04 ottobre 2011

Giusva - la vera storia di Valerio Fioravanti

Un film, per raccontare la trasformazione di Valerio Fioravanti,Giusva, da attore prodigio del sceneggiato La famiglia Benvenuti ( e di altri film meno famosi di cui il DVD mostra alcune scene), a terrorista di estrema destra, il più ricercato di Italia.

Il film di Francesco Patierno è integrato da un libro, diviso in quattro parti: Andrea Colombo e la storia del processo per la strage di Bologna, Nicola  Rao e la parabola nichilista dei Nar, Luca Telese del suo incontro con la coppia di ex terroristi e, infine, il racconto di Patierno sul come è maturata l'idea di fare un film su Giusva.

Come è avvenuta la trasformazione di quel bambino che faceva domande da grande al genitore, in un assassino contro i compagni e contro lo stato?
Fioravanti racconta che a spingerlo verso l'impegno politico e verso l'estrema destra è stato l'istinto di voler proteggere il fratello minore, Cristiano, che era già militante dell'msi a 15 anni.

Altro episodio che segnò il suo percorso fu la strage di Acca Larenzia e la reazione da parte dei carabinieri.
Lo sparo da parte del capitano Sivori, i vertici del partito che non vollero denunciare, la sola Francesca Mambro che si presentò per la denuncia.

La decisione di fare la rivoluzione sia contro i compagni, ma anche contro il partito dell'MSI, anch'esso ritenuto complice del sistema.
E quindi gli spari, i processi contro i traditori, i poliziotti e i carabinieri uccisi.

E poi, la condanna per la strage della stazione di Bologna:
“Certo, tutti e tre hanno sempre dichiarato, anzi urlato la propria innocenza. Senza dimenticare che i giudici che li hanno condannati non sono stati in grado di indicare né movente, né complici, né mandanti. E se a ciò aggiungiamo l'elemento appena emerso, e cioè che i Nar hanno cominciato a uccidere rappresentanti dello Stato per esplicitare la propria opposizione alla destra stragista, i conti di questa sentenza non tornano proprio per niente.”
Il libro termina con le parole di Valerio Fioravanti "eravamo l'avanguardia ma dietro non avevamo alcun esercito".
Sono più o meno le considerazioni che, nel film "La prima linea", vengono rivolte a  Sergio Segio, terrorista di Prima Linea ("siete la prima linea di un corteo che non c'è").
E questo dovrebbe far riflette ancora oggi, sull'assurdità di certi slogan, di certe tesi, sul morire (e sentirsi padroni di uccidere) per la politica. 

Il link per ordinare il libro su ibs.
Il sito di Luca Telese, Nicola Rao,
La scheda sul sito di Sperling & Kupfer.

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