27 marzo 2011

Parola di Gasparri

Un sunto dell'intervista del senatore Gasparri ieri a Che tempo che fa:
“L'interlocutore non è che te lo scegli, Gheddafi era lì da 40 anni”. Stesse parole usate dal ministro La Russa: cosa vuol dire, che dobbiamo rassegnarci alle dittature e magari anche alle mafie?

“Noi dobbiamo difendere i nostri interessi”. Capito: mica siamo lì per difedendere la popolazione o portare una forma di governo più dmeocratico.

“Quanti dittatori ci sono nel mondo, sono democratici in Cina?”. Gheddafi è qui vicino, però. E con Gheddafi abbiamo accordo commerciali, militari e politici.

Però quando è arrivato in Italia, gliele abbiamo cantate al rais, sui diritti civili, sulla democrazia: “Gheddafi si è beccato lo spettacolo dei carabinieri a cavallo, le frecce tricolore non solo il verde”.

Sugli immigrati che noi chiamiamo clandestini, dunque criminali “In Tunisia non c'è la guerra, domenica han votato”. Che ci siano scontri, violenze, un vuoto di potere, non risulta ai nostri governanti. D'altronde se si scambiano Gheddafi e Mubarak con politici che assicurano la stabilità.
E i leghisti? “I leghisti sono estremisti del patriottismo .. non fanno male a nessuno”. Coesione nazionale a parte, ovviamente.

Saverio Romano ministro con l'inchiesta su corruzione? Colpa dei magistrati che ci mettono tanto tempo a chiudere le inchieste.
La responsabilità civile dei magistrati? “ce lo chiede l'Europa, sennò ci multa”. Sempre colpa dell'Europa, e di Scalfaro e Ciampi, che han tolto il 41 bis ai mafiosi.

Sarebbe stato interessante chiedere al senatore cosa ne pensa del nucleare (di cui ha parlato poco prima Veronesi, senza riuscire a rassicurare), delle aziende che chiudono o sono in crisi (la Vynils), dei costi della politica che continuano a crescere. Della Fiat con la testa all'estero (ne parlerà Report), del caso Ruby ...

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