30 novembre 2010

Vieni via con me - il terremoto all'Aquila e non solo



Ieri sera guardavo il monologo di Saviano sul terremoto de l'Aquila e mi rendevo conto, sentendo il suo racconto, del perchè sia tanto odiato da una certa parte del paese, da una certa parte politica e i loro giornali.

Perchè racconta una storia del prima. Saviano non ha parlato infatti del miracolo dell'Aquila, delle case di Berlusconi (o del miracolo della spazzatura di Napoli ): ha racontato delle storie degli studenti morto nel crollo della casa dello studente.
Di una casa costruita non a norma, senza rispettare le regole, senza fare i controlli sulla idoneità antisismica.
Mentre si sente ancora ripetere che quella tragedia era inevitabile, una emergenza, Saviano ci ha ricordato come in Italia siamo sempre stati soggetti a terremoti, ma ogni volta ci facciamo sorprendere.
Non è vero: la casa dello studente era una bomba ad orologeria. Come anche il nuovo ospedale, crollato perchè costruito con la sabbia.

Uno studio ha scritto che bastavano 1,4 milioni di euro per adeguare le strutture della casa dello studente: ma non se ne è fatto nulla. Hanno minimizzato tutti, di fronte alle segnalazioni dei ragazzi stessi. Il custode, la commissione grandi rischi.
Quando vale la vita di un uomo?
Veramente si deve aspettare la tragedia (e forse nemmeno quella) per parlare di messa in sicurezza delle strutture?
Alessio e gli altri ragazzi sono vittime del cemento, non della natura. Sono stati sacrificati in nome del principio per cui un cantiere serve solo per fare soldi, per prendere voti. Principio per cui le regole se applicate frenano gli affari.

La storia del terremoto dell'Aquila è una storia di tutti: non è solo la favoletta del miracolo. E' una storia di tangenti e di speculazioni sulla pelle di altre persone. E' una storia soprattutto delle vittime, ragazzi che, se dovesse essere confermata la perizia della procura, sono stati assassinati. Una storia dei parenti, dei sopravvissuti. E di noi che vogliamo ricordare per far si che non capiti mai più.
Nel ricordare questo terremoto, e quelli passati, Saviano ha recitato una brano della poesia di Franco Arminio: Conza della Campania, 8 ottobre 2000
Ci sono giorni in cui si muore in molti.
Sono i giorni delle grandi sventure.
Quel giorno in questa terra fu il ventitré novembre del 1980.

Oggi è domenica, nel cimitero di Conza sono le undici del mattino. I morti del terremoto sono quasi tutti sulle stesse file, un piccolo cimitero dentro il cimitero. Facce di uomini e donne di ogni età. Facce e storie che non ho mai incrociato. Ora di ogni persona che vedo vorrei conoscere cosa diceva, cosa faceva. Dall’addobbo della lapide a volte si capisce che si tratta di persone di una stessa famiglia. Ecco Luisa Masini, nove anni, col gatto in braccio. Sotto di lei Valeria Masini, dodici anni, e poi Maria, quarantatre anni, la madre. Il pensiero va subito al padre, chissà dov’è nel mondo a trascinarsi con la sua pena. Più avanti un’altra famiglia: Gino Ciccone, quarantanove anni, e poi Michele di dieci e Alberto di ventuno. Quelli che sono qui certamente si conoscevano tutti. giorni in cui si muore in molti. Sono i giorni delle grandi sventure. Quel giorno in questa terra fu il ventitré novembre del 1980.

Gli altri ospiti della puntata sono stati Benedetta Tobagi che ha ricordato le cose che le ha lasciato il padre, come la citazione dic Gregorio Magno "se la verità provoca scandalo, meglio uno scandalo che perdersi la verità".
L'elenco delle frasi sull'Italia di Biagi.
Milena Gabanelli che ha ricordato le cause ancora in corso: 251 milioni di euro, il totale del risarcimento. Spesso da politici, persone che poi si riparano dietro l'immunità.
La ricercatrice sui tetti di Roma e la mamma che accompagna il figlio a scuola a Napoli.
Dario Fo che ci ha ricordato come gli insegnamento di Macchiavelli al Principe siano ancora attuali.

Due al prezzo di uno

Libero

Il giornale
Due giornali, stessa foto per lo stesso avvenimento: le proteste degli studenti contro la riforma Gelmini, studenti rappresentati ovviamente come hooligan.

Parliamo di Libero e Il giornale. Tanto vale un solo giornale, allora, si risparmierebbe sui contributi statali.

A proposito di soldi che non ci sono, come commentare la notizia del milione di euro dato al film della Dragomira?

Del Turco a giudizio

Proprio quello a cui si doveva chiedere scusa, specie il PD che non l'ha difeso.
Quello che i magistrati sbagliano ma non chiedono scusa.

Il sonno della ragione

Il sonno della ragione genera i mostri.

