25 aprile 2010

Ora e sempre 25 aprile.

Serve ancora ricordare il 25 aprile, viene da domandarsi.
Ecco, proprio nella domanda sta la risposta. Proprio perchè vogliamo continuare a farci questo tipo di domande, perchè vogliamo essere liberi di fare ad altri questo tipo di domande, di poter chiedere conto a chi amministra e governa, allora dobbiamo ricordare.
Ricordare cosa? La lotta di liberazione e, prima ancora la dittatura che di domande non ne prevedeva (e guai agli italiani che se le facevano).
Dittatura che ci ha portato alla guerra, alla fame, alle macerie.
Dittatura fascista, e non comunista come sostiene il presidente della provincia di Salerno, in due scarpe, Cirielli, da ci siamo liberato con una guerra di liberazione, che ha visto schierati gli alleati, parte del nostro esercito che vedeva nella lotta al fascismo una possibilità di riscatto (leggetevi "In cerca di una patria" di Alfio Caruso).
E anche grazie ai partigiani: quelli che sono andati a combattere sulle montagne, quelli che li hanno aiutati, in mille maniere.

Piaccia o non piaccia, revisionismi o meno, se oggi possiamo sdoganare i peggiori istinti razzisti, il fascismo (buono, cos dicono), è proprio perchè l'Italia si è liberata dalla dittatura.
Se Zaia può permettersi lo strafalcione storico su vietcong e partigiani (confondendo la seconda guerra mondiale con la guerra in Vietnam), è proprio perchè ci sono stati i partigiani, la guerra di liberazione, gli alleati, i militari dell'esercito italiano che han deciso di combattere contro Salò e i nazisti.

Altra domanda: siamo ancora a rischio regime?
Proviamo allora ad aggirare la domanda: l'Italia è veramente una democrazia compiuta come sancisce la Carta Costituzionale?
Alla prima domanda si dovrebbe rispondere di no. Ma allo stesso modo, non siamo nemmeno quella democrazia basata sul lavoro (art. 1), dove la legge è uguale per tutti, con pari diritti in merito a scuola, sanità, religione. E libertà di espressione.
Ecco, non occorre liberare l'Italia dal regime che ancora grazie al cielo non c'è: occorre portare a compimento la Repubblica.
E per questo allora, che si deve spazzar via tutti quanti la tengono in ostaggio: la criminalità organizzata, i poteri forti che condizionano le scelte dei governanti (acqua, energia, privatizzazioni, diritti sul lavoro, legalità).

Ieri sera a Milano si sono confrontate due Italia: all'interno della Scala, il discorso del presidente della Repubblica Napolitano, su l'unità del paese, sul ricordo di Sandro Pertini.
Fuori i lavoratori che protestavano: chi per la Cassa integrazione, come i dipendenti Italtel. Chi contro il decreto (su cui Napolitano dovrebbe mettere la firma) sugli enti lirici.
Dentro le istituzioni, le parole di circostanza, uniformi, divise. Fuori il paese, preso a manganellate.
Da che parte sta la democrazia, questo 25 aprile?

Gli altri 25 aprile
La
campagna per la raccolta di firme sul referendum per l'acqua pubblica.
Manifestazione contro l'inceneritore da parte dei sindaci dei comuni di Milano sud.
Manifestazione contro la centrale nucleare, a Sessa Aurunca, sul Garigliano (Salerno).


2 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao, purtroppo ci sono tanti blogger che parlano contro il 25 aprile, ma costoro ci pensano che senza un 25 aprile nessuno avrebbe la libertà di scrivere su giornali o blog?
lasciamo da parte le facce da c***o di certi politici, un po' di visibilità la devono cercare perché non valgono niente e non hanno altro modo che comportarsi da sciacalli

saluti mario

alduccio ha detto...

Condivido: buon 25 aprile!