08 maggio 2011

I biscazzieri

Le macchine per giocare stanno spuntando peggio dei funghi.
E trovi nei bar, nelle tabaccherie e nelle edicole.
Che fine fanno questi soldi? Sono usati per costruire scuole, ospedali, per la benzina delle macchine delle forze dell'ordine?
Chi ci sta guadagnando?

L'inchiesta di report (di Sigfrido Ranucci) tratterà di questa nuova tassa occulta.

Newslot, VLT, Bingo, scommesse e lotterie. Un’ immensa torta spartita tra Stato, concessionari ed esercenti.Quest’anno l’industria dei giochi ha fatturato 61,4 miliardi di euro, di cui circa 44 ritornano in vincite, 9,9 vanno nelle tasche dell’erario (+17%), il resto in quello di concessionarie e esercenti. Ma chi ci guadagna davvero?

I concessionari delle slot sono, dal 2004, considerati esattori per conto dello Stato, ma solo da quest'anno il ministro delle Finanze ha inserito una norma nell’ultima legge di stabilità che pone requisiti di trasparenza, onorabilità e solidità economica. Insomma solo ora si chiede di sapere con esattezza chi sono i proprietari delle concessionarie che maneggiano quantità di denaro stratosferiche e che hanno intricate strutture societarie con sede ai Caraibi o in Lussemburgo. Eppure si tratta di un settore delicatissimo, a rischio di infiltrazioni mafiose, che della trasparenza dovrebbe fare il suo principale passaporto.

Report ha verificato quanto e come i monopoli hanno vigilato sulle società concessionarie e come sono stati gestiti i rilasci delle concessioni di giochi come Superenalotto, scommesse, gratta e vinci. Nella puntata emerge anche uno stretto rapporto tra politica e aziende del settore, con ricadute sulla stessa legislazione italiana. Sigfrido Ranucci ci porterà infine all’Aquila, per vedere quanto dei ricavi delle slot machines che lo Stato ha destinato con il dl Abruzzo per la ricostruzione post terremoto è arrivato a destinazione.

Ne parla oggi anche Alberto Custodero su La Repubblica:

ATLANTIS STORY
Proprio la ex Atlantis - che controlla il 30 per cento del mercato dello slot machine - è al centro di dubbi e polemiche. A rappresentarla in Italia - sede in via della Maglianella 65 a Roma - con la qualifica di "preposto", figura il trentunenne catanese Alessandro La Monica. Prima di diventare parlamentare del Pdl in quota An, il rappresentante legale della Atlantis era Amedeo Laboccetta. A questa concessionaria la Direzione nazionale antimafia ha dedicato un intero capitolo. La Atlantis - si legge nell'ultimo rapporto della Direzione antimafia - con sede a Saint Martin nelle Antille Olandesi, è stata successivamente sostituita, in seguito a sollecitazione da parte dei Monopoli, dalla Società Atlantis Giocolegale con sede in Italia. "Gli amministratori - scrivono i magistrati antimafia - sono Francesco e Carmelo Maurizio Corallo, entrambi figli di Gaetano. La storia di quest'ultimo è abbastanza nota essendo stato già condannato per vari reati ed essendo notoria la sua vicinanza a Nitto Santapaola".
"Si deve infatti rammentare che, come riferito da alcuni collaboratori, la famiglia Santapaola gestisce proprio nelle Antille Olandesi, e proprio a Saint Martin, un casinò presso il quale Gaetano Corallo fin dagli anni 80 svolgeva l'attività di procacciatore di clienti. Lo stesso aveva poi proseguito la sua collaborazione in altri casinò in varie zone dell'America, sempre riconducibili alla famiglia Santapaola". Raccontano i giudici che i fratelli Corallo hanno smentito di avere rapporti di affari con il padre Gaetano rivendicando la loro autonomia di imprenditori, e gli accertamenti espletati non hanno fatto emergere contatti sospetti, né con il padre, né con il direttore o altri funzionari dei Monopoli. "Proprio su questi aspetti - si legge ancora nella relazione - la Dda di Roma ha indagato Giorgio Tino (ex direttore dei Monopoli), nonché alcuni esponenti della famiglia mafiosa dei Corallo". La Direzione distrettuale antimafia romana ha scritto infatti: "Si appurava che lo svolgimento della gara e l'individuazione dei concessionari erano avvenute sulla base di criteri assolutamente formali, attenendosi unicamente alle conformità degli assetti societari dichiarati. Un esame più attento faceva però emergere sospetti di concentrazione occulta tra alcuni concessionari (formalmente distinti, ma che mostravano collegamenti sia di persone fisiche sia di sedi)".


Leggi anche:
- L'articolo su Francesco Corallo sul pardiso delle slot machine.
- La
Jackpot Game Srl di Marco Dell’Utri

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