E oggi, con la votazione del DDL Gelmini, meglio noto come principio di privatizzazione, ci si deve preparare ad un lungo sonno.
Probabilmente la legge passerà, anche grazie al voto di Fli e di qualche esponente dei diversamente concordi nel maggiore partito di opposizione.
Non mi sorprende più, l'atteggiamento dei finiani: sono quelli che sono stati fianco della Moratti prima e della Gelmini ora. Del lodo Alfano prima e del lodo costituzionale ora.

Almeno questo ennesimo scempio alla cultura, al diritto all'insegnamento, all'università per tutti e pubblica, è stato risparmiato al regista Mario Monicelli.
A cui, in ricordo delle tante cose che ci ha lasciato, si può solo dire grazie.

Lo ricordo con la celebre scena del Marchese del Grillo, metafora del potere che non deve rispondere di nulla. "Mi dispiace, ma io so' io, e voi nun siete un cazzo!"


29 novembre 2010

I gattopardi - la presentazione di Raffaele Cantone

I gattopardi. Uomini d'onore e colletti bianchi: la metamorfosi delle mafie nell'Italia di oggi.
Raffaele Cantone ha presentato a Che tempo che fa il suo ultimo libro, scritto col giornalista Gianluca De Feo.

"La trasformazione della mafia, che non spara più e che immette denaro nell'economia, potrebbe fare pure comodo a qualcuno": il ritratto delle mafie moderne è anche questo, un gattopardo che ha cambiato pelle.
Infatti, il magistrato ha continuato dicendo che "la camorra si è civilizzata e la società civile si è camorrizzata"..

Oggi la Camorra si è specializzata nell'offrire servizi fondamentali per le aziende che investono al sud (e di questo il piano per il sud appena varato dovrebbe tenerne conto): è cambiato il rapporto impresa vittima e mafia carnefice. Oggi le mafie si offrono a prezzi vantaggiosi, senza problemi di essere pagati nei tempi (per la grande liquidità di cui dispongono), servizi di recupero crediti, di soluzione di problemi su questioni di lavoro nei rapporti con i sindacati, della burocrazia nei rapporti con la pubblica amministrazione.

Per una impresa, almeno all'apparenza, è vantaggioso rivolgersi ai loro servizi.
Ma sono le stesse persone che poi con i loro affarri avvelenano la terra, falsificano i controlli sugli allevamenti (delle bufale), inquinano l'economia, uccidendo il mercato.

La presenza delle mafie è stata scoperta nei grossi centri commerciali (il caso Despar in Sicilia), nel calcio (nelle squadre minori, per avere visibilità), nella sanità (per conquistare consenso e costruire buoni rapporti con i medici).
E non si parla solo del nord: Cantone coglieva il riflesso condizionato di quanti, di fronte alle accuse di chi parla di mafia al nord, risponde con "ma qui la mafia non c'è".

Infine la dedica del libro: ai magistrati e giornalisti che cercano di arginare la mafia. E ai politici cosa chiede? Comportamenti coerenti.









Il link per ordinare il libro su ibs.
La recensione su L'Espresso.

Niente di nuovo sul fronte occidentale

Il presunto terremoto delle diplomazie occidentali rischia di essere un problema per la sola amministazione Obama.
Per l'Italia, non c'è veramente nulla di nuovo.
Di Berlusconi si dice che “sembra sempre più il portavoce di Putin” e
[...] sia il giornale madrileno sia il settimanale tedesco, nella sua copertina uscita in anticipo, mettono in evidenza “le feste selvagge”. E’ “irresponsabile, vanesio e inefficace, come un leader europeo moderno”, dice Elizabeth Dibble, agente diplomatico americano a Roma di Berlusconi. Un altro rapporto dalla Capitale segnala la debolezza “fisica e polica” di un leader la cui “inclinazione per le feste notturne e frequenti significa che non si riposa abbastanza”. Lo riporta il Guardian.
Insomma, tutte cose che sapevamo già. Come non mi sorprende nemmeno la reazione di Frattini, che chiede di indagare sulla fuga di notizie e non sui fatti (come se si trattasse di casi di cronaca e non di questione di diplomazia).
Lui ci ride sopra, come anche all'estero, che ridono sopra di noi.
Leggete anche qui su Piovono Rane e su Nonleggerlo.

Report - girano le pale

Molto interessante l'inchiesta di Alberto Nerazzini sullo stato dell'energia rinnovabile in Italia.
Si scopre così che nonostante gli impegni di Kioto, siamo ancora dipendenti dalle fonti non rinnovabili, e ancora si sente parlare di nucleare.
Non esistendo un piano nazionale sulle energie rinnovabili che coordini la pianificazione dei nuovi impianti, ogni regione fa da se: grazie agli incentivi più alti d'Europa, abbiamo un picco di richieste per nuovi impianti (il doppio di quelli necessari).
Spuntano impianti eolici, dai monti dell'Appennino, anche in zone a vincolo paesaggistico, al sud, come in Calabria e Puglia (il 90% degli impianto eolici sono al sud).
Un bel business, su cui dietro c'è ma mano della criminalità (nonostante l'assessore con delega all'energia di Crotone cada dalle nuvole ..).

