23 giugno 2010

Socrate e la politica

Dall'apologia di Socrate (cap VII), di Platone:

E seguitai ad andare: con dolore e tremore, sentendo che veniva in odio; nondimeno parevami necessario far grandissima estimazione della parola dell'Iddio, e andare a tutti coloro che mostravano di sapere qualche cosa, per vedere che dicesse mai l'oracolo.
E per il Cane[1], o giudici (a voi si ha a dire il vero), ei m'avvenne che, cercando secondo la mente dell'Iddio, quelli massimamente riputati mi paressero quasi essere piú da poco, e quelli, a vedere piú da poco, essere piú savii.
E la peregrinazione mia conviene che io ve la conti, la quale non fu senza fatiche, acciocché la sentenza dell'oracolo chiaro mi si mostrasse.

Perché dopo ai politici andai ai poeti, a quelli di tragedia e a quelli di ditirambi e agli altri, per cogliere in sul fatto me quale piú ignorante di loro. E pigliando in mano i loro poemi, quelli che mi parean piú lavorati, anche per apprendere qualche cosa dai poeti,
li interrogai che mai dire volessero. Bene ho vergogna, o giudici, di palesarvi il vero; e pur vi si ha a palesare.

Ecco, se ho a dire, di quelli argomenti dei quali aveano cantato, quasi tutti gli astanti ne ragionavan meglio di loro. In breve questo ebbi conosciuto, che i poeti non per sapienza poetavano checché poetassero, ma per certa natura e da Dio occupati, come i divinatori e i vaticinatori; i quali dicono pure molte e belle cose, e non sanno nulla di ciò che dicono.
E vidi che tale passione tocca i poeti: e insieme mi fui accorto che essi, perciò che poeti, si reputavano ancora nelle altre cose sapientissimi uomini, senza che fossero: e ne andai via pensando che, per la ragion medesima, al paragone di quelli non altrimenti che al paragone dei politici, piú valeva io.

Chissà cosa scriverebbe il povero Socrate, della politica, dei saggi, dei poeti e dei giornalisti in circolazione.
Altri che bere la cicuta: verrebbe tacciato di anti-atenismo (anti-italiano), di fare antipolitica, di essere fastidioso.
Gli investigatori che stanno cercandodi fare luce sul presunto intreccio di interessi tra Propaganda Fide (leggi Vaticano), ministero delle Infrastrutture e “cricca” hanno acceso il loro interesse su una partita di giro ancora tutta da dimostrare ma definita «molto interessante».

La legge bavaglio:
"Approvare la legge sulle intercettazioni prima della pausa estiva? Onestamente, continua a sembrarmi difficile". Fabio Granata, uno degli esponenti di punta del plotone dei finiani alla Camera, conferma la sua perplessità su un'accelerazione a Montecitorio delle norme-bavaglio.
Tremonti spiega ai contribuenti che, dopo il varo del decreto attuativo del federalismo, i comuni potranno reintrodurre l'imposta comunale sugli immobili. Non la chiameranno più Ici. Inventeranno l'acronimo più originale. Ma la sostanza per i cittadini non cambia: le tasse che non vi saranno prelevate dalla mano del governo centrale ve le sfileranno dal portafoglio le mani dei comuni.

Nessun commento: