19 ottobre 2011

Le colpe dei padri ricadono sui figli

Interessante lo studio fatto dagli economisti  Barbara Biasi , Michele Pellizzari e Rachele Poggi per Lavoce.info, e riportato da Il fatto:
L'enorme debito pubblico che l'Italia ha accumulato tra il 1965 e il 1995 non è stato utilizzato a fini produttivi: i soldi che abbiamo preso in prestito sono andati in impiego pubblico e pensioni. Ne hanno beneficiato soprattutto i nati nel decennio 1940-1950. A pagare il conto saranno i loro figli. Con maggiori tasse, ma anche con minori servizi. I tagli alla spesa previsti dalle recenti manovre per istruzione, sanità e trasporti colpiscono infatti di più questa generazione. Anche perché in Parlamento i padri continuano a essere sovra-rappresentati.
Utilizzo dei servizi pubblici per generazione del capofamiglia.

L’utilizzo dei servizi sanitari è concentrato tra i bambini e gli anziani, di conseguenza la generazione che avrà meno danno dai tagli di spesa sanitaria (a parità di efficienza) è proprio quella dei padri. Infatti, la figura centrale del grafico 3 indica che, tra le famiglie che hanno utilizzato i servizi ospedalieri (ricovero) nel corso degli ultimi dodici mesi, le uniche a essere sotto-rappresentate rispetto al proprio peso nella popolazione sono appunto quelle dei padri.
La figura a sinistra del grafico 3 mostra, infine, l’uso dei trasporti pubblici e anche in questo caso la generazione dei figli sarà più colpita dai tagli rispetto ai padri (e anche ai nonni).



Reddito da lavoro e ricchezza per generazione.

Se dunque, volente o nolente, la generazione dei figli pagherà – e già sta pagando – la maggior parte del costo del risanamento dei nostri conti pubblici, sarebbe giusto che fosse anche quella che attua le riforme strutturali necessarie a evitare che l’attuale situazione si debba ripetere per i propri figli (“i nipoti”, nella nostra classificazione).
E invece, nella classe politica italiana sono ancora sovra-rappresentati proprio i padri. 

Divisione per età degli eletti in Parlamento.

È dunque più impellente che mai la necessità di un ricambio generazionale nella classe dirigente. La situazione che si è determinata impegna la generazione dei figli a farsi carico del debito dei padri ma l’impegno deve essere legittimato dalla responsabilità di realizzare le riforme necessarie a garantire la crescita economica nei decenni a venire. Nonostante una bizzarra matematica porti il ministro Tremonti a sostenere il contrario, senza crescita economica qualsiasi sforzo di risanamento delle finanze pubbliche oggi non eviterà che domani ai figli tocchi pagare di nuovo.

Link su lavoce.info

Sono poi i figli cui oggi viene chiesto di indignarsi, ma non troppo perchè, come ha detto anche l'onorevole Santanchè, non esiste una protesta buona e una cattiva, vanno tutti condannati a pene esemplari.

Ma forse qualche ragione per essere incazzati c'è.

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