Incentivi che dovrebbero favorire tutti, per avvicinarci all'obiettivo di abbattere le emissioni di Co2: per potenza installata siamo davanti agli USA e questa è una buona notizia.
Ma, mentre i piccoli che vogliono costruirsi un piccolo impianto fotovoltaico per rendere indipendente il loro appartamento annegano nella burocrazia, hanno difficoltà a ricevere finanziamenti dalle banche e ricevono i rimborsi dal Gestore dell'energia con grande ritardo (o non lo ricevono proprio), i grandi impianti vanno a gonfie vele.

La strada scelta per prendere i soldi degli incentivi è stata farseli pagare in bolletta: l'ha spiegato il sottosegretario Saglia, se si fosse prelevato con le tasse, molti non avrebbero scelto la strada verde.
E invece, i rincari in bolletta (abbiamo le tariffe più alte, nonostante gli incentivi), sono così proprio perchè dentro ci sono le voci per il nucleare (componente A2), per 1 miliardo; gli incentivi per le rinnovabili (3,2 miliardi, componente A3). E poi altre tasse occulte, come la componente A6, 2 miliardi per ripagare l'Enel dalla liberalizzazione, per un totale di 300 milioni di euro all'anno.

E le autorithy? Intervistato dal giornalista, un dirigente dell'AEG, spiegava come le loro voci non sono state ascoltate e che vigileranno sulla trasparenza delle bollette.

Un capitolo interessante è stato il rimborso, difficoltoso, per i piccoli produttori che ha fine anno fanno un conguaglio per icevere i rimborsi dell'energia immessa in rete. Di chi la colpa? Un bel rimpalleggio tra Enel, Enel Green Power e il Gestore dei Servizi di stato.
Enel che si è buttata nelle energie rinnovabili, tramite Green Power: forse anche per rastrellare dei soldi dai risparmiatori per ripianare il debito di Enel stessa (50 miliardi circa).
Ma poi viene fuori che Enel Green Power paga le tasse (non si sa quante) all'estero, nel Delaware poiche lì "c'è un regime fiscale positivo".
Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa Tremonti, visto che l'Enel è per il 30% del tesoro.
E non è solo questo: visto gli obiettivi, per ogni impianto "verde" che si progetta, un impianto da energie non rinnovabili dovrebbe essere dismesso. Invece, come raccontava in un dibattito accesso il giornalista Carlo Vulpio, l'Ilva di Taranto continua a inquinare e uccidere.
E guai a chi si mette contro l'Enel: perfino uno come Sgarbi parlava di censura contro articoli critici sull'eolico.

La farsa dei certificati verdi.
I produttori di energia "sporca" devono comprare i certificati verdi dalle aziende produttrici di energia pulita: questi certificati costano e cosa si fa allora? Si aggira la legge comprando energia dall'estero, da aziende che si autocertificano con altri "certificati di origine" falsi.
"L’altro punto su cui si concentra Report è il traffico di energia rinnovabile importata dall’estero dai produttori di energia sporca (gas, petrolio) che sono tenuti a ripulirsi, comprando “certificati verdi” da chi produce usando fonti rinnovabili (un complicato sistema per trasferire soldi da chi inquina a chi è più “verde”). Il 31,6 per cento di tutta l’energia elettrica consumata in Italia proviene da fonti rinnovabili, cioè da centrali idroelettriche, biomasse, geotermia, eolico e solare. Questo dato è lo stesso che è comunicato ai consumatori: compare nella tabella del mix energetico che da maggio scorso le aziende fornitrici di elettricità, come l’Enel, devono pubblicare sui loro siti e sulle bollette. Un dato che sembra descrivere un’Italia sulla buona strada nel raggiungimento dell’obiettivo concordato con l’Europa per il 2020. Peccato però che la quantità di energia (32mila gigawatt) importata che il Gse (Gestore Servizi Energetici) considera verde possa essere computato dall’Italia come energia da fonte rinnovabile per il raggiungimento degli obiettivi europei del 2020. “Le garanzie d’origine non sono sufficienti per il conteggio del target italiano”, ammette Gerardo Montanino, direttore operativo di Gse."

La direttiva europea che stabilisce gli obiettivi del 2020 prevede infatti che uno Paese possa conteggiare l’energia verde importata solo se c’è uno specifico accordo con il Paese esportatore. Questi accordi per il momento non ci sono e quindi l’energia verde di cui parla il Gse, ai fini degli obiettivi del 2020, conta zero. E questo per i prossimi sei anni, visto che secondo il Piano di azione nazionale per le energie rinnovabili, stilato dal ministero dello Sviluppo economico, i primi giga verdi d’importazione saranno computabili come consumati in Italia solo nel 2016: dei 9mila Gwh previsti, 6mila arriveranno dal Montenegro. Sempre che venga realizzato un cavo di interconnessione attraverso l’Adriatico. Insomma per gli obiettivi del 2020 le garanzie d’origine non contano nulla. E ora sembra avere dubbi sulla loro reale utilità anche il sottosegretario del ministero dello Sviluppo economico Stefano Saglia, che a Report dice: “Importiamo energia ed è quasi tutta con certificato di garanzia da fonte rinnovabile, ma invece non lo è”. Perché, quindi ci si affida tanto all’estero? Come sempre è questione di soldi."

