27 giugno 2010

Il diavolo, i coperchi e le imprese

Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi ..
Come in Italia si vuole fare il nucleare, ma nessuna impresa si presenta alla gara per i depositi delle scorie radioattive a Saluggia.

Eccoli qui, gli imprenditori. Quelli che invocano il nucleare, ma solo per costruire gli impianti (magari senza gara di appalto).
Quelli che, viva il rigore!, specie se si tratta di tagliare welfare, spesa pubblica, posti nella pubblica amministrazione.
Le piace proprio questa manovra...
"Io dico: se i saldi vengono mantenuti, è quello che serve al Paese adesso, in questa situazione internazionale".

Tagli per tutti, a cominciare dalla Germania. Non è un po' esagerato?
"Siamo a un bivio: il vecchio Continente cresce meno degli altri. Vincerà solo chi è competitivo. E' a questo che guarda la Germania quando sceglie di tagliare la spesa pubblica e investire in produttività. Sono d'accordo: dovremmo imitarli".

Solo che nelle misure italiane c'è poco o nulla per la crescita.
"Adesso siamo in emergenza e dunque va bene così. Quest'anno l'economia si espanderà dell'1,2% dopo un calo del Pil del 6,3% nell'ultimo biennio. Bisogna però che nella Finanziaria di settembre si guardi alla ricerca, all'innovazione e alle università".

Esalta l'austerità tedesca. Ma non crede che debbano esistere anche gli interessi collettivi?
"Sì, forse la Germania è un po' egoista. In momenti di crisi si è portati a pensare a se stessi. Anche gli Usa lo hanno fatto. Queste manovre spingono verso un modello che non è sbagliato se è vero che alla fine porterà ad una crescita sana e sostenibile".

Già, ma intanto il lavoro è spazzato via: 30 milioni di posti a rischio, secondo l'Fmi. E da noi, un giovane su tre è a spasso. Che fare?
"La disoccupazione aumenterà fino alla metà del 2011. Poi comincerà a scendere".

Converrà che chi rischia il posto non dorme sonni tranquilli.
"Converrà anche che è inutile tenere in piedi un lavoro finto. Per questo ci sono gli ammortizzatori".

Qual è la sua ricetta per creare nuovo lavoro?
"Liberalizzazioni, per cominciare".

L'articolo 41 della Costituzione a cui pensa Tremonti?
"Si faccia pure, se crede. Ma c'è altro che si può avviare da subito. Per esempio: meno burocrazia. Formazione. Investimenti in ricerca e università".

La Cgil è scesa in piazza per il lavoro dipendente. Sbaglia?
"Sbaglia sì. Il lavoro dipendente pubblico è il più tutelato. Guardiamo i numeri: Merkel taglia 50 mila dipendenti pubblici, gli altri partner riducono i salari della pubblica amministrazione e da noi? Da noi questi stipendi sono aumentati il doppio del privato".

In quelle buste paga, però, non si evade niente.
"Nella manovra però c'è qualcosa contro l'evasione, si sono ripresi i temi della tracciabilità. Certo, è ancora poco".

Lavoro significa meno diritti? Pensiamo a Pomigliano...
"Mi metto nei panni di Marchionne: come me, ha uno stabilimento che funziona benissimo in Polonia e lo vuole piazzare a Pomigliano dove c'è un assenteismo altissimo, false malattie, falsi invalidi, cose assurde, insomma. Lei lo farebbe un investimento così?".

E lei?
"Lo farei solo se ci fossero precise garanzie, come appunto chiede la Fiat".

E' un modello di relazioni sindacali esportabile?
"No. Vale solo per Pomigliano. Ed è giusto così".

Ma a Pomigliano non si era detto che era un modello?
E riguardo al lavoro pubblico: abbiamo o no gli stipendi più bassi d'Europa?
Gli investimenti in ricerca e università: con che soldi si faranno?
La ricetta delle liberalizzazioni: come quella sull'acqua? Che fanno schizzare le tariffe alle stelle?
In fine, gli ammortizzatori: mica si può continuare ad andare avanti con i soldi (pubblici, dalle nostre tasche) della Cassa integrazione. Come per la Fiat.

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