16 marzo 2011

16 marzo 1978 - il rapimento di Aldo Moro

Presi come siamo dai grandi problemi (la rivolta in Libia, il rischio nucleare in Giappone) e piccole meschinità (il rimpasto del cadavere, la riforma dei magistrati, lo sfregio alla bandiera di chi non canta l'inno), si rischia di dimenticare un pezzo della nostra storia.
Ci sono date che segnano uno snodo, nel corso della nostra storia: un dopo separato dal prima.
Il rapimento di Aldo Moro, presidente della Dc, a Roma in via Fani, da parte delle BR di Mario Moretti.

Il rapimento condotto in modo così micidiale, spietato, quasi chirurgico:
Roma giovedì 16 marzo 1978. Sono da poco passate le 9:30 del mattino e in fondo a via Mario Fani, quasi all'altezza dell'incrocio con via Stresa, quartiere Monte Mario, c'è il cadavere di un poliziotto riverso a terra. Ha le braccia aprte, la pistola un pò più in là, mentre un rivolo di sangue scivola giù dal corpo e si disperde verso la fine della strada, seguendo la discesa. I piedi sovrapposti, un Cristo senza croce, l'emblema del martirio a cui è stato sottoposto. E' una delle immagini che i filmati televisivi rilanciano in poche ore nelle case degli italiani, uno dei simboli di una tragedia che, per orrore, modalità e significato, è destinata a scuotere la coscienza del Paese e a segnarne per sempre la storia. Un commando delle Brigate rosse, indossando divise da piloti dell'Alitalia,ha rapito il presidente della Democrazia Italiana, Aldo Moro, compiendo l'atto più clamoroso della sua arabola di sangue e violenza, quell'attacco al cuore dello Stato che farà tremare le istituzioni.[..]
A terra sono rimaste cinque persone.
[Divise forate, di Alessandro Placidi]


I misteri rimasti ancora oggi irrisolti (il caso Moro, si dice): la prigionia, il covo (in via Gradoli non a Gradoli), il falso messaggio scritto da un membro della Magliana, i depistaggi. Il ruolo dei servizi, dell'Ucigos di Cossiga, della P2 (tra i vertici di polizia, finanza, servizi) ....

Qualcuno ha scritto che Aldo Moro era già morto (almeno politicamente) appena entrato dentro la prigione del popolo. E forse per molti, anche nel suo partito, sicuramente dentro quelle istituzioni già inquinate dal tumore della loggia P2, doveva morire e basta. Senza provare nessuna commozione per le parole che il presidente aveva scritto nelle lettere alla moglie, al papa, agli amici.
Doveva morire, per sigillare dentro se tutti i segreti della prima repubblica (piano Solo, Gladio ..), in nome di una ragione di stato usata per fini meno nobili.

Dopo è cambiato tutto: finisce la crescita del partito comunista, il compromesso storico. Forse la prima repubblica inizia a finire qui. Il 16 marzo 1978.
E' un dovere ricordare Aldo Moro e la sua scorta, uccisi col colpo di grazia quella mattina: Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Francesco Zizzi, Giulio Rivera, Raffaele Iozzino.

Alcune letture:

Il golpe di via Fani di Giuseppe De Lutiis
Doveva morire di Sandro Provvisionato e Ferdinando Imposimato

I misteri sul caso Moro

Eseguendo la sentenza di Giovanni Bianconi

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