L'eolico in Calabria.
"Tra un pò in Calabria si vola", commentava così un operaio addetto allo spostamento delle pale, per tutti gli impianti di eolico che si stanno costruendo.
Impianti che vengono progettati anche da aziende del nord, su cui indaga la magistratura calabrese, come il pm Pierpaolo Bruni.
Indagine che ha fatto emergere situazioni di conflitti di interesse (un controllore della regione che ha poi lavorato con la Edison). Funzionari comunali indagati, i cui figli sono poi stati assunti in comune (sempre nell'assessorato di cui si parlava sopra), che avevano spianato la strada al progetto senza considerare i vincoli sul territorio.
E' positivo quanto sta progettando Edison al sud, ma in questo modo Edison non dismette impianti non "verdi" e così si può fabbricare certificati in casa.
E soprattutto, senza pianificazione, in Calabria si rischia di avere più pali che alberi.

28 novembre 2010

Un posto al sole



Venerdì scorso ho guardato un pezzo della fiction di Rai 3, Un posto al sole, ambientata a Napoli. Almeno così si direbbe: nelle scene non compariva mai un sacco dei rifiuti. Più che Napoli, Zurigo si sarebbe detta. E ho pensato che forse, così come gli attori della fiction, anche il nostro governo e il suo presidente vivono in un mondo di fiction. Perchè sorridono sempre, perchè sono fiduciosi? “Perchè vivo in un posto al sole”.

E nel mondo della fiction vorrebbero che vivessero anche gli italiani: un mondo in cui non esiste spazzatura, dove gli studenti studiano in scuole linde, dove i monumenti stanno in piedi per testimoniare della nostra storia passata. Dove la gente aleggia attorno a storie basate su corna, litigi, eredità, invidie e amori.
Peccato che le persone vivano in un altro mondo: un mondo dove si maschera da riforma una serie di tagli alla università pubblica, che diventa sempre più privatizzata. Come la sanità, la scuola pubblica, l'acqua.
E, ma non ci sono i soldi …

Un mondo dove i rifiuti sono sotto i quartieri (a Milano), sotto le campagne (in Campania), nei quartieri delle città (Napoli), dove i rifiuti vengono bruciati nelle campagne, dove i termovalorizzatori inquinano e nemmeno funzionano a pieno regime.
In un mondo dove i nostri beni culturali crollano, dove i teatri (come la Scala a Milano) non ricevono fondi …
E ma non ci sono i soldi.... e poi la cultura non da da mangiare.
Cos'è in fondo Pompei? Quattro sassi …. vi giuro che l'ho sentita veramente questa affermazione.

Certo non ci sono i soldi se non per i parenti del ministro Bondi.
Per gli sprechi e gli scandali per le Grandi Opere della Protezione Civile.

Chiaro che gente che vive in un mondo fatato, lontano dalla realtà (sono loro i veri bamboccioni), alla minima critica, sbottano con affermazioni ridicole, come quella del complotto mondiale. Frase che ricorda tanto le uscite mussoliniane su un “complotto demo-pluto-giudaico delle democrazie occidentali”. Ci manca solo l'autarchia (e come farà il capo senza le nipoti di Mubarak)?

In presenza di questi politici, una informazione libera che informa, non può che suonare fastidiosa. Per esempio le inchieste di Report, che svelano una gestione degli appalti da parte dei vertici di Finmeccanica quantomeno discutibile. Apriti cielo: Finmeccanica non si tocca. Un un bene del paese: vero, ma se fosse gestita in modo meno familistico, non sarebbe meglio?

A proposito di Roma ladrona, l'Espresso di venerdì racconta, nella sezione Riservato, delle vicissitudini del deputato PD Ludovico Vico, che si è visto negare l'ingresso al ristorante di Montecitorio per la moglie al seguito. Mentre l'onorevole Bossi è riuscito ad entrare con tre donne, nessuna delle quali parlamentari. “Se mia moglie non può entrare dovete farle uscire” ha chiesto il deputato.
“Io non mi sento di farlo”, ha risposto il funzionario.
Come è finita? Che il ministro (quello di Padania Libera), ha finito il pranzo comodamente.
Non è noto il menù.

