?
Solo quando raccolgono i pomodori o le arance nei nostri campi?

Dobbiamo cambiare l'Italia: almeno a parole, i politici in studio erano pure d'accordo. Sappiamo però di cosa si sta discutendo: di intercettazioni, di presidenzialismo, di modelli parlamentari …
Oltre ai soliti slogan: i fantomatici 55 miliardi stanziati per la crisi, i miracoli del governo.
Dobbiamo solo sperare nei giovani trentenni come Civati: “di Adro non ce ne saremmo occupati se lei non avesse fatto le taglie”.
Questa la risposta, da sinistra, al sindaco di Adro. Che neppure si è meritato una vignetta da Vauro.
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