27 giugno 2010

L'ultimo valzer delle candele

La vicenda di Pomigliano racconta dell'esperimento, portato avanti dall'amministratore della Fiat (col beneplacito dei vertici di Confindustria) e da parte del governo (ma anche l'opposizione non ha disprezzato il ricatto), di forzare la mano sui temi della contrattazione aziendale, verso un livellamento al ribasso di diritti, tutele, rivendicazioni.
La solita favola della sfida che il sindacato non vuole accettare, raccontata da imprenditori abituati a vivere grazie a monopoli, sovvenzioni, incentivi, conflitti di interesse, aziende ereditate.

Per il momento questo tentativo non è riuscito, ma non è detta l'ultima parola. La Fiat sarà costretta a svelare il bluff (e rimanere in Polonia) e il governo farà temporaneamente marcia indietro sulle modifiche alla Costituzione.
Ma la storia di Pomigliano non ci deve far dimenticare i milioni di lavoratori precari per cui le stesse regole che si voleva imporre in Campania sono quasi un miraggio. Persone, per lo più giovani o eternamente giovani, senza diritti allo sciopero, con stipendi da fame, col ricatto del rinnovo del contratto....
Co.co.co., co.co.pro., finte partite IVA, veri e propri casi di lavoro nero.

Per loro, niente referendum.
Ecco, proprio mettendo assieme quanto successo in questa settimana, si evidenzia la frattura del paese: da una parte quelli al di là dello Stige, dall'altra quelli del palazzo.
Da una parte un (neo)ministro nominato tale per sfuggire alla giustizia (su proposta del presidente del Consiglio, ma la firma l'ha messa Napolitano).
Da una parte sindaci e governatori che denunciano l'impossibilità di erogare i servizi (certo, ci sono di mezzo anche i governatori delle regioni virtuose solo a parole), dall'altra ministeri, ministri e sottosegretari che sforano il budget per le loro spese. Quali?

La Carfagna aveva un budget di 1.475.145 euro, ne ha spesi 7.257.106 euro (+392%)
Brunetta aveva 737.352, ne ha spesi 5.829.151 euro (+690%)
Brambilla aveva 642.960 euro, ne ha spesi 15.535.013 euro (+2.136%).

Palazzo Chigi doveva spendere inizialmente 360 milioni, alla fine sono diventati 615 milioni. In totale, il bilancio della presidenza del Consiglio è stato sforato di 1,5 miliardi.

Consiglieri regionali in Campania (Roberto Conte), condannati ma con uno stipendio dallo stato.

E infine il valzer delle poltrone, altrimento noto come gioco delle tre carte.
Cardia dalla Consob (quella che non ha visto i casi Parmalat, Cirio, Telecom, Alitalia) alla presidenza delle Ferrovie delo Stato.
Masi, dalla Rai all'Antitrust (notare come l'authrity abbia sanzionato proprio la Rai, per lo squilibrio dell'informazione).
Innocenzi, sotto inchiesta a Trani, lascia l'AGCom, ma troverà una cadrega pronta (il carrozzone statale Sviluppo Italia).
Non poteva mancare l'ennesima nomina in barba al conflitto di interessi: Mario Resca direttore dei musei italiani. Resca è consigliere di Mondadori, che lavora proprio con i musei.

Una domanda sorge spontanea: gli industriali italiani, quelli che chiedono le sfide agli operai, che chiedono il merito e la meritocrazia, perchè non hanno ancora protestato? Se su una poltrona siede una persona solo per la sua fedeltà politica, dovrebbe essere un problema anche per loro? O sbaglio?
Alcuni economisti hanno calcolato i danni alla nostra economia, dopo la sconfitta della nazionale: ci costerà 1 punto percentuale del PIL. Pure questo ci tocca ..

Questo modello non lo possiamo più sopportare: un modello gerontocratico, oligarchico, che arricchisce sempre più i pochi e affama i molti (specie i giovani senza lavoro, senza paracadute per la perdita del lavoro).

Pare che al G8-20 di Toronto il premier si sia portato dietro (non si sa a che titolo) un'impiegata della regione Lazio. La dama bianca, l'hanno subito battezzata i giornali.
Perchè lui i giovani li vuole veramente aiutare, fargli fare esperienza: specie se sono bionde, belle e desiderose di fare esperienze.

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