Intanto nel paese reale
- A Rosarno, complice la disperazione, tornano gli immigrati dopo la rivolta, e ritrovano le stesse condizioni di miseria. Oggi si vota dopo lo scioglimento dell'amministrazione per mafia.
- Il merito innanzitutto: all'ATAC di Roma, sono stati assunti per chiamata diretta 850 persone dalla giunta Alemanno. Mogli, generi, nuore e perfino una cubista. Il modo migliore per svuotare le casse delle società pubbliche. Ecco come si impoverisce il paese.
- L'evasione fiscale: si giustificano i tagli all'università con la solita scusa della mancanza di fondi. E se li prendessimo agli evasori? Gli stilisti Dolce e Gabbana sono rinviati a giudizio per una vicenda di 1 miliardo di euro. Alla Menarini, altro caso di evasione, per un miliardo di euro.
- Morti bianche. In undici mesi, più di 900 morti nel lavoro. Anche per loro avrebbe dovuto esserci il diritto alla vita.

In attesa dei documenti di Wikileaks (e sui rapporto di papi con Putin), stasera Report parlerà dell'energie rinnovabili in Italia, come le pale eoliche in Calabria. "Girano le pale": chi ci sta guadagnando dall'energia verde?

Appunti di un venditore di donne di Giorgio Faletti

Un viaggio sia fisico, lungo i quartieri di una Milano spesso notturna, sia metaforico, nella memoria della Milano della prima vera del 1978.
La Milano dei locali notturni come l'Ascot (ovvero il Derby milanese), ritrovo di cabarettisti sbarcati a Milano in cerca di fortuna con una barzelletta che riesca a strappare un sorriso al pubblico.
La Milano dei boss e delle bische notturne, ovviamente illegali, dove trovi una umanità varia: l'illuso che cerca il colpo di fortuna che faccia svoltare la vita, la fauna del sottobosco criminale, belle donne e uomini pieni di soldi ..

Faletti in questo libro ha fatto quello che ogni buon scrittore dovrebbe fare: attingere alla propria memoria per tirare fuori luoghi, esperienze, personaggi con cui costruire una storia. Daytona, il Bistecca, Godie e il protagonista Bravo discendono dai suoi ricordi: l'esordio come comico nella Milano di fine anni '70.

E ne è venuto fuori un thriller che prende fin dalle prime pagine, facendoti entrare nel mondo della piccola criminalità notturna che vive di notte e dorme di giorno. Un mondo visto con gli occhi di “Bravo” (il perchè del nome lo si scoprirà alla fine): evirato per uno sgarro (per una donna che non doveva toccare), ha trovato una ragione per vivere nel vendere le donne ad altri uomini, ricchi clienti che se lo possono permettere.

io mi chiamo Bravo e non ho il cazzo”.
Asciutto, semplice, senza altre ipocrisie.

Riempie l'assenza, il vuoto della sua vita, quello che non può più fisicamente permettersi, a uomini che, per motivi diversi (il lavoro, la carriera), non possono permettersi un rapporto più normale con le donne. Una specie di vendetta, di rivalsa nei confronti dell'altro sesso.

Bravo vive in un suo mondo, notturno, quasi ai margini, composto da piccoli criminali, persone dello spettacolo, poliziotti dalla coscienza sporca, belle donne. Il dirimpettaio di appartamento, il non vedente Lucio, è l'unico barlume di socialità verso gli altri che si è concesso, con la risoluzione di crittogrammi che uno propone all'altro per sfida.

Un mondo fuori dal mondo reale: siamo negli anni di piombo, Aldo Moro è stato appena rapito e in quei giorni vive la sua tragica prigionia in qualche posto segregato.

La sua vita continurerebbe all'infinito, ma l'incontro con Carla, è destinato a cambiare la sua vita: lei è una bella donna, disposta a vendere il suo corpo per uscire dallo squallore di un lavoro di pulizie. Si instaura un rapporto particolare, si potrebbe quasi chiamare amore, di certo una forte attrazione tra la donna e l'uomo che non ha nulla (o che sente di non avere nulla) da offrirle. Una impossibilità dolorosa.

Scampa misteriosamente ad un agguato di un piccolo malavitoso (che viene ucciso nel buio prima che spari a Bravo);l'incontro galante con un ricco imprenditore a cui aveva rifornito tre belle ragazze (tra cui Carla) si trasforma in un massacro. Bravo capisce che qualcuno lo sta incastrando: non è la solita storia di piccoli boss locali, spaccio e bische clandestine. Dietro potrebbe esserci la mano brigatista, che in quel momento sta uccidendo in giro nel paese e interessi più alti di ragion di Stato. Schiacciato in questo complotto, dovrà usare le sue sole forze per sfuggire alla morte.

Forse è questa la parte che funziona meno del romanzo, o comunque che suona meno credibile della storia, anche perchè è la prima volta che Faletti usa nei suoi libri servizi segreti e spioni.

Rimane l'unico neo, per un romanzo in cui nessuno è come appare.

Il sito di Giorgio Faletti
Il link per ordinare il libro su internetbookshop.
Technorati:

26 novembre 2010

Il nuovo che avanza

La sua fondazione si chiama Italia futura.

