28 febbraio 2011

La politica degli slogan

“…gli effetti della propaganda devono sempre essere rivolti al sentimento, e solo limitatamente alla cosiddetta ragione. [...] la prudenza di evitare qualsiasi presupposto spiritualmente troppo elevato non sarà mai abbastanza grande. [...] La ricettività della grande massa è molto limitata, la sua intelligenza mediocre e grande la sua smemoratezza. Da ciò ne segue che una propaganda efficace deve limitarsi a pochissimi punti, ma questi deve poi ribatterli continuamente, finchè anche i più tapini siano capaci di raffigurarsi, mediante quelle parole implacabilmente ripetute, i concetti che si voleva restassero loro impressi” (da “Mein Kampf” di A. Hitler).


Goebbels, ministro della propaganda, diceva in un discorso del 1933:
"non si può fare una buona propaganda senza una buona politica e non si può fare una buona politica senza una buona propaganda
(e le due cose vanno assieme)"

Pochi concetti, che fanno riferimento all'emotività, non alla ragione, da ribattere in continuo.
Comunisti, comunisti, comunisti.
E la scuola pubblica? Un posto dove inculcano idee sbagliate ...

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