07 febbraio 2011

Presa diretta - spazzatura



La spazzatura in Campania, i terreni inquinati, le ecoballe, le falde sequestrate dalla magistratura, le scene di guerriglia a Terzigno. Questo è il frutto della malapolitica di destra e sinistra che dal 1994 non è riuscita a risolvere l'emergenza rifiuti (si, lo so, fa ridere parlare di emergenza), sprecando denaro pubblico (8 miliardi di euro) e rovinando forse per sempre quello che una volta era la Campania Felix.

Le immagini della puntata sono partite dallo sversamento del percolato, tal quale, senza nessun trattamento, dal depuratore di Cuma. Per smaltire il liquido prodotto dalle discariche, si è scelta la strada più semplice: anzichè trattarlo (con costi alti), lo si è sversato nel golfo di Napoli.
Un danno anche per l'industria balneare: quando sulle spiaggie del litorale Domizio sono apparsi i vermi le autorità pubbliche, quelle che dovrebbero dofendere la nostra salute e che poi sono finite agli arresti han parlato di psicosi. Perchè anche questo è il problema spazzatura in Campania (e forse anche in atre regioni) una vera e propria bomba ecologica, nascosta da un sistema politico e dai media.
Certo, le inchieste chiariranno le responsabilità: ma una cosa è certa, nei vari processi (inchiesta rompiballe, i falsi collaudi della Cdr, i depuratori che sversavano in mare) si incontrano spesso le stesse persone che, nonostante fossero già indagate, sono state chiamate a gestire parte del ciclo rifiuti.

La guerriglia di Terzigno.
Le telecamere di Iannacone hanno mostrato le scene di guerriglia, dopo la notizia dell'apertura di una nuova discarica a fianco di Cava Sari.
Le barricate, gli scontri, i camion dati alle fiamme, le cariche e gli arresti.
Ma anche le parole di padre Alex Zanotelli "voi state dalla parte della vita, state nel giusto".
Perchè pochi TG hanno raccontato della puzza, delle malattie, delle neoplasie, dei bambini con malattie respiratorie, asmatiche. Del fatto che la discarica attuale non è stata fatta a norma, ma in deroga. Come nel passato aveva già fatto la Camorra.
Fai un buco e lo riempi di monnezza: agli occhi della popolazione, lo stato e la camorra sono state la stessa cosa. Luigi Cascione, del comitato anti discarica spiegava come in un territorio (il parco del Vesuvio) dove non si può spostare una piante, sia stato sotterrato in deroga alle leggi l'immondizia vicono alle case.
Mai nessuna analisi (da enti terzi) è stata fatta sui terreni, oggi protette dai militari (per impedire riprese imbarazzanti?) dove sui rifuiti vengono spruzzati i deodoranti.

Chi sono i violenti? Chi sono i criminali? Chi ha gestito le discariche in deroga inquinando o le mamme vulcaniche che hanno paura per la loro salute e per quella dei figli?

Qui già nel 2007, Raffaele Del Giudice, esperto di ecomafie nonchè presidente Legambiente Campania, di fronte a Bertolaso, aveva mostrato come la discarica di Villaricca non fosse a norma.
Bertolaso sapeva, sapevano i cittadini, cui era stata promessa la messa in sicurezza dei terreni, le bonifiche.
Ma oggi non è cambiato nulla: 16 anni di emergenza rappresentano il fallimento di uno stato, arrogante persino in certi suoi atteggiamenti tesi a minimizzare rischi e pericoli.
Pericoli di una emergenza che è stata nascosta con un maquillage mediatico. Il miracolo di Bertolase .. miracolo smentito da quel sasso nello stagno.

Anche da qui, a Villaricca a cava Riconta, sono partiti i camion che hanno sversato in mare. Oggi, invece il percolato viene portato in Calabria, con un costo a viaggio di 3500 euro. Nemmeno dentro la discarica stessa, esiste un ciclo virtuoso dei rifiuti.

La malapolitica ha trasformato la spazzatura in oro e la nostra salute in spazzatura, commentava in studio Iacona.