Abuso edilizio nella villa di Anacapri
Il “ricostruttore” Montezemolo a processo
Sul sito dell’associazione Italia Futura il suo ultimo intervento è intitolato “Uno sforzo corale di ricostruzione”. Dalla parola d’ordine all’esempio. Per i lavori di ristrutturazione della sua villa diAnacapri, Luca Cordero di Montezemolo ha incassato un rinvio a giudizio per abuso edilizio, deturpamento di bellezze naturali e falso, in concorso con altri tre imputati. La prima udienza si terrà il 18 aprile 2011, davanti al giudice unico della sezione distaccata di Capri del Tribunale di Napoli.

Forse ha ragione Maroni (ma la mafia esiste )

Cade cade la giunta di Desio per infiltrazioni mafiose:
Un fatto storico e mai avvenuto in Lombardia. Undici consiglieri del centrosinistra e sei della Lega questa mattina hanno rassegnato le dimissioni. Scelta dettata dalle ultime inchieste sulla prsenza delle cosche in Brianza

L'articolo continua:
Si scioglie la giunta comunale di Desio. Diciasette consiglieri comunali su trenta questa mattina hanno consegnato le proprie dimissioni al segretario. L’amministrazione comunale di Desio, guidata da Giampiero Mariani (Pdl) cade oggi in seguito al coinvolgimento di alcuni esponenti politici, tra cui il presidente del consiglio comunaleNicola Mazzacuva, il consigliere Natale Marrone e l’ex assessore provinciale Rosario Perri (tutti del Pdl) nell’inchiesta sulle infiltrazioni della ’ndrangheta.

Insieme all’opposizione hanno firmato anche i consiglieri della Lega Nord, fino a ieri in maggioranza. “A luglio avevamo chiesto l’intervento del ministro dell’Interno Roberto Maroni, ma qualche esponente leghista ci ha detto che esageravamo: oggi dovrà ricredersi – ha dichiarato il consigliere regionale del Pd Giuseppe Civati -. C’è bisogno di persone nelle amministrazioni capaci di fare muro contro le infiltrazioni della criminalità nelle pubbliche amministrazioni e nell’economia. Criminalità che si infila negli appalti e che lucra sulle aggressioni al territorio. Oggi è un bel giorno per Desio, la Brianza e il Nord”

Mi mando a Rai 3


Ma cosa pensano i politici? Che possono permettersi di entrare a gamba tesa in ogni trasmissione che esprima contenuti e opinioni cui non sono d'accordo?
Spero che questa volta Fazio, Mazzetti e Saviano riescano a tenere botta all'assurda richiesta del cda Rai.

Altrimenti, al prossimo family day, chiamiamo tutte le amiche di Lele.

Qui, su Metilparaben l'elenco delle categorie che dovrebbero avere diritto di replica da Fazio e Saviano:

Quelli che non vogliono che vengano costruite le moschee;
quelli che pensano che i gay siano degli invertiti;
quelli che ritengono giusto fare tagli alla cultura;
quelli che hanno la passione dei plastici di Vespa sui luoghi degli orrori;
quelli che sono favorevoli a respingere gli immigrati fuori dalla acque territoriali;
quelli che sono contrari a dare la cittadinanza agli stranieri;
quelli che vorrebbero cacciare i rom a calci nel culo;
quelli che reputano Don Gallo un prete indegno della tonaca;
quelli che detestano la vecchiaia;
quelli che a Stefano Cucchi lo resusciterebbero per dargliene ancora un po';
...
PS: cosa ne pensano i pro-life del caso Cucchi? Dei morti senza giustizia di Piazza della Loggia? Delle morti bianche?

Annozero - onore e pregiudizio

La sentenza (e le motivazioni) in Appello di condanna al senatore Dell'Utri, la separazione tra i suoi rapporti di mafia e la genesi di Forza Italia, la trattativa e le stragi di mafia del 1992-1993.
E tutte le domande che ne seguono?
Vogliamo veramente scoprire la verità su queste stragi oppure, come ha detto una volta lo scrittore Sciascia, "difficile che lo stato voglia processare se stesso"?
Ora che la sentenza di appello ha separato prima e dopo il 1992, sui rapporti tra mafia, Dell'Utri e l'imprenditore Berlusconi (che ne uscirebbe come vittima consapevole dei ricatti) che considerazione possiamo avere del politico Berlusconi e del senatore Dell'Utri, nonchè fondatore del partito azienda?

Ma la puntata di Annozero, prima di cercare di dare una parziale risposta a queste, ha mostrato i volti e fatto parlare le vittime della mafia: la sorella di Claudio Traina, morto in via D'amelio dopo la bomba al giudice Paolo Borsellino.
Come i familiari della trage di via dei Georgofili, che si chiedevano come mai lo stato non si fosse messo nelle parti civili del processo, e nemmeno la regione Lombardia e Milano: forse anche questo un altro segnale ai mafiosi?

