18 aprile 2011

Report , la città dei rancori

La domanda che si sono posti i giornalisti di Report "Se i modelli si rompono, da chi copiamo. E il modello è Bologna?".
L'inchiesta di Nerazzini è andata a vedere cosa sta succedendo nela città di Bologna, una volta esempio di buona amministrazione.
Oggi, commissariata da più di un anno dopo le dimissioni dell'ex sindaco PD Delboni (per lo scandalo Cinziagate), mostra qualche scricchiolio: è in atto una piccola deriva, non ci sono state inchieste eclatanti che hanno colpito la città.

Piccole derive che arrivano da progetti costosi, con troppi ritardi, fatti e approvati dai sindaci non pensando alle esigenze della città.
Alla situazione di comissariamento si è arrivati dopo le dimissioni di Delbono: il tutto è partito da una trasmissione radiofonica (prima delle elezioni) dove il candidato Cazzola si lasciò scapppare delle accuse velate contro unacerta Cinzia.

Oggi Delbono è sotto processo per uso illecito di denaro pubblico quando era in regione assieme alla ex compagna Cinzia Cracchi. Finita la relazione, è stata trasferita alla Cup2000.
Aveva in dotazione un bancomat, il cui conto era riferito al signor Divani, che poi con per la Cup ha svolto diverse consulenze.
Delbono è anche indagato per un tentativo di corruzione, sempre per questo bancomat.

La magistratura chiarirà tutto, e comunque Delbono si è dimesso. Ma la sua immagine, come primo cittadino che deve dare l'esempio, ne è uscita male. Come anche quella della candidata Cracchi, sempre lei, Cinzia, nella lista civica. Anche da lei ci si aspetterebbe il buon esempio.

La vicenda Civis.
Il 27 giugno 1999 al grido di "chi non salta comunista è" è stato eletto sindaco a Bologna l'ex macellaio Guazzaloca. Passerà alla storia per l'appalto ai filobus su ruota Civis. Un mezzo prodotto dalla Iveco, che non è mai entrato in funzione, è costato molti soldi alla colettività, ha costretto all'apertura di diversi cantieri per adattare le strade della città.
I civis non sono mai andati a regime nemmeno in Francia, nonostante la lettera di rassicurazione dell'AD Lasalvia del 2003 in cui si citavano i casi di Clermont e Rouen.
Il civis è ingombrante, pesante, poco sicuro per la guida tramite telecamera e segnali sulla pavimentazione.
Anche qui c'è di mezzo un appalto al consorzio cooperative costruzione (in cui il comune paga per i ritardi). Il risultato è il rimpalleggio di responsabiltà (l'ex sindaco da colpa all'Atac), e l'apertura di un fascicolo da parte della magistratura.
Per l'incarico in Fiat (1 solo mese, in verità), da parte di Guazzaloca.

Il people mover.
il people mover è un progetto di Cofferati: una monorotaia sospesa per collegare aeroporto e stazione. Peccato che in stazione i lavori siano in ritardo e che per questo collegamento si poteva usare le linee regionali (per un treno navetta).
Anche qui, un bell'appalto al consorzio coop, in cui il rischio di impresa (per ritardi) è scaricato sul comune.

La cittadella della giustizia.
Altra idea della giunta Cofferati. Spostare tutti gli uffici giudiziari (Procura e Tribunali) in un unico posto. Peccato che sia al centor, in una zona senza parcheggi e a traffico limitato.
Il comune paga all'ingegner Volta 4 milioni di affitto all'anno (più di qunato spendesse prima): lui si che ha fatto un buon affare.
Meno le persone che devono lavorare in un ambiente poco funzionale.

Il Bologna calcio.
Fuori dallo stadio di Calcio si ritrovano tutti: candidati e elettori.
Come Cevenini, l'uomo dei matrimoni. Cazzola, il candidato del centrodestra.
E anche Consorte, salvatore del Bologna calcio. Ma anche sotto processo per la vicenda della scalata alla BNL, storia che non ha in alcun modo bloccato la sua verve manageriale.

Ma se si è riusciti a salvare il Bologna Calcio, non si è ancora riusciti a salvare la Verlicchi: un'azienda che lavorare nel settore delle moto e su cui sono stati i lavoratori a chiedere il fallimento per poter ricominciare.
Dopo il calcio, le fabbriche, la giustizia, Nerazzini ha raccontato anche dei tagli al welfare che tante proteste hanno causato nei bolognesi: i rincari negli asili nidi, l'affidamento ai privati.

MILENA GABANELLI STUDI O
Bologna è una città ricca, anche perché le amministrazioni hanno consentito di produrre ricchezza, ricordiamo che è stata la prima città italiana ad avere gli asili nido negli anni 60, con livelli di servizio ed educativi elevatissimi, e questo ha permesso un’alta occupazione femminile. E’ vero che i tempi cambiano, ma dipende dalle priorità che una amministrazione si dà. La città delle mamme che lavorano ci scrive: il commissario ha ritenuto di fare uno sconto a Consorte per pagare l’affitto
dello stadio, ma ha aumentato le rette degli asili dal primo aprile e ridotto gli orari.
Improvvisamente sui bambini non si investe più è diventato un sistema da svendere.

C'era una volta la Bologna della buona amministrazione. E oggi, che fine ha fatto?
Che fine ha fatto, questo modello per la sinistra?

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