12 luglio 2010

Il falso business delle seconde case (in montagna)

Dopo una lunga carrellata sui progetti dei costruttori italiani nelle grandi città (la Roma che costruisce sempre più lontano dal centro, Milano e il parco sud, Napoli e l'abusivismo, il cemento che ha seppellito mezza Liguria, i progetti in Sardegna); sul rapporto tra mafia e cemento; le costruzioni sui luoghi del disastro, il libro "La colata" dedica un capitolo anche al business delle seconde case al nord.
I "letti freddi", trattandosi di case per lo più di case sfitte per 320 giorni l'anno.

Un falso business e un cattivo affare per le amministrazioni locali: perchè a furia di costruire seconde case si impoverisce l'offerta turistica e si distrugge l'ambiente. Perchè a furia di costruire si alza il prezzo delle case spingendo la gente ad andarsene.
E i comuni alpini diventano comuni fantasmi, come si racconta di Bardonecchia.

Insomma, è come preferire l'uovo oggi alla gallina di domani, perchè se è vero che le imprese di costruzione offrono una occupazione oggi (ma dequalificata e a basso stipendio), a furia di costruire (e distruggere l'ambiente ), si rovina per sempre l'ambiente e il paesaggio.
Non ci sarà più nessuna gallina, domani.
Chi andrebbe a fare le vacanze in un paese dove si costruiscono ecomostri o condomini che potresti vedere tranquillamente nell'hinterland milanese?

Se ne sono accorti anche in Val Seriana e nelle valli turistiche del bergamasco, nei comuni di Foppolo, Selvino [TG regionale rai 3 11/07].
La soluzione? Tassare maggiormente le seconde case sfitte, incentivare il loro affitto durante l'anno, prediligere i progetti per alberghi o bed & brekfast.
A S. Moritz, il signor Hans Peter Danuser ha proposto che le seconde case vuote siano affittate ai turisti.
Non è l'ultimo retaggio comunista sulle alpi. E' solo un tentativo di salvare il turismo vero.

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