Strage che è stata riaperta dopo il pentimento e le dichiarazioni del mafioso Spatuzza, che farà riaprire forse i processi che si sono basati sulle parole di Scarantino. "Scarantino era un pentito inattendibile" dice il magistrato Alfonso Sabella che poi aggiunge "via D'Amelio non ha senso per Cosa Nostra".
Ecco, quello che manca oggi: un senso alla nostra storia. I perchè di quelle morti e di quelle stragi. I mandanti a volto coperto e scoperto.
E vedremo come finiranno i processi all'ex capo del Ros Mario Mori e a Dell'Utri in Cassazione.
Processo che metterà nero su bianco, una volta per tutti, i rapporti e gli tra mafiosi e l'attuale presidente del Consiglio: l'arrivo di Mangano ad Arcore, come protezione da parte di Teresi, Bontade (come ha raccontato l'altro pentito Francesco Di Carlo).
Mangano che tutti sapevano chi fosse: un mafioso di Portanova. "Berlusconi aveva paura e anzichè andare dai carabinieri va dai mafiosi". E si mette a disposizione, come "a disposizione" si sono poi messi i boss che ha incontrati a metà anni 70.

Ma di questi giorni sono anche le rivelazioni dell'ex ministro Conso sui 41 bis che non sono stati rinnovati a un centinaio di mafiosi, nel novembre 1993. Cosa è successo: dopo le bombe e le stragi, anche lo stato si è comortato come quell'imprenditore che, spaventato per le minacce di rapimento al figlio, si è piegato alla mafia?
Rapimento di cui ha parlato Gaspare Mutolo: si stava progettando nel 1974, e poi viene annullato. Dopo qualche tempo Mangano arriva ad Arcore come "stalliere".
Che stato sarebbe questo, allora? Uno che chiede il rispetto delle leggi ai cittadini, ma poi è il primo a violarle?

In studio a commentare la sentenza, i processi, le rivelazioni dei pentiti, c'erano i giornalisti Franco Bechis, Gianluigi Nuzzi, Lirio Abbate ed Enrico Mentana. Massimo Ciancimino e la madre, intervista a casa sua, sugli incontri del marito con Berlusconi a Milano, incontri che B. e Ghedini negano ("forse se l'è scordato").

Ciancimino ha risposto nel merito della sua inattendibilità, sancita dalla corte di Palermo "de relato", non avendolo mai ascoltato in dibattimento.

Bechis ha spiegato come in questo processo non ci siano prove documentali, ma solo i racconti dei pentiti, a volte in contrasto tra loro su alcuni fatti (De Carlo e il processo sulla morte di Calvi).

Salvatore Borsellino, in collegamento, è tornato sulla trattativa "oggi siamo ad un passo dalla verità, ma serve la volontà di arrivarci".
Trattativa per cui Ciancimino ha fatto i nomi, per i referenti politici, di Rognoni e di Mancino.
E non è improbabile che verrnno ascoltati prossimanente dai magistrati di Palermo.

Se Nuzzi sottolinea la separazione netta tra mafia e Forza Italia, uscita dalla sentenza di appello, Lirio Abbate ha ricordato che dopo il novembre 1993, dopo che il 41 bis non è stato rinnovato a 300 mafiosi, non ci sono state più stragi. Un caso? O un segnale a chi doveva capire?
Come ha potuto prendere questa decisione, il ministro Conso, si chiedeva Giovanna Maggiani Cheli, presidente dell'associazione familiari delle vittime: "davvero vuole tenersi questa responsabilità in solitudine"?

Nel suo intervento Travaglio ha parlato del 1994: i primi atti del governo B. 1. Ovvero la televisione del biscione messa a disposizione per gli attacchi ai magistrati. Il lavoro della Maiolo (l'abolizione della custodia cautelare, tra le altre cose).
La presenza di Dell'Utri a fianco di Berlusconi: non è che quando dice che Mangano (morto) è un eroe, è per parlare di se stesso? Invoca il silenzio dei vivi? Di quelli che se volessero parlare .. come Filippo Graviano?
E cosa farà quando, come ha anbche detto Maroni, se la sentenza dovesse essere confermata e Dell'Utri finirà in carcere. Dirà che è nipote di Mubarak?

"Simul stabunt vel simul cadent": dietro questo motto latino sta un altro perchè.
"Come insieme staranno così insieme cadranno". Si tratta di Berlusconi e Dell'Utri: se dopo la sentenza B. non ha fatto un passo netto circa l'allontanamento del suo collaboratore significa che esiste un forte legame che non si può separare facilmente.
Questo dovrebbe dirci molto su quelle che sono le leve che spingono la politica del nostro governo. Forse, l'epoca dei ricatti è ancora attiva oggi.
Non è un caso la dichiarazione del presidente di qualche mese, quando si iniziava a parlare delle indagini che si riaprivano a Palermo sulle stragi "ci sono persone che stanno complottando contro di me".
"Sono storie bagnate dal sangue che ancora non si è asciugato in via D'Amelio" ha risposto Borsellino.