La strada dei rifiuti.
Assieme a Del Giudice, Domenico Iannacone ha attraversato a Giuliano la strada dei rifiuti, accatastati ancora oggi ai bordi, e dati alle fiamme. Altro che ciclo dei rifiuti: qui è tutto impazzito, le forze dell'ordine fanno da guardia ad una vecchia discarica e permettono orrore.
200 pozzi d'acqua chiusi dalla magistratura.
Nessun trattamento separato dei rifiuti nelle discariche della zona (dove sono confluiti i rifiuti di Napoli durante la perenne emergenza). Zolfatare da cui esce la puzza di tutte le tonnellate di rifiuti sotterrate.

Qui, aveva detto il presidente del Consiglio con a fianco Bertolaso, doveva sorgere un parco pubblico, con degli alberi sopra i terreni delle discariche.
Qui, dove invece le immagini, raccontano di un luogo degli orrori.

La montagna delle ecoballe.
Forse l'emblema di tutta la malapolitica, è la città delle ecoballe a Fernandelle, a Taverna del Re: a fianco delle piramidi delle balle di rifiuti (di cui non si nulla della composizione), aree di interesse nazionale, i terreni degli agricoltori da cui escono zucchine mignon e verdura che non può essere mangiata.
Chi smaltirà queste montagne dei rifiuti? Chi bonificherà i terreni?
Questa è una delle più grandi truffe sui rifiuti in Italia: le ecoballe non avrebbero dovuto esserci, l'accordo della regione con la Impregilo parlava originariamente di bruciarle subito.
In realtà l'ABI, per le banche che avrebbero dovuto finanziare l'opera, hanno chiesto una revisione delle clausole, che è stat accettata dall'ex governatore Rastrelli (AN).
Come dire, non solo la gara d'appalto è piena di punti oscuri, ma anche il contratto è falso.
Si è permesso alla Impregilo di stoccare questa marea di balle, con un risparmio di 700 milioni di euro: peccato che le aziende avessero tutto l'interesse a non fare la differenziata, ma stoccare le balle.

Chi non ha controllato?
Bassolino ha allargato la colpa alle altre forze politiche, anche della sua parte, che facendo pressioni per fare l'appalto e che avrebbero poi boicottato lo smaltimento dei rifiuti.
C'era una gara contro il tempo, si doveva fare in fretta ...

Anche la Iervolino, sindaco dal 2001, si prende le sue colpe, ma tira in ballo gli altri: i commissari che non hanno fatto nulla (Pansa, De Gennaro, Bertolaso).

Di certo è che la carta dell'emergenza rifiuti è stata ben giocata durante la crisi del governo Prodi e le elezioni del 2008. Certi sono le mani dei clan della camorra sulle aziende che si sarebbero dovute occupare dei rifiuti. Di certo è che il problema dei rifiuti in Campania non è stato risolto.
Di certo sono stati spesi soldi per non fare nulla.
Scrive Iacona, nella scheda della puntata (su Il fatto quotidiano del 6 febbraio):
"E poi vi faremo vedere da vicino tutta l’industria che è nata attorno al fallimento del ciclo dei rifiuti in Campania: 18 mila addetti, il doppio di quelli che servono nel resto di Italia per raccogliere e differenziare i rifiuti, 18 consorzi di bacino che dovevano servire a implementare la raccolta differenziata e che invece sono serviti solo ad assumere le persone. Sono scene incredibili quelle che Domenico Iannacone ha girato dentro uno di questi consorzi: compattatori e camion, nuovi di zecca e abbandonati, e centinaia di persone che sono state pagate per anni per non fare niente. E ancora, ma avete solo un’idea di quanti soldi si buttano per portare tutta questa immondizia avanti e indietro per tutta la Regione, adesso anche per tutta l’Italia? E sapete che in Campania sono stati costruiti diversi impianti di compostaggio, anche con fondi europei, ma che sono lì, abbandonati? Con il risultato paradossale che se a Napoli si cominciasse a fare la raccolta differenziata spinta non saprebbero dove mettere l’umido, perché mancano gli impianti che lo possono trattare? Perché la mala politica ha trasformato la spazzatura in oro e il territorio, la salute e la vita dei cittadini in spazzatura."

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