19 aprile 2010

Report - l'unione non fa la forza

In che direzione si muove l'unione europea, dal punto di vista economico, politico?
Come vengo spesi i soldi dell'Unione?
Cosa vuol dire per un paese dell'Unione, far parte della zona euro?

In che modo l'UE cerca di risolvere la crisi Greca e in che modo l'Italia ne è impattata?
Iniziamo con alcuni punti certi: i paesi membri dell'Unione sono 27, 16 appartengono alla zona euro.
L'UE, dopo 4 mesi di rimpalleggio (che hanno permesso agli speculatori dell'euro di mettere in crisi la nostra moneta) dovrà fare qualcosa per salvare la Grecia.
Perchè il suo crollo farebbe da effetto domino per le altre economie: i titoli di stato greci, comprati dalle banche, sono finiti in debiti derivati acquistati poi dalle regioni italiane.
Come la Puglia e la Lombardia.

L'inchiesta di Report ha raccontato come funziona la macchina dell'Unione, a cominciare dalla crisi di fiducia nella moneta unica, non solo in Italia (da partiti governativi). Sfiducia aggravata dalla speculazione di paesi che hanno tutto l'interesse a far perdere di valore l'euro. E mentre in Europa si litiga (e i paesi motore dell'UE come Francia e Germiania hanno il motore imballato), i paesi emergenti sono già entrati sui mercati a farci concorrenza.

Una UE divisa, dove i soldi vengono a volte sprecati male, dai funzionari "eurocrati" con stipendio da 17000 euro, non fa bene ai paesi dell'Unione.

Un'Europa unita avrebbe anche maggior peso nelle assemblee internazionali: come quella climatica a Copenaghen.
Ogni paese ha seguito la sua strada e si è permesso a Cina, India (e soci) di continuare con le loro quote di emissioni di CO2.
Così come per le trattative per l'approvigionamento del gas dalla Russia.

Ogni paese segue la sua politica, il presidente della Commissione Europea è un burocrate, nonostante il Trattato di Lisbona: e si che l'unione avrebbe gli strumenti per portare avanti una sua politica comune.
Come per le clausole contro Israele, nel caso di mancato rispetto dei diritti umani.
Ma alla fine a prevalere sono solo gli ineteressi dei paesi.

Altri tema di disunione, la giustizia.
27 paesi, 27 sistemi di giustizia diversi: difficile portare avanti una indagine "federale " come potrebbe accadere negli Stati Uniti: in Italia è reato da arresto vendere DVD falsi, ma non taroccare i bilanci.
In Italia abbiano 3 gradi di giudizio, per tutti i reati,con una prescrizione che falcia via buona parte dei processi.
Chi potrebbe venire ad investire dall'estero, a queste condizioni?

Il controllo delle frontiere: esiste un organismo preposto, il Frontex. Ci si appella spesso all'Unione, che dovrebbe fare di più per i flussi esterni. Ma poi i singoli paesi non investono abbastanza risorse a Bruxelles, in Frontex.

Il lavoro: dai flussi esterni a quelli interni.
Con l'apertura delle frontiere, si sono riversati anche in Italia, lavoratori dalla Bulgaria e dalla Romania.
I sistemi di protezione sociale sono diversi, da paese a paese. Come per i sussidi di disoccupazione.
E l'UE dovrà fronteggiare il problema della disoccupazione che si è aggravato con questa crisi.

I sussidi agricoli.
I soldi dall'UE ai paesi vengono dati secondo due strade: i sussidi e i fondi strutturali, secondo un modello detto "saldo netto".
I sussidi in realtà sono soldi che finiscono spesso agli agricoltori più ricchi, dell'Unione.
Con le nuove norme non serve nemmeno produrre, basta certificare terreni, piante, animali.
E i soldi finiscono anche alle banche.
E ai contadini calabresi che non raccolgono le arance, come il caso di Rosarno ha testimoniato.

I fondi strutturali , che dovrebbero servire per finanziare progetti di sviluppo, finiscono invece in progetti inutili (campi da golf, hotel, il tango finlandese, un corso di vallette televisive a Napoli).
L'unione fa campagne contro il fumo, poi i coltivatori di tabacco ricevono 293 milioni di finanziamento.
Ha un senso, tutto ciò?

Ogni paese in realtà guarda al suo bilancio netto: per l'Italia è positivo per 46 miliardi. Pare che il meccanismo somigli molto al metodo Robin Hood al contrario: i paesi ricchi sono quelli che prendono più soldi.
Riassumendo: l'Unione si pone degli obiettivi, per i suoi paesi (laureati, emissioni). Non può costringere i suoi membri, ma eroga dei fondi per il raggiungimento. Non produce beni e dunque non può tassare nè emettere obbligazioni: per le tasse, si affida agli stati membri, che poi incassano dai fondi strutturali.
I sussidi agricoli arrivano ai contadini più ricchi.
I paesi che hanno incassato di più, guarda caso, sono quelli che oggi sono messi peggio: Portogallo, Grecia, Italia, Irlanda.

Il caso Grecia.
Nell'eurozona, è come se tutti i paese cammissero in un unico pantalone.
Se poi però, uno dei paese ha i conti non in ordine, perchè li ha truccati con l'aiuto delle banche (J P Morgan e Goldman Sachs), è un problema di tutti.
La crisi della Grecia di oggi, che sarà pagata dai pensionati, dai dipendenti, è causata da sprechi, inefficienze, corruzione, mancato rispetto delle regole, sia da parte dei cittadini, che da parte dei funzionari statali.
Le banche hanno truccato il disavanzo (finuto nei derivati comprati anche in Italia) e oggi la UE chiede alla Grecia di pagare i 22 miliardi di debiti (6 miliardi solo per le spese militari, per le armi comprate dalla Germania).
Come fare? Vendere il Partenone?

A salvare il paese sarà per il momento il fondo monetario, con un prestito.
L'Italia ci ha messo 5 miliardi.
Ma poichè i mali della Grecia sono comuni ai nostri, questo dovrebbe spingerci ad una bella riflessione sul dove stiamo andando, prima che qualcuno ci chieda di svendere il Colosseo (ma sono sicuro che agli esperti della finanza creativa alla Tremonti, un pensierino ..).

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