Durante la trasmissione è intervenuto anche Benny Calasanzio (il cui nonno e uno zio sono stati uccisi dalla mafia perchè non si sono voluti piegare), che ha presentato il suo libro "Sotto processo".

25 novembre 2010

Questione di governance



Secondo il presidente di Confindustria la riforma universitaria "è perfettibile, ma è un primo passo verso una nuova governance e perché introduce elementi importanti per premiare il merito. "
Strano, non la pensano allo stesso modo gli studenti.
La cui governance viene in questo momento gestita in assetto antisommossa.

Gli attacchi al colle

Sotto il titolo “Napolitano, grillo parlante a spese nostre” il direttore Maurizio Belpietro scrive che Napolitano “dovrebbe tenersi rigorosamente alla larga” dall’argomento dei tagli, “materia certo non di sua competenza” per lui “che non ha mai amministrato neanche un condominio”. “Ultimamente – continua il testo – il presidente ha abbandonato la misura sobria e contenuta della prima ora e non passa giorno che non abbia qualcosa da dire e lo dica con tono sostenuto”.

Per fortuna che Belpietro non è Di Pietro, altrimenti vedremmo le reazioni dopo come le parole del lieade Idv sul silenzio mafioso
Renato Schifani, esprimendo solidarietà al Capo dello Stato. «Le offese fatte a lui sono fatte a tutti i parlamentari e ai cittadini che a lui guardano con fiducia»
[Alfano] Ora il Partito democratico - ha proseguito Alfano - dovrebbe fare una profonda riflessione perché si è ritrovato da solo con Di Pietro per di più mentre l'Italia dei Valori era in piazza con striscioni contro il capo dello Stato

The show must go home

Come avrebbe detto il grande Rino Gaetano, "nun te reggae più"!
Carfagna-Mussolini al grido di "Vaiassa sarai tu!"
Finiani contro berlusconiani. La fiducia si, la fiducia no.
Casini e il governo di responsabilità. Quello che sta all'opposizione a Roma e nella maggioranza col PDL nelle amministrazioni locali.
Montezemolo e la sua voglia di far ripartire il paese.

Lo spettacolo deve finire. Prima di essere noi i prossimi nella lista, dopo Grecia e Islanda.
Perchè forse, come ha raccontato il leader con più alto gradimento in Europa ai giornalisti, "sono convinto che voi non siete pedofili". Di certo in pochi si possono permettere il bunga bunga a domicilio.


24 novembre 2010

La protesta del Politecnico

Questo il contenuto della home del Politecnico di Milano. Di certo non un covo di comunisti.

Il Rettore, il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione del Politecnico di Milano

  • esprimono profonda preoccupazione per il declino scientifico, tecnologico e culturale del nostro paese che rischia di aggravarsi in questa fase;
  • esprimono sostegno alle iniziative in atto delle Facoltà del Politecnico sullo stato dell’università e della ricerca italiane;
  • ribadiscono la qualità del sistema universitario italiano in rapporto alle limitate risorse disponibili, anche se spesso sottovalutata;
  • condividono la necessità di una riforma universitaria e chiedono al Parlamento di apportare modifiche, anche significative, all’attuale Disegno di Legge negli aspetti che riguardano l’autonomia, la valorizzazione del merito, la trasparenza e la responsabilità nella gestione degli Atenei;
  • chiedono inoltre di approvare al più presto il rifinanziamento dell’università, lo sblocco del turnover e dei concorsi, il ripristino delle risorse per il diritto allo studio.

A breve gli studenti e le loro famiglie riceveranno una lettera che spiegherà la situazione odierna del sistema universitario nazionale e del Politecnico in particolare.

Una conferenza stampa con contemporanea sospensione delle lezioni illustrerà un messaggio del rettore agli interlocutori istituzionali e alla società civile.

Maggiori informazioni sono contenute nell'allegato (pdf).

La Lombardia è favorevole al nucleare

Il no della maggioranza e' spiegato cosi' dal consigliere della Lega, Claudio Bottari, durante il suo intervento in aula: "E' una mozione puramente speculativa e ideologica". Anche Mario Sala, presidente commissione Attivita' produttive, si dice "contro" la mozione "perche' un conto e' dire che in questo momento non abbiamo bisogno di altra energia e un altro conto e' riconoscere il valore aggiunto di un ritorno al nucleare".

Dunque per il PDL e la Lega, sì al nucleare nella verde Padania. Come sì anche all'acqua privatizzata.
"Padroni a casa nostra"? E, non credo proprio. Anche la Lega ha venduto il suo territorio alle lobby.

Scrive Civati sul suo blog:
Finalmente una presa di posizione chiara: peccato che in campagna elettorale non fossero così espliciti. Chissà come mai. E chissà cosa ne pensa Formigoni, che non è in aula (non è una novità, tranquilli, lui in aula non